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A poche ore dai terribili eventi, siamo riusciti a contattate una nostra amica che ci ha descritto la sua esperienza chiedendoci di non divulgare il suo nome, ecco le sue emozioni...
 
La prima parte è bellissima: un'America proud and happy di case vittoriane in pinete di larici con pick-up fuori dai garage muniti di sedie a sdraio e proprietari birrosi con barba e cappellino che gridano go go guys!; bambini che ti danno il 5 e ti offrono arance; ragazzi che chiamano italy quando vedono la bandiera disegnata sul pettorale; poi davanti al Wellesley College (poco dopo la mezza),  duemila ragazze agitano cartelli con scritto “baciami sono consenziente!”, “voglio baciarti mio padre lo sa!”, “baciaci siamo due gemelle!”, “sono sessualmente libera ed in crisi d'astinenza!” e altro…      Mentre i maratoneti deviano per saggiare labbra carnose, dei marines marciano tra le ragazze ed i maratoneti con azione di disturbo.
Alla successiva “Heart Break Hill”, orrida salita solo perchè è la quarta e non finiscono più, visitata il giorno prima, le decorazioni dei bambini sull'asfalto di cuori spezzati e scritte “you are an hero!”, “you're doing greatt!”, “run to the top it is close!”.
Mentre il garmin rallenta tragicamente e ti fa perdere ogni velleità, qualche nanetto di 5 anni ti offre bicchierini di acqua che subito dopo vengono asciugati dal vento dell'Oceano, i 5 delle mani dei bambini teneri e sorridenti  che aumentano, qualcuno che indossa il cappello dei patrioti e il naso odora l'arrivo tra casse a tutto volume e folla in delirio. Passo felice la finish line con il saluto di mio figlio, spengo orologio, qualche crampo che prima si era presentato timidamente, ora è più vispo.
Vai a ritirare la fantastica medaglia, ti affretti al vicinissimo camion per ritirare la sacca tra acqua e banane e dopo 8 minuti, con la sacca in mano la prima esplosione.
Ho pensato ad un'autobomba, fumo altissimo. Non ho pensato un attimo ed ho iniziato a correre verso mio figlio, indietro verso il traguardo, avrei potuto uccidere chiunque mi si presentasse davanti pur di raggiungerlo, correvo dietro le moto della polizia ma alla seconda esplosione, ormai nel fumo e con uno spettacolo orribile e vario davanti a me (i tavoli del ristori, le tribune, la finish-line, i maratoneti a terra, il sangue si, quello).
Non vedendo piu’ mio figlio, ho sperato ed ho girato la gamba alla stessa velocità verso l’albergo che era a 400 metri. Fortunatamente ho trovato mio figlio in albergo dove aveva portato con sé delle persone che si erano perse.         
Non vi descrivo quel momento per pudore ma ha lasciato il segno su entrambi.

Ora tutti in albergo, siamo nei 50 blocchi chiusi dall'FBI e possiamo fare poco, le sirene sono ancora all'impazzata ed elicotteri.   Sono felice di scrivervi queste cose, il valore dei legami anche casuali che la vita ci propone non va sottovalutato e, dove possibile, fatto crescere con magnanimità. Non credo ci sia altro di importante. I bostoniani sono in visita tra le nostre camere con bottiglie per portare amicizia e sorrisi. America sempre grande e generosa, mi piaci molto.