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lamine diack iaafParticolari sempre più spiacevoli per chi ama il nostro sport emergono dagli interrogatori dell’ex numero uno della Iaaf, il senegalese Lamine Diack. Un intreccio tra politica, doping e tangenti.

 

Secondo quando riportato da “Le Monde”, quotidiano francese, Lamine Diack, ex presidente della Iaaf, ha ammesso che la Russia finanziò con 1,5 milioni la campagna presidenziale del 2012 in Senegal. Una tangente che “obbligò” la laaf a temporeggiare sulle procedure di controllo di atleti russi sospettati di doping, accordo che coinvolse l’ex presidente della Federazione russa, Valentin Balakhnichev, molto vicino al presidente Putin.

 

Interrogato dalla magistratura francese, Diack, in carica come presidente della Iaaf, dal 1999 al 2015, ha testimoniato: “Ho detto ai russi che mi servivano i soldi per la campagna elettorale. Dovevo vincere la battaglia di Dakar”.

 

Diack, senegalese residente a Parigi, voleva sovvenzionare l’opposizione all’allora presidente in carica, Abdoulaye Wade, poi sconfitto da Macky Sall, attuale capo della stato senegalese.

 

A investire la mazzetta ci pensò il figlio di Diack, Papa Massata.