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Kemboi Cheruyo Pechino 2015t

Questi bellissimi campionati del mondo possono essere ricordati come i mondiali della ripresa dello scettro: ieri con Bolt e oggi con Vivian Cheruyot e Ezekiel Kemboi. 

 

BENTORNATA VIVIAN

Vivian Cheruyot era rientrata quest’anno alle competizioni dopo la gravidanza e tornare immediatamente al vertice non è mai facile per nessuna donna. Con una condotta di gara altamente accorta ha fatto valere il suo immenso talento. Un talento che avevamo già conosciuto nel 2009 e nel 2011, aveva già vinto tre titoli mondiali in pista e il titolo anche nella corsa campestre. Gara affascinante senza una leader favorita unica e quindi mille soluzioni tattiche a spettacolarizzare la competizione ulteriormente. Un’umidità altissima all’89% ha messo a dura prova le atlete nella prima parte di gara con le giapponesi a condurre sempre sul piede di 76sec circa al giro. I fuochi d'artificio nella seconda parte quando, prima un allungo di Sally Kipyego e poi il trenino etiope facevano sì che il ritmo salisse. Livello massimo di spettacolo l’ultimo chilometro quando la battaglia entrava nel vivo con l’americana Molly Huddle ad aprire le danze. Vivian Cheruyot, dall'alto della sua esperienza rimasta fino a quel momento nell'ombra e nella pancia del gruppo, prendeva imperiosamente le redini ai 300m ed apriva il gas splendidamente… a rivedere colei che nel 2011 vinse 5mila e 10mila a Daegu… Estremamente lodevole il suo ulteriore cambio di ritmo gli ultimi 100m quando conteneva il ritorno della favorita etiope Burka, che aveva provato in curva ad avvicinarla senza speranza di successo.

Alle loro spalle, Molly Huddle dopo essere passata in testa alla campana dando una ulteriore accelerata e ritenendosi ormai sicura del bronzo, arrivava sul traguardo in scioltezza senza rendendosi conto del rientro della connazionale Infeld che, proprio sulla riga, con un tuffo degno dei miglior velocisti, superava la compagna all'improvviso.

2minuti e 48 secondi il tempo per l’ultimo mille, 2minuti e 48secondi di continua battaglia per una distanza che sa ancora divertire il pubblico appassionato.

Oltre al ritorno di Vivian Cheruyot emergono altri due importanti temi da questa finale: le atlete americane colgono terzo, quarto e quinto posto con Infeld, Huddle e Flanagan: il gran lavoro che gli americani stanno facendo da anni col mezzofondo anche attraverso importanti gruppi di allenamento sparsi su tutto il territorio nazionale. Tanti altri nomi nuovi sono in rampa di lancio e siamo sicuri che il mezzofondo USA a Rio sarà un cliente ostico per tutti. Mai dimenticare anche l’immenso bacino universitario NCAA che sforna i talenti del futuro ogni anno.

Non dimentichiamo inoltre la bellissima prestazione di tre atlete europee molto giovani il cui futuro può considerarsi più che roseo sulle lunghe distanze: le olandesi Kuijken e Vastenburg e la giovane inglese Avery., segnatevi i nomi delle ultime due!!

 

KEMBOI IL MIGLIOR SIEPISTA?

Emozioni continuate poi con i 3mila siepi maschili dove sembrava chiaro il copione di un duello Evan Jager contro il Kenia. Decisamente incomprensibile la prima parte di gara senza nessuno che prendesse effettivamente le redini: mi sarei anche aspettato una “leprata” involontaria del secondo americano per aiutare il quotato connazionale a rendere la gara più dura. Incomprensibile anche quel giro secco del favorito Birech (leader indiscusso di Diamond League) che improvvisamente usciva dal gruppo e dava un’accelerata strepitosa ma senza mettere in crisi nessuno dei rivali. Arrivando all’ultimo giro senza un copione tattico ben definito, ogni soluzione sembrava possibile ma solo uno degli atleti ha saputo leggere la gara al meglio sfruttando la sua immensa classe e intelligenza tattica: Ezekiel Kemboi. Per la leggenda keniana delle siepi, che respira un po’ italiano essendo seguito quotidianamente dal manager italiano Enrico Dionisi, una condotta di gara impeccabile stando sempre molto ben coperto nella pancia del gruppo e abile a uscire solo al momento che conta, l’ultimo giro.

Il Kemboi-show si scatena agli ultimi 300m quando 'Kembia' cambia passo improvvisamente con una frequenza altissima e si invola disegnando il superamento degli ostacoli e della riviera da manuale. Ci prova alla disperata il giovane Kipruto che nulla può sull’ultimo ostacolo dove Kemboi vola via e il giovane rimane sui suoi passi.

Una vittoria inaspettata quella di Kemboi, dopo un’annata difficile per vari motivi personali, ma dimostrando di essere il campione di sempre capace di finalizzare al meglio l'appuntamento top della stagione senza sbagliare nulla nella tattica e nell’economia di gara. Una vittoria che lo conferma ancora una volta un gradino sopra tutti gli altri siepisti dell’epoca moderna.