Dopo Russia e il Kenia, è il turno dell’Etiopia a finire nella rete dell’antidoping.
Cominciamo dalla dichiarazioni di Solomon Meaza, segretario dell’agenzia antidoping nazionale: “Sono nove gli atleti sotto inchiesta per esiti sospetti a controlli dei mesi scorsi, cinque dei quali di categoria top”.
Poi la positività (al Meldonium, farmaco usato per coprire l’Epo) della 25enne Abeba Aregawi, svedese per matrimonio, ma etiope di nascita, ad un controllo anti-doping a sorpresa a cui è stata sottoposta ad Addis Abeba in gennaio, con conseguente sospensione, rischio di due anni di squalifica e – in tal caso - l’addio alle Olimpiadi di Rio 2016.
Sempre per lo stesso Maledonium, anche se manca ancora l’ufficialità, beccato anche il 27enne Endeshaw Negesse, maratoneta con pb di 2h04’52” (Dubai 2013), vincitore a Firenze 2012 e a Tokyo 2015.
Ancora, il Segretario Generale della Federazione d’Atletica etiope, Bililign Mekoya, ha comunicato che tre atleti “top”sono stati sospesi per l’uso di sostanze dopanti e che indagini sarebbero in corso per altri tre; il medico della nazionale, Ayalew Tilhaun, ha riferito che diversi atleti etiopi sarebbero risultati positivi per diverse sostanze, fra le quali steroidi, testosterone, l’efedrina e il furosemide, un diuretico.
Infine, il 31enne maratoneta Sintayehu Merga, pb di 2h09’57”, vincitore della maratona di Guanghzhou lo scorso dicembre, avrebbe detto in un’intervista ad una radio locale di sentirsi innocente, confessando di fatto di essere uno dei tre atleti sospesi.
Tanti indizi, forse è l'ennesima delusione!