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Alla fine è arrivato anche il pentimento di Dzhokhar Tsarnaev, l’attentatore della Maratona di Boston nel 2013, insieme al fratello Tamerlan, quest’ultimo rimasto poi ucciso in uno scontro con la polizia.

Il 21enne di origini cecene ha, infatti, nell’udienza in cui il giudice ha formalizzato la condanna a morte, preso la parola, prima volta in due anni, dichiarando: “Mi dispiace per le vite che ho distrutto, per la sofferenza che vi ho causato, per il danno che vi ho provocato, un danno irreparabile. Prego Allah di avere misericordia di coloro che sono stati colpiti nello scoppio delle bombe e delle loro famiglie. Prego per il vostro conforto, per la vostra guarigione. Chiedo ad Allah di avere pietà di me, di mio fratello e della mia famiglia”.

Tropo, troppo tardi e anche se la sentenza sarà automaticamente appellata, più giuste le parole del Giudice George O’Toole, che, dopo confermato ufficialmente la sentenza capitale nei confronti di Tsarnaev, ha detto rivolgendosi al condannato: “Ciò che la gente si ricorderà di lei non sono i giudizi benevoli dei professori o che gli amici la trovavano divertente o che aveva compassione per i disabili. Tutti quando sentiranno il suo nome penseranno alla gente innocente che ha mutilato e ucciso”.

E quel giorno morirono tre persone e 264 rimasero ferite e menomate…