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Milano City Marathon 2013 podio maschile- SERVIZIO FOTOGRAFICO (IN COSTRUZIONE )
“Se il buongiorno si vede dal mattino, oggi farò una grande maratona”. Riporto il commento di un podista con il quale ho condiviso il viaggio verso Rho, si riferiva anche al suo stato di forma ma in modo particolare alle condizioni meteo, assolutamente favorevoli per correre una maratona. Né il freddo e la pioggia del 2012, nemmeno il caldo del 2011.
In effetti le condizioni erano assolutamente ottimali, solo una leggerissima pioggerella che se ne è andata col il 5° chilometro,eppure i tempi finali dei top runners… ne scrivo più avanti.
Si parte da Rho Fiera, una buona parte del riscaldamento si fa per giungere dalla stazione dei treni alla zona di partenza.
Solita zona di cambio indumenti nel parcheggio coperto e percorsi facili e senza code verso il deposito borse e start line.
Musica a tutta palla e speaker Gianni Mauri caricano a dovere i maratoneti, tante circostanze fanno pensare alla giornata giusto per fare il personale.
Lungo il percorso tutto gira liscio, per qualche motivo mi trovo a evidenziarlo, ho sentito un solo clacson, dopo la mezza. Spero sia andato tutto allo stesso modo per chi mi ha preceduto e seguito. Ristori gestiti bene come sempre, del resto sono affidati a gruppi sportivi, gente che sa come si fa, spesso su due file, ti vengono allungate bottiglie, spugne, quello che hai bisogno.
Musica e festa in zona cambio delle staffette, nell’attesa il tifo si fa sentire, che bello, non è così comune che accada.
Al km 28 mi si accende la spia della riserva, ma aveva già cominciato a lampeggiare da prima. Non ero preparato per una maratona, lo sapevo, però volevo esserci. Scalo una marcia, sento di procedere meglio ma la fatica resta tanta e mancano tanti chilometri. Si potrebbe dire che è qui che si vede la tempra del maratoneta e la vocina dentro mi sussurra di andare avanti, magari un po’ più piano.
Mi appello al buon senso che raramente alberga nei podisti e decido di tacitarla, chiude al km 32. Sono il primo a sorprendermi della decisione di fermarmi, ma dopo sono stato contento di averla presa.
Vado a consegnare il chip, rispetto al 2012 gli spazi dedicati sono nettamente maggiori, certo bisogna vedere quando arriveranno in tanti, però mi pare proprio che ci siamo. Sarebbe interessante aver le opinioni di chi è arrivato dopo, magari non solo su questo della gara.
In sala stampa e hospitality incontro Giovanni Storti (a proposito, quando vuole corre proprio forte); mi era già capitato di conoscerlo. Una simpatia incredibile, dentro e fuori dal palco e dagli schermi, non ha bisogno di recitare. Ha in programma un giro a tappe in Etiopia, dice che da quelle parti si corre con i giaguari nei dintorni, dice che secondo lo stato di forma del momento, deciderà se correre forte o mimetizzarsi.
Poi è la volta di una chiacchierata con Giorgio Rondelli, allenatore di tanti grandi campioni. Inevitabile discutere sulla gara, sui (bassi) livelli espressi, sulla mancanza di atleti europei di valore almeno medio, quelli che “chiudono il buco” nella classifica dopo i primi africani. Per le future maratone italiane confida in una formula che migliori questa situazione.
A proposito di classifica ha vinto Gemechu Biru, davanti a Gosa Tefera e Marius Kipserem. I tempi sono oggettivamente alti, rispettivamente 2h09’25, 2h09’36,2h09’50, con una volata finale quantomeno strana, con Tefera che sembra avviato alla vittoria ma ha un rallentamento esagerato e viene superato da Biru, ciononostante esulta come si avesse vinto, oppure era felice per la vittoria del connazionale?
Primo degli italiani Tommaso Vaccina, con 2h22’07, seguito da Emanuele Zenucchi, sempre sulla breccia, con 2h34’54.
Al femminile vince in volata la keniana   Monica Jepkoech in 2h32’54, davanti a Adana Tsehay, 2h32’55 e Ababel Brihaney, 2h33’10.
Prima italiana è Claudia Pinna che conclude la sua maratona in 2h42’09, davanti a Simona Giuliani, 3h05’14.
Uno stanco ma felice Renzo Barbugian, responsabile dei pacers, archivia un’altra positiva esperienza, per ciò che ho sentito da diversi runners il compito dei suoi pacers è stato svolta ancora una volta egregiamente.
Attendo la chiusura della gara, tempo limite di 6 ore, quelli che arrivano ora spesso hanno faticato più degli altri, vanno incitati e complimentati, meritano rispetto; colgo al volo la gioia di una coppia fresca di matrimonio, Laura e Maurizio, lo hanno festeggiato così.
Infine cala il sipario su questa tredicesima edizione, gli speaker Gianni Mauri e Luca Della Porta salutano e ringraziano, io invece mi complimento con loro, una coppia new entry professionale ed affiatata.
I numeri della maratona alla fine dicono 3513 classificati, il 10% in meno del 2012, una situazione che sta toccando tante gare italiane note, anche la Roma-Ostia e la maratona di Roma, tradizionalmente sempre in crescita, nel 2013 hanno perso partecipanti.
Il rito
rno verso casa sulla metropolitana è condiviso con tanti maratoneti, delusione per qualcuno, gioia per altri; tante storie da raccontare, episodi, aneddoti, motivi per esserci stati.
Come quelli di due belle ragazze, Lorenza e Terry, pallavoliste del Bernareggio, non ce la dovevano fare, secondo una scommessa con qualcuno che pare esperto di cose di corsa. E ora il buon Oscar dovrebbe smettere di correre…..