
Da allora le cose non sembrano essere migliorate, neppure negli aspetti formali.
Incominciamo da quello che potrebbe apparire il meno importante ma che invece dà un chiaro indice d’un certo scadimento, vale a dire dai numeri.
Intanto coloro che s’iscrivono alla manifestazione sono coperti dal più fitto e impenetrabile segreto e fanno così parte dei misteri podistici svelabili ai soli iniziati, e su questo punto niente di nuovo sotto il sole: come lamentato più volte, salvo rare eccezioni, è questa una prassi consolidata, comune a tante altre manifestazioni. In questo caso però s’aggiunge poi un uso del tutto fantasioso dei numeri divulgati che, sia pure per sommi capi, sarà utile descrivere.
Il 4 ottobre il comunicato stampa (Venicemarathon:Oltre sei milioni e mezzo di indotto) precisa che “il numero chiuso di partecipanti alla Venicemarathon, per quanto sia stato leggermente aumentato, risulta ancora di gran lunga inferiore alle richieste di partecipazione”. Poiché il numero chiuso è fissato a 8.000, l’affermazione fa pensare che i pettorali stiano ormai per esaurirsi e che quindi il limite degli 8.000 iscritti sarebbe stato ampiamente superato.
Il 21 ottobre nel comunicato (Andrea Lalli sfida l’Africa alla 28^ VeniceMarathon) c’è un primo ridimensionamento e il presidente Piero Rosa Salva dichiara tra l’altro: “Temevamo la crisi e invece anche quest’anno registriamo oltre 7000 maratoneti...”. Poiché il sito ufficiale comunica la disponibilità di soli 200 pettorali, si è spinti a presupporre che gli 8.000 iscritti saranno solo sfiorati ma che, quantomeno, s’è superata la soglia dei 7.000 maratoneti.
Il 26 ottobre nel comunicato (Andrea Lalli accende la 28^ Venicemarathon) si abbassa ulteriormente il tiro: “Saranno quasi 7000 gli atleti al via...”. Quindi non solo gli 8.000 pettorali disponibili non sono risultati di gran lunga inferiori alle richieste di partecipazione ma non si è neppure riusciti ad arrivare alle 7.000 unità. E per fortuna eravamo alla vigilia della gara e l’emorragia s’è dovuta necessariamente arrestare.
Morale della favola, poiché i pettorali venduti saranno stati meno di 6.800, si è registrata una perdita secca di 1.500 podisti rispetto al dato del 2012, con una diminuzione di quasi il 19%.
Come dire che, fatta la tara ai fragorosi squilli di tromba man mano affievolitisi, quest’anno l’organizzazione è riuscita nell’intento di dissuadere un podista su cinque ad iscriversi alla maratona lagunare. Un risultato senza pari, quando si può offrire uno scenario mirabile come Venezia.
Fa poi pensare l’innaturale diminuzione del numero degli iscritti man mano che il periodo d’iscrizione s’andava assottigliando, contrariamente ad ogni possibile logica. Sia pure in una diversa accezione, richiama alla mente il brocardo che contraddistingue le sentenze passate in giudicato: “Aequat quadrata rotundis; facit de albo nigrum; falsum in verum mutat (Uguaglia il quadrato al cerchio; fa il colore bianco simile al nero; tramuta il falso in vero). Oltre a far ricordare i tentativi maldestri e squallidi di addomesticare i numeri, tipici dei sistemi politici autocratici di orwelliana memoria.
Probabilmente si cercherà il cappello protettore della crisi dilagante per giustificare una simile debacle, mentre sarebbe forse il caso di ragionare anche sulle evidenti manchevolezze delle strategie adottate dal comitato organizzatore, vale a dire una politica poco orientata al consumatore e tutta volta a soddisfare le proprie pretese. Presupposti questi che, prima o dopo, destinano ad un inevitabile fallimento.
Un esempio lampante di questa incomprensibile chiusura nei confronti dei podisti si può già ricavare da piccoli dettagli, come i tempi entro cui dovevano essere consegnare le sacche o si doveva entrare nelle griglie, ma anche su questioni che appesantiscono ulteriormente la spesa, come il trasferimento dell’iscrizione ad altro atleta oppure il differimento dell’iscrizione all’anno successivo.
A parte il fatto che queste due ultime evenienze erano richiamate nel regolamento, senza per altro essere regolamentate nel dettaglio e quindi lasciate dal Comitato Regionale Veneto alla libera e illuminata valutazione degli organizzatori, il posticipo dell’iscrizione comportava un esborso aggiuntivo non banale di 15€, se fatto con almeno un mese di anticipo rispetto all’effettuazione della gara, e di 23€, se fatto con almeno quattro giorni d’anticipo, mentre il trasferimento dell’iscrizione poteva essere eseguito alla modica spesa di 12€ ma con un bel po’ di giorni di preavviso.
Non era inoltre concessa la possibilità di procrastinare ulteriormente l’iscrizione ed in aggiunta le due operazioni potevano essere fatte solo on-line pagando tramite carta di credito.
Sulla questione sarebbe il caso di soffermarsi per evidenziare due aspetti molto interessanti.
Il primo: le procedure on-line dovrebbero comportare dei benefici per entrambe le parti, infatti l’utente interviene direttamente sul database e, di conseguenza, sgrava la ditta che gestisce le iscrizioni di gran parte del lavoro di segreteria che con il metodo classico sarebbe invece costretta a fare. Tuttavia, mentre il podista, ben che vada, continua a pagare sempre la solita quota, la ditta compie meno lavoro e in più incassa le commissioni per le operazioni on-line. Quindi il podista non ha alcun beneficio e la ditta ce l’ha, se così si può, doppio.
Il secondo: poiché le strategie di carattere gestionale possono essere per lo più attuate facendo leva sugli aspetti monetari, il fatto che i Comitati regionali non concorrano a fissare gli importi di tali balzelli potrebbe far sospettare che essi non ritengano i master una risorsa da gestire ma dei semplici ruspanti da abbandonare, dopo aver naturalmente incassato il testatico dovuto dagli organizzatori per ciascun arrivato, alla discrezionale vessazione di chicchessia.
Ma le deleghe non finiscono qui ed anche sul montepremi il Comitato Regionale Veneto lascia ogni decisione alla libera valutazione degli organizzatori.
Ai master, secondo logica consolidata, sono state così riservate le briciole: nessuna classifica di categoria ed un’unica classifica generale per tutti gli atleti nati nel 1973 ed in anni precedenti. Montepremi destinato: complessivi 800€ da ripartirsi tra i primi tre classificati di entrambi i sessi. Come dire, roba da signori.
E le libertà concesse agli organizzatori non si fermano qui.
Al termine dell’articolo 1 è stata infatti inserita la seguente clausola:
“La società organizzatrice si riserva il diritto di rifiutare l’iscrizione, a suo insindacabile giudizio, agli atleti che si sono resi protagonisti, negli eventi organizzati dalla società stessa, di comportamenti antisportivi, come ad esempio: cedere il proprio pettorale ad altra persona, correre con il pettorale di un’altra persona, correre con un pettorale contraffatto, tagliare il percorso, ecc.”.
Mi pare giusto è corretto che un comportamento antisportivo e non lecito sia adeguatamente stigmatizzato e sanzionato, tuttavia non credo che questa sia materia che possa essere gestita da chiunque. Per quello che so, in uno Stato di diritto, le sanzioni devono essere applicate dall’autorità giuridica o, nel nostro campo specifico, dall’autorità sportiva competente, con le forme e le garanzie previste dalla legge, e non certo lasciate al giudizio insindacabile d’una società organizzatrice. Se un atleta s’è macchiato d’un comportamento antisportivo sanzionabile, saranno gli organi federali a doverlo stabilire in giudizio ed a fissare, in caso di condanna, la relativa pena.
Non a caso il DASPO, il divieto a partecipare alle manifestazioni calcistiche, è emesso dal Questore e non dalle società di calcio. In definitiva mi pare fuori luogo, e per altro pericolosa, la previsione che una società organizzatrice possa farsi giustizia da sé. A suo insindacabile giudizio.
Come se non bastasse, il regolamento conteneva anche delle semplici stranezze, anch’esse passate indenni all’attento vaglio del Comitato Regionale.
Si veda, ad esempio, l’articolo 9 relativo all’assegnazione dei numeri di pettorale. Dapprima specifica che “chi si iscriverà prima riceverà un numero di pettorale più basso”; successivamente, appena oltre, nel delineare la gabbia di partenza, fa capire che i numeri di pettorali sarebbero invece stati stabiliti sulla base dei tempi ottenuti nell’ultimo biennio, come in effetti è poi avvenuto.
In pratica la stessa confusione che regnava alla partenza o all’arrivo, dove i servizi utilizzabili erano alquanto carenti; oppure nelle lunghe attese dei traghetti, con l’unica nota lieta della cordialità e simpatia dei volontari. Eppure i partecipanti erano in numeri inferiore rispetto al recente passato: al quinto km erano in 5.481; all’arrivo 5.338. Tant’è che anche per i classificati s’è riscontrato un notevole ridimensionamento comprovato da un saldo negativo del 10,03% rispetto al dato dello scorso anno.
In definitiva, circa 1.500 iscritti e 595 classificati in meno rispetto al 2012. Cifre che delineano in maniera inequivocabile il fallimento di quest’ultima edizione che, a mio avviso, sconta anche colpe passate. Comunque sia, temo che non si potrà avere un’inversione di questa tendenza negativo, se si seguiterà nello sconnesso tran tran organizzativo attuale.
Peccato perché Venezia e la sua meravigliosa cittadinanza meriterebbero ben altro.
Note dolenti anche nella divulgazione dei dati, cosa che però rientra nella norma quando il servizio di cronometraggio è affidato a TDS. Mi pare pertanto inutile tornare sull’inesorabile lacunosità di tali classifiche, salvo perseverare nella speranza, sinora elusa, d’un intervento salvifico della FIDAL.
Nell’attesa, passiamo ai ragguagli agonistici della manifestazione.
Tutti gli occhi erano puntati su Andrea Lalli che, pur con condizioni ambientali non certo ideali, è riuscito comunque a svolgere il suo compitino in maniera più che dignitosa, riuscendo nell’impresa di classificarsi al terzo posto con il tempo di 2:14:26. La gara ha visto prevalere nel settore maschile Nixon Machichin, con un modesto 2:13:10, e Mercy Jerotich Kibarus in quello femminile, con un apprezzabile 2:31:14.
Mediamente di buona fattura i riscontri cronometrici ottenuti dai master.
Di particolare rilievo le prove di: Virginio Trentin (Idealdor Libertas S. Biagio) che ha imposto la sua indiscutibile superiorità nella categoria MM55 con un per lui usuale 02:46:25; Vincenzo Zanardini (Atl. Falegnameria Guerrini) che ha prevalso nella categoria MM60 con un pregevole 2:59:42; Camillo Casella (Maratoneti Genovesi), in grado, alla giovane età di 70 anni, d’un ottimo 3:24:30, e del giapponese Koichi Soya che s’è imposto nella categoria MM75 con un non banale 4:20:40.
Buone inoltre le prestazioni di: Elina Junnila, finlandese vincitrice nella categoria MF35 in 2:55:47; Frank Merwerth, tedesco impostosi nella categoria MM40 in 2:30:50; Adriano Pinamonti (Atl. Valli di Non e Sole) che ha regolato i coetanei della categoria MM45 con il tempo di 2:35:36; Rita Mascitti (Avis Benedetto Del tronto), prima della categoria MF45 in 3:10:56, e Gaetano Materia (Pol. Dil. Sanrafel) che ha imposto la sua superiorità nella categoria MM65 chiudendo in 3:18:29.
La tabella che segue riporta in conclusione tutti coloro che sarebbe stato belle vedere premiati anche ufficialmente quali vincitori di categoria.
Categoria |
Cognome |
Nome |
Anno |
Società |
Tempo reale |
Assoluti M |
Machichim |
Nixon |
1983 |
KEN |
02:13:10 |
Assoluti F |
Kibarus |
Mercy Jerotich |
1984 |
KEN |
02:31:14 |
MM35 |
Stefani |
Alex |
1977 |
Atl. Lib. Piombino Dese |
02:35:39 |
MF35 |
Junnila |
Elina |
1977 |
Finlandia |
02:55:47 |
MM40 |
Merwerth |
Frank |
1972 |
GER |
02:30:50 |
MF40 |
Brusamento |
Lorena |
1973 |
A.S. Azzurra Garbagnate |
03:10:02 |
MM45 |
Pinamonti |
Adriano |
1966 |
Atl. Valli di Non e Sole |
02:35:36 |
MF45 |
Mascitti |
Rita |
1968 |
Avis Benedetto Del tronto |
03:10:56 |
MM50 |
Arnese |
Marco |
1961 |
G.S. Galimberti VVFF Mi |
02:51:26 |
MF50 |
Feltrin |
Antonella |
1963 |
Nuova Atletica Roncade |
03:26:08 |
MM55 |
Trentin |
Virginio |
1954 |
Idealdor Libertas S. Biagio |
02:46:25 |
MF55 |
Casali |
Stefania |
1957 |
G.P. Podisti Tribano |
03:42:48 |
MM60 |
Zanardini |
Vincenzo |
1953 |
Atl. Falegn. Guerrini |
02:59:42 |
MF60 |
Lazzaro |
Daniela |
1953 |
ASD Barizza Sport |
04:20:26 |
MM65 |
Materia |
Gaetano |
1946 |
Pol. Dil. Sanrafel |
03:18:29 |
MF65 |
Herzog-Moosmuller |
Gisela |
1944 |
GER |
04:37:04 |
MM70 |
Casella |
Camillo |
1943 |
Maratoneti Genovesi |
03:24:30 |
MF70 |
Simion |
Fiorenza |
1943 |
U.S. Primiero ASD |
05:40:54 |
MM75 |
Soya |
Koichi |
1938 |
JAP |
04:20:40 |
MF75 |
Steen |
Linda |
1938 |
USA |
05:46:58 |
TM |
Omszanski |
Marek |
1981 |
POL |
02:43:15 |
TF |
Collinge |
Emily |
1988 |
GBR |
02:52:23 |