La Maratona Olimpica femminile dei Giochi Olimpici di Rio registra il primo oro keniano della storia (finora solo tre argenti e un bronzo): vince, infatti la 31enne Jemima Sumgong in 2h24:04 sulla rappresentante davanti del Bahrein (ex keniana) Eunice Jepkirui Kirwa, seconda in 2h24:13, e sull’iridata etiope Mare Dibaba, terza in 2h24:30.
Valeria Straneo è la la migliore azzurra, tredicesima in 2h29:44, terza europea al traguardo; venticinquesima, in 2h33:29, Catherine Bertone; ritirata, invece, prima del 35esimo chilometro, la siciliana Anna Incerti.
La gara
157 le atlete alla partenza, fissata al Sambodromo, luogo simbolo del carnevale, e punto anche di arrivo, in una giornata calda e assolata. Il gruppo parte compatto, spesso in testa l’etiope Dibaba e la nostra Straneo, con passaggio al 5° km in 17:23. Al 7° km si ritira la portoghese Sara Moreira, campionessa europea di mezza maratona. Al 10 km guida un gruppo di 13 atlete che passa al 10° in 34:22. Al 15° km, passaggio in 51:43, guidano Rose Chelimo, Visiline Jepkesho e Mare Dibaba, con 16 atlete in sei secondi; 18^ la Straneo, 30^ la Incerti, 38^ la Bertone. Prima del 18° si ritira anche l’etiope Tufa; al 20°, passaggio in 1h09:07, sempre tredici le le atlete al comando. Passaggio alla mezza in 1h12:56, guida la bielorussa Mazuronak, seguita da Jepkesho, Kirwa, Chelimo, Sumgong, Dibaba, Kiprop, Flanagan, Cragg e Linden. 17^ la Straneo in 1h13:39, 25^ Incerti in 1h15:15, e 36^ Bertone in 1h15:17.
Al 25° km, passaggio in 1h26:07, nove atlete al comando: Chelimo e Kirwa (Bahrein), Dibaba e Tsegaye (Etiopia), Mazuronak (Bielorussia), Sumgong e Kiprop (Kenia), Flanagan e Cragg (USA); Straneo 17^ in 1h27:44, 23^ Bertone (1h29:17), 25^ Incerti (1h29:18). 30° km: passano in 1h43:21 Tsegaye, Dibaba, Chelimo, Kirwa, Sumgong, Mazuronak e Flanagan; Straneo 13^ (1h45:23), 25^ Bertone (1h47:14), 31^ Incerti (1h47:30). Al 35° le sette comandano in 2h00:31, Straneo è sempre 13^ (2h03:31), 23^ Bertone (2h06:03), si è fermata Anna Incerti. Al 40°, passaggio in 2h17:02, coamndano Kirwa e Sumsong, Dibaba è leggermente staccata, seguono Tsegaye e Mazuronak a circa 30 secondi. Straneo è 14^ in 2h22:04, Bertone è 25^ in 2h25:27.
Nel finale Sumgong stacca Kirwa nettamente: vince la keniana Jemima Sumgong in 2h24:04, seconda Eunice Jepkirui Kirwa (Bahrein) in 2h24:13, terza Mare Dibaba (Etiopia) in 2h24:30.
Quarta l'altra etiope Tirfi Tsegaye (2h24:47), mentre quinta e prima europea al traguardo è la bielorussa Mazuronak (2h24:48), sulle statunitensi Shalane Flanagan (2h25:26) e Desirée Linden (2h26:08).
Le italiane
Nonostante i pochi allenamenti e i tanti guai fisici che hanno rovinato e rallentato la preparazione, Valeria Straneo è 13^ in 2h29:44: “Ho dato veramente tutto e sono felicissima di esserci riuscita. La mia è stata una preparazione molto difficile, a causa di infortunio che mi ha condizionato per diverse settimane, ed è stata dura recuperare il tempo perduto. Più di così oggi non potevo fare, ho anche recuperato qualche posizione nel finale. Non ho sofferto il caldo, anche se c’era poca ombra nel percorso. Alla vigilia abbiamo formato un bel gruppo con le altre due azzurre, stemperando la tensione. Per il futuro, credo che Veronica Inglese possa fare ottime cose nella maratona. Speravo di correre sotto le 2 ore e 30 minuti e questo è un buon punto di partenza per la prossima maratona a cui sto già pensando, probabilmente in Giappone, a febbraio o marzo. Finché mi diverto, vado avanti”.
Soddisfattissima, balla di gioia all’arrivo, la 44enne Catherine Bertone che chiude 25^ in 2h33:29, ecco le sue parole: “Nella prima parte ho corso con il ritmo che mi ero prefissata, poi il caldo si è fatto sentire e ho cercato di tenere la posizione, ma soprattutto di godermi gli ultimi chilometri. All’arrivo mi è tornata nel cuore l’infanzia, che ho trascorso proprio in Brasile, e mi sono messa a ballare. Questa maratona l’ho vissuta come un bellissimo sogno per tutti quelli che corrono tutti i giorni, in mezzo alla fatica, e lo dedico anche a loro. Non mi rendo ancora conto di essere qui, forse ci riuscirò domani quando mi sveglio. Correre mi piace così tanto che non riesco a fermarmi. Le Olimpiadi sono sempre state un sogno nel cassetto, ma l’avevo messo in fondo. Infatti, è arrivato un po’ alla fine, ma va bene così”.
Purtroppo ritirata Anna Incerti a causa di una distorsione alla caviglia.