Non poteva essere diversamente.
Sono invecchiato in una Università ed ho il vizio di impelagarmi in discussioni accademiche che in alcune occasioni — lo riconosco — diventano “puramente” accademiche, quindi quasi retoriche, ma che in altre consentono di dibattere in via ipotetica traendone fuori dei criteri o dei metodi, utili poi per esaminare i casi concreti. Sono perciò in difficoltà a tuffarmi di brutto sulla discussioni di casi specifici, in assenza di criteri oggettivi; se mi capita di farlo, finisco per litigare più o meno bonariamente, per il semplice motivo che i miei personali parametri di riferimento difficilmente coincidono con quelli altrui. Lo stesso naturalmente mi capita quando questiono in astratto ma, almeno, in questo caso mi tocca animarmi una volta per tutte, e non in ogni circostanza concreta.
Nel nostro romantico mondo del podismo difficilmente si discute sui metodi, si preferisce invece farlo sulla singola congiuntura.
Qualcuno sa dire in base a quali criteri è stato finora fissato il calendario annuale delle maratone? Io no di certo; però so che l’anno prossimo avremo una maratona in meno (Placentia) per una disputa, non risolta, sorta tra due organizzazioni diverse.
Qualcuno sa dire in base a quali parametri è stabilita la sede annuale di svolgimento dei campionati italiani assoluti e master? Qui ne so ancora meno, ma ho notato serpeggiare un po’ di polemiche sulla scelta della Unesco Cities Marathon, anche per questioni, sembra, di finanziamenti regionali (pure questi probabilmente erogati, senza una preliminare discussione sul metodo). E la controversia si è riaccesa, a campionati conclusi, vertendo ora sulla riuscita o meno della manifestazione, che è un modo diverso per discutere sempre sulla scelta iniziale e, in definitiva, sui finanziamenti erogati o da erogare. Per stemperare un po’ i toni della questione, mi consento di banalizzare il contendere, utilizzando una celebre locuzione di Maxmagnus: Non per soldi, ma per denaro. Un modo scherzoso per dire che non credo che sia stata la scelta in sé a dare fastidio ma, forse, il timore di ben altro.
Se il buon giorno si vede dal mattino, c’è da sperare che, rispetto al passato, la Fidal manifesterà più attenzione su questi ed altri simili aspetti che affliggono il settore delle gare su strada e che saprà quindi trovare i giusti correttivi. Nel frattempo, però, poiché la nostra rivisitazione affronta la maratona che ha appena assegnato i titoli nazionali, non posso certo lasciar cadere la questione facendo finta di niente. Mi toccherà, in definitiva, esprimere un parere, confidando quantomeno di non attirarmi le inimicizie di entrambe le parti in causa. In ogni caso, esprimerò il mio giudizio senza condizionamento alcuno — se non quello che mi deriva dall’essere un modesto podista — e senza ritenere d’essere in alcun modo possessore della verità. Naturalmente alle questioni “economiche” non mi avvicinerò neppure, non conoscendo quali vie seguano i finanziamenti a qualsiasi titolo erogati alle manifestazioni sportive.
Sin dall’inizio entrerò un po’ duro affermando che la denominazione scelta, Unesco Cities Marathon, che unisce le tre belle cittadine di Aquileia, Palmanova e Cividale, non incontra il mio favore: la nostra lingua ha una tale ricchezza che si sarebbe potuto ben fare a meno di tali prestiti linguistici e sfornare qualcosa di meglio. M’è inoltre parso stravagante di trovarmi vicino ad un sito archeologico, che ricorda la nostra comune storia passata, aspettando l’avvio di un maratona il cui nome è lontano anni luce dalle nostre radici culturali.
Con un argomento, che qualcuno potrà trovare futile, e quindi meno urticante, ho così rotto il ghiaccio e ho avuto l’occasione per far sapere che ad Aquileia c’ero anch’io. Circostanza questa che mi ha consentito di crearmi un’idea del tutto spassionata sulla maratona che citerò per semplicità con il suo acronimo, UCM, ancor più orribile della denominazione originaria. Ma tant’è.
Confesso subito che nel complesso ne ho ricavato un’impressione positiva e sono stato contento d’aver passato la Pasquetta in una zona così bella che non avevo mai avuto l’opportunità di visitare prima. Penso inoltre che la manifestazione abbia buone potenzialità, potendo contare su una solida organizzazione di base e su una squadra che mi è parsa compatta e competente.
A mio avviso, i volontari rappresentano la componente di maggior qualità del settore podistico, e in tutte le gare a cui ho partecipato ho sempre riscontrato una buona disponibilità. Pur tuttavia la gentilezza dei volontari della UCM ha superato ogni più rosea aspettativa e solo questo individua una risorse inestimabile per il futuro della manifestazione.
Non ho provato inoltre il solito disagio a muovermi in ambienti sconosciuti, perché era tutto localizzabile e riconoscibile (partenza, spogliatoio, consegna e ritiro sacca, etc.) senza particolare difficoltà, e per me, che sono capace di perdermi anche in casa, un simile accurato servizio è un pregio di non poco conto. Pure gli aspetti collegati alla sicurezza sono stati affrontati con lodevole attenzione e tutti gli incroci erano adeguatamente presidiati e, tra l’altro, anche gli stessi automobilisti non mostravano impazienza: in definitiva, non ho visto sfrecciarmi accanto nessun oggetto mobile, né mi sono sentito un corpo estraneo, come in altre circostanze. Sebbene non vi fosse molto pubblico, quei pochi curiosi che si soffermavano sul ciglio della strada erano rispettosi della nostra fatica e ci rincuoravano, quasi fossimo dei loro conoscenti. Debbo riconoscere che i Friulani sono una gran bella gente e che sarò felice di ritornare in questi posti.
I ristori, posizionati come Fidal prescrive, erano ben forniti e pure gli spugnaggi erano collocati nelle posizioni rituali. Qualche disagio creavano invece le navette. L’arrivo, infine, era un budello che ho trovato esteticamente bello, magari perché ero stravolto e qualsiasi traguardo mi sarebbe parso affascinante.
Ma naturalmente non ci sono state solo luci, e tratteremo più in là ciò che non ha funzionato perfettamente. Affronterei però prima la questione se la UCM s’è dimostrata o no una sede idonea per lo svolgimento del campionato nazionale.
Riterrei di sì, se la scelta ha seguito criteri di promozione di una manifestazione su cui si punta per il futuro oppure se s’è voluto dare impulso ad una zona che merita d’essere valorizzata al massimo ed i cui abitanti si sono dimostrati nel contempo molto attratti dall’iniziativa. Oltre a ciò mi esprimerei con favore se alla base ci sono stati magari motivi per trovare una collocazione regionale diversa dalle solite (Veneto, Lombardia ed Emilia e Romagna). Non vorrei però che i presupposti siano stati totalmente diversi: poiché non mi sembra che le sedi in cui si svolgono le maratone ambiscano più di tanto a farsi assegnare i campionati nazionali, può anche essere che la UCM sia stata l’unica a proporsi e che la Fidal non avesse conseguentemente altre opzioni da sfruttare. Se così fosse, sarebbe una soluzione alquanto banale che farebbe però crollare tante altre ipotesi suggestive affiorate nei commenti post gara.
In aggiunta a queste, non saprei quale altra teoria elaborare. Certamente però non mi lascerei influenzare più di tanto dai soli numeri: se è vero che 264 arrivati rappresentano una cifra alquanto modesta, è ugualmente vero che nel 2011 a Bergamo ci sono stati ancor meno classificati (242) eppure, andando a memoria, non ci furono analoghi storcimenti di naso.
E passiamo ora alle ombre.
Quando leggo i comunicati stampa delle manifestazioni mi sembra che essi obbediscano quasi sempre ad un medesimo schema per cui, salvo rare eccezioni, ho l’impressione che essi siano il parto d’un gruppo ristretto di persone, in pellegrinaggio costante da una manifestazione all’altra, oppure da uno stuolo di epigoni che sanno escogitare poco o nulla di originale.
Ebbene, il comunicato stampa diffuso (“Ruggero Pertile ed Elisa Stefani campioni italiani in maratona”) rientra negli schemi usuali: un misto di più o meno smaccata faziosità e di enfasi tediosa. Basta l’affermazione che la UCM “ha visto protagonisti i più quotati specialisti del mondo” per svilire tutto il resto del contenuto. Per il comunicato poi i master non erano presenti, tant’è vero che non vengono neppure genericamente citati. Manco esistevano e non c’era nessun campionato nazionale master.
Ancor peggiore la questione delle informazioni sulle presenze e sulle classifiche.
Non è stato infatti possibile avere visione dell’elenco degli iscritti alla competizione, cosa questa già di per sé assurda ma che diventa inconcepibile, se si considera che si trattava di campionati nazionali.
Ad una specifica richiesta, la Fidal Informatica del Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia ha risposto testualmente, senza firmare la nota: “il servizio iscrizioni e gestioni risultati lo cura TDS. Nella loro pagina del sito TDS si può solo vedere solo la propria iscrizione. Mi dispiace!!!”
L’ironia della sorte vuole che lo stesso ufficio curi la diffusione dei risultati delle gare che si svolgono in Friuli Venezia Giulia e che per ciascuna di esse sono visualizzabili l’elenco degli iscritti e la classifica, a manifestazione conclusa. Solo del campionato nazionale, di cui è stata incaricata TDS, non è stato possibile visualizzare l’elenco degli iscritti e, in aggiunta, la classifica è compilata oscurando alcuni dati degli atleti. Come avviene quasi sempre per ogni altro evento podistico affidato a TDS.
Pensate un po’ di seguire le Olimpiadi e di chiedere: — chi è iscritto alla maratona? — E di sentirvi rispondere che l’informazione non è disponibile. Forse la cosa vi darebbe fastidio e avreste qualche lamentela da formulare. Adesso lo stesso fatto accade per molte delle gare di podismo su strada e nessuno neanche se ne accorge, figuriamoci a considerare la questione una stranezza. Neppure la Fidal. Almeno sino ad ora.
Anche in questo caso, esprimo la solita speranza nei buoni intendimenti della “nuova” Fidal e confido in un intervento — di cui si ravvisa sempre più l’urgenza — che modifichi finalmente tale stato di cose. Organizzare un campionato italiano e non consentire che si sappia chi vi partecipa, è per me un peccato, dal punto di vista informativo, capitale. Lo stesso dicasi per le classifiche, in cui è omesso ogni identificativo e l’anno di nascita dell’atleta.
D’altra parte per rendersi conto dell’assurdità della faccenda, pensate agli organizzatori della maratona di New York, che sono dei maestri quando si tratta di vendere bene il proprio prodotto. La prima cosa che fanno è di rendere pubblici i nominativi degli iscritti, tant’è che poi tutti si divertono a contare quanti italiani, quanti francesi, e così via. E noi, in Italia, che avremmo bisogno d’incentivare le partecipazioni, cosa facciamo? Ne rendiamo segreti gli elenchi. A parte il fatto che la trasparenza è indice d’una corretta gestione, mi pare che una simile strategia potrà anche andar bene agli interessi delle ditte che forniscono il servizio di cronometraggio ma è per gli organizzatori un modo autolesionistico di procedere. Come togliere sale ad una minestra già poco sapida.
Rimanendo nel solco appena tracciato, sarebbe inoltre opportuno semplificare gli adempimenti a carico dei possibili clienti, per non correre il rischio di perderne qualcuno per strada. Fare una gara nel giorno della Pasquetta già crea problemi familiari ad un podista; obbligarlo a muoversi anche il giorno di Pasqua per ritirare il pettorale, mi pare pretendere troppo da lui. Se poi la soluzione è quella di versare 25 euro a TDS per farselo spedire, vuol dire far pesare i costi solo e soltanto sul potenziale cliente. Il che spiega in parte il limitato numero d’iscritti.
I bravi organizzatori della UCM sapranno certamente far tesoro delle eventuali sviste commesse: il territorio ha dimostrato grande interesse per l’iniziativa e credo che la maggior parte dei partecipanti abbia percepito questa inusuale e piacevole attenzione e, come me, probabilmente vorrebbe essere convinta a ritornare.
Per invogliare ancor di più gli atleti, invece di partire da Aquileia, passare da Palmanova ed arrivare a Cividale, facendo loro subire un costante e fastidiosissimo vento contrario, sarebbe il caso d’invertire il senso di marcia affrontando in questo modo un percorso in leggera discesa e con il vento a favore.
Proprio a causa del forte vento contrario, i partecipanti hanno ottenuto dei risultati tecnicamente mediocri ed è per non ripeterci spesso che non forniremo, com’è usuale, i dettagli di tutte le prestazioni cronometriche ma ci limiteremo a specificare solo quelle d’un certo livello. Gli stessi campioni assoluti si fregeranno del titolo con risultati che non sono particolarmente significativi: Pertile 2:16:20; Elisa Stefani 2:40:53.
Gli unici che hanno ottenuto dei tempi d’un certo tono sono stati: Antonio Santi che s’è imposto nella categoria MM40 con un ottimo 2:30:24; Virginio Trentin vincitore nella categoria MM55 con un più che buono 2:46:27; Donatella Serafini che con 3:24:28 ha stabilito il miglior tempo annuale nella categoria MF55; Annamaria Galbiati che ha ottenuta un brillante 3:32:00, migliore prestazione stagionale nella categoria MF60; Ezio Pravisani che ha primeggiato nella categoria MM70 con un buon 3:42:51 ed il bravissimo Antonino Caponetto, un MM80 capace d’un più che ottimo 4:12:22
La tabella che segue riporta in conclusione l’elenco completo dei campioni d’Italia per l’anno 2013.
Categoria |
Cognome |
Nome |
Anno |
Società |
Tempo reale |
Assoluti M |
Pertile |
Ruggero |
1974 |
Assindustria Sport PD |
02:16:20 |
Assoluti F |
Stefani |
Elisa |
1986 |
Atl. Fanfulla Lodigiana |
02:40:53 |
MM35 |
Pertile |
Ruggero |
1974 |
Assindustria Sport PD |
02:16:20 |
MF35 |
Mustat |
Laura |
1977 |
Calcestruzzi Corradini |
03:03:18 |
MM40 |
Leonardi |
Massimo |
1973 |
Valsugana Trentino |
02:27:38 |
MF40 |
Mancini |
Marcella |
1971 |
Runner Team 99 |
02:56:25 |
MM45 |
Nascimbeni |
Luca |
1968 |
Sportler Team |
02:44:57 |
MF45 |
Dall’Anese |
Marilena |
1965 |
Atletica Aviano |
03:21:55 |
MM50 |
Ramponi |
Giovanni Maria |
1959 |
Atl. 99 Vittuone |
02:46:35 |
MF50 |
Parrella |
Anna |
1962 |
Atletica Buja |
03:28:38 |
MM55 |
Trentin |
Virginio |
1954 |
Idealdor Libertas S. Biagio |
02:46:27 |
MF55 |
Serafini |
Donatella |
1958 |
Marciatori Anatroccoli |
03:24:28 |
MM60 |
Vigna |
Antonio |
1952 |
Libertas Atl. Lamezia |
03:17:30 |
MF60 |
Galbani |
Annamaria |
1952 |
La Michetta |
03:32:00 |
MM65 |
Sasso |
Piermario |
1948 |
Road Runners Milano |
03:54:31 |
MM70 |
Pravisani |
Ezio |
1939 |
Mario Tosi Tarvisio |
03:42:51 |
MF70 |
Sellan |
Jole |
1943 |
Atletica Aviano |
04:48:20 |
MM80 |
Caponetto |
Antonino |
1931 |
Maratona d’Italia Sport |
04:12:22 |
TM |
Trampus |
Alessandro |
1982 |
Un. Sportiva Aldo Moro |
03:14:18 |
TF |
Cargniel |
Elsie |
1984 |
|
03:44:13 |