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Assurdo, si dovrebbe correre per stare bene, per sentirsi bene. A Pechino, invece, domenica scorsa, alla partenza della 34^ edizione della maratona, in piazza Tienanmen, il livello di inquinamento era 15 volte oltre la soglia di prudenza.

L’aria è irrespirabile, fa male, è tossica, “si sconsigliano le attività all'aperto”, ma il colpo di pistola dà il via alla maratona. Fra l’altro questa manifestazione si fregia del “Gold Label” Iaaf, è compresa nelle migliori, nelle più prestigiose gare di corsa su strada al mondo. E la gran parte dei 30.000 partecipanti (compresa la mezza), indossa la mascherina antismog, uno dei peggiori sport per la corsa.

Gli allarmi sono partiti il giorno prima, è stato chiesto all’organizzazione di spostare la data: niente da fare, è ormai tutto pronto, i tanti stranieri sono già giunti, e “Airapocalypse”, come è stata definita, comincia. Gli organizzatori distribuiscono circa 140.000 spugne, affinché gli atleti “possano pulire e detergere la pelle esposta all’aria”, gli addetti raccomandano di “lavarsi prima di rientrare in casa”.

E così, dopo 10 chilometri, un quarto dei partecipanti si è già ritirato, il keniano che era in testa nei primi 20 km si ferma, qualcuno mostrerà sui social network la mascherina diventata nera, non mancano malori e svenimenti, il vincitore (l'etiope Girmay Birhanu Gebru in 2:10:42) sparisce non appena tagliato il traguardo, la cinese Gong Lihua dichiara che “non si riusciva nemmeno a sudare”.

Pechino ospiterà i Mondiali di atletica il prossimo agosto: le industrie non verranno chiuse come accadde come sette anni fa per i Giochi Olimpici, ma le due maratone partiranno alle 7.30 ….