
Ormai si può infatti fare di tutto tramite i tweets di chi in quel momento si trova sul luogo dell’evento o grazie ai messaggi d’aggiornamento lanciati nei social network dall’organizzazione stessa.
Poi per assaporare (si fa per dire) il fatto agonistico basta collegarsi al sito della ditta che cura il cronometraggio. Qui si può seguire l’evolversi della gara consultando la classifica nei vari punti di rilevamento, in genere scaglionati ogni cinque km circa, ed alla fine si fa meno fatica di quando si corre per intero tutta la distanza, erroneamente detta di Filippide, oppure si è più dentro la competizione di quando, con le pantofole ai piedi, si seguono le riprese televisive che si soffermano in maniera ossessiva e deprimente sempre sui primi della classe. Naturalmente sono sensazioni annacquate ma con il pregio di presentarti una pluralità di opinioni in grado, per certi versi, di superare la limitata visione personale.
Infine l’evento vive anche nei documenti ufficiali redatti dagli apparati organizzativi e nei numeri che, qualora non siano oggetto di creative manipolazioni, servono a dare un indice dello stato di salute della manifestazione.
Il tutto non servirà certo a fare cronaca vissuta, ma è senza dubbio una buona base per un’analisi critica dell’evento. Che è poi l’intendimento primario di queste rivisitazioni.
Iniziamo dai numeri.
Com’è usuale in questi casi, gli organizzatori della maratona di Firenze hanno fornito man mano dettagliate informazioni sulle entità delle iscrizioni dando, sin dall’inizio, per scontato il raggiungimento di cifre record. Così è puntualmente avvenuto: sfondato il muro degli 11.000 al 5 novembre e, alla chiusura delle iscrizioni, risultavano ben 11.172 i podisti che avevano aderito all’evento, quasi mille in più del precedente record toccato nel 2010. Su tali numeri non può che farsi atto di fede poiché, come consuetudine, l’organizzazione non concede gli elenchi degli iscritti. I motivi, non è dato di sapere.
Certo è che i partenti sono stati sui 9.800 (al quinto km risultano transitati in 9.789 podisti) e quindi s’è avuta una mortalità iniziale del 12,29%, in effetti un po’ alta considerate le buone condizioni atmosferiche. Il che pone qualche piccolo dubbio sulle cifre fornite, senza che però si possano formulare ipotesi sicure. Ciò che comunque disturba è questa squallida opacità che la FIDAL rende possibile non intervenendo in alcun modo, non fosse altro che nel nome di quella trasparenza che pure il presidente Giomi proclamò a chiare lettere nel suo programma elettorale.
Sebbene le classifiche della maratona fiorentina siano ancora oggetto di continue modifiche — a volte anche in maniera del tutto incomprensibile — si può tuttavia affermare che il numero dei classificati ha varcato con certezza la soglia dei 9.000, attestandosi in questo momento a 9.289 partecipanti.
Naturalmente c’è il solito mistero buffo riguardante il gruppetto di anonimi, a cui non si sa come sia stato consegnato un pettorale; in ogni caso, podista più podista meno, la cifra rappresenta un record per la maratona fiorentina, avendo ampiamente superato il precedente limite di 8.206 conseguito nel 2009. Notevole risulta inoltre il miglioramento rispetto al dato (7.766) dell’anno scorso, con una variazione positiva in valore assoluto pari a 1.521 unità ed in percentuale del 19,59%.
Un successo strepitoso — probabilmente dovuto anche in parte ai podisti che, sconsigliati dal difficile periodo economico a compiere gite onerose sino a New York, si sono visti costretti a ripiegare in favore di località meno esotiche — ma inequivocabile nella sua consistenza e, soprattutto, in controtendenza rispetto alle altre nostre maggiori maratone.
Un boom che però, come visto, si profilava già da tempo; nondimeno ha trovato clamorosamente spiazzati gli organizzatori.
Nel social network è apparso infatti, allo scoccare della quinta ora di corsa, il seguente tweet della Firenze Marathon: “Le condizioni meteo favorevoli, la capacità, l’entusiasmo e la tenacia dei podisti hanno fatto sì che l’organizzazione ha terminato anzitempo le medaglie da distribuire al traguardo agli arrivati. L’organizzazione provvederà a spedire quanto prima le medaglie...”
A quel momento dovevano essersi classificati in 8.750 circa e così più di 500 concorrenti sono arrivati al traguardo senza trovare la medaglia ad attenderli.
Se si considera che gli iscritti erano più di 11.000, il numero di medaglie a disposizione, stimabili in quelle consegnate (8.750 circa), era palesemente inadeguato. Ma, al di là di questa banale considerazione che per altro dà un chiaro sintomo di poca accuratezza nella preparazione dell’evento, ciò che più stupiva erano le motivazioni stravaganti messe in campo dall’organizzazione che addebitava al bel tempo ed all’entusiasmo tenace dei podisti il fatto che le medaglie non fossero state sufficienti. Naturalmente gli organizzatori non c’entravano nulla. Anzi erano essi stessi vittime delle circostanze: il meteo favorevole e l’inusuale capacità dei podisti. Appunto.
Infastidito, ho inviato un messaggio di protesta anch’io, mettendomi nei panni di chi non avrebbe ottenuto quanto gli spettava. Non sono stato naturalmente l’unico tant’è che l’organizzazione ha ritenuto, bontà sua, il giorno dopo di dover promettere l’invio della medaglia e di scusarsi, pur ribadendo che: “la direzione organizzativa di Firenze Marathon si sente incolpevole per l’episodio (le cause, si ripete, sono ancora da accertare) ma nello stesso tempo mortificata”.
Almeno questo, visto che per italico potere anche nelle manifestazioni podistiche le colpe non sono mai di chi dovrebbe farsi carico della gestione (e ci mancherebbe) e le cause sono sempre da accertare.
Mentre il bizzarro messaggio iniziale avviava i suoi effetti, entrava in crisi anche il sito dov’era consultabile la classifica. “Non riusciamo a vedere la classifica...”, protestava un utente; “Esatto, classifiche per favore!!”, gli faceva eco una gentile podista. Avevo appena fatto in tempo di copiarmi talune schermate, incuriosito dalle prestazioni di alcuni master comunemente relegati nei posti di ripiego, e nell’occasione classificati nei primi venti, e il sito era infatti entrato in manutenzione, restandoci ad intermittenza per buona parte del pomeriggio.
Nel frattempo continuavano i messaggi elogiativi dell’organizzazione sui vari aspetti della manifestazione finché non è ricomparsa la classifica, modificata anche nelle posizioni di rilievo: la prima italiana, Claudia Gelsomino, passava da quinta a quarta nel settore femminile e sparivano i master classificati dal diciassettesimo al diciannovesimo posto. Troppo evidente, in questi ultimi casi, che c’era qualcosa che non andava.
A questo punto, forse sarebbe il caso di consigliare ai furbetti di farsi furbi: tagliare per finire tra gli ultimi la prova o per limare di qualche minuto il personale può anche passare sotto silenzio, vista l’innegabile opacità delle classifiche, ma esagerare facendo tempi da primi della categoria, quando si è dei normali podisti, è troppo evidente per passare inosservato.
Passa invece tutt’ora inosservata la mia richiesta di maggiore trasparenza nella stesura delle classifiche; trasparenza che essa stessa garantirebbe l’affidabilità dei risultati e renderebbe la vita difficile ai furbetti. Non ci vorrebbe molto ma, probabilmente, intervenire deve comportare dei costi. Non solo finanziari.
Su twitter scorrevano intanto le opinioni dei partecipanti. C’era chi, avendo fatto il personale, affermava la sua felicità ed elogiava il percorso; chi, essendo riuscito a conquistare la medaglia, ne propagava l’immagine; chi si dichiarava soddisfatto e chi si lamentava della gestione nel suo complesso. Indicazioni varie che però trovavano un moderato seguito nelle lamentele sulla gestione delle griglie di partenza che, pare, abbia creato più d’un problema e in quelle di chi, giunto dopo le 5 ore sul traguardo, in aggiunta alla medaglia, non aveva trovato neppure adeguata assistenza.
La sensazione che ne deriva è una palese impreparazione dell’organizzazione a far fronte ad un numero di iscritti così nutrito, anche se l’entità dei partecipanti era ben nota da tempo.
Certi numeri, oltre a conquistarli, occorre anche saperli gestire; e non pare che l’apparato direttivo della Firenze marathon ci sia riuscito appieno.
Personalmente debbo lamentare che i master, sebbene costituiscano la quasi totalità degli iscritti, non hanno neppure avuto il riconoscimento delle classifiche di categoria. Mi sembra che nelle grandi maratone italiane ci sia profonda disattenzione nei confronti di tali podisti che pure rappresentano la componente essenziale per la sussistenza stessa di simili manifestazioni.
Lo stesso discorso vale per la FIDAL che, invece di abbandonarli alla mercé di chicchessia, dovrebbe considerare i master una risorsa da coltivare con particolare attenzione.
In speranzosa attesa che le cose cambino, passiamo ora agli aspetti tecnici della manifestazione.
Oltre a far esaurire le medaglie, Il meteo favorevole ha reso anche possibile l’ottenimento di ottime prestazioni che hanno dato un eccellente tono d’assieme alla competizione .
Tra gli assoluti si sono imposti Oleksandr Sitkovskyy con un buon 2:09:14, che costituisce anche il suo primato personale, e l’etiope Abeba Tekulu Gebremeskel con un eloquente 2:30:37.
Anche tra master si sono avuti buoni risultati e qui elenchiamo solo quelli di maggior pregio.
Nel settore femminile da citare Francesca Iachemet (Atl. Trento), che ha primeggiato nelle MF35 con il primato personale di 2:48:12; Claudia Gelsomino (Atl. Palzola), vincitrice tra le MF40 e quarta assoluta, che ha concluso la prova con un ottimo 2:46:13; Monica Zanga (Atl. Scanzorosciate) che s’è imposta nella categoria MF50 conseguendo anch’essa il primato personale di 3:18.00; Rita Gabellini (Pol. San Vittore), dominatrice tra le MF55 con il miglior tempo di categoria dell’anno (3:19:04), che costituisce anche il suo record personale, e Nives Buzzi (Maratonina Udinese), prima tra le MF60 con il personale di 3:44.20.
Notevole infine la prestazione della TF Cecilia Tirelli (Modenese Cittadella) che, se non vado errato, con 2:56:20 ha frantumato di oltre 20 minuti il precedente suo record.
Nel settore maschile prestazioni di rilievo, con ottenimento del personale, da parte di Giovanni Bressan (Atl. Aviano), primo tra gli MM40 in 2:34:01; Luca Fusi (G.S. Maiano), vincitore tra gli MM45 con il tempo di 2:40:31, e Victor Vella (Bancari Romani) che ha messo d’accordo i pari età della categoria MM60 con l’ottimo crono di 2:58:45.
Da menzionare poi le prestazioni del britannico Paul Martelletti, primo in 2:18:51 nella categoria TM, e, soprattutto, di Ugo Moroni (Atl. Avis Casteis) che è riuscito nell’impresa di battere quel mostro sacro di Virginio Trentin (Libertas San Biagio). Moroni, credo alla sua prima maratona, ha prevalso quasi allo sprint ottenendo il tempo di 2:42:31, seconda prestazione stagionale nella categoria MM55.
Per concludere, ecco la tabella che elenca i vincitori delle diverse categorie.
Categoria |
Cognome |
Nome |
Anno |
Società |
Tempo reale |
Assoluti M |
Sitkovskyy |
Oleksandr |
1978 |
UKR |
02:09:14 |
Assoluti F |
Gebremeskel |
Abeba Tekulu |
1989 |
ETH |
02:30:37 |
MM35 |
Williams |
Martin |
1977 |
GBR |
02:20:37 |
MF35 |
Iachemet |
Francesca |
1974 |
Atl. Trento |
02:48:12 |
MM40 |
Bressan |
Giovanni |
1971 |
Atl. Aviano |
02:34:01 |
MF40 |
Gelsomino |
Claudia |
1969 |
Atl. Palzola |
02:46:13 |
MM45 |
Fusi |
Luca |
1966 |
G.S. Maiano |
02:40:31 |
MF45 |
Grandjean |
Priska |
1965 |
SUI |
03:08:46 |
MM50 |
Benedetti |
Ferdinando |
1962 |
Avis Perugia |
02:42:05 |
MF50 |
Zanga |
Monica |
1963 |
Atl. Scanzorosciate |
03:18:00 |
MM55 |
Moroni |
Ugo |
1958 |
Atl. Avis Casteis |
02:42:31 |
MF55 |
Gabellini |
Rita |
1956 |
Pol. San Vittore |
03:19:04 |
MM60 |
Vella |
Victor |
1953 |
MLT Bancari Romani |
02:58:45 |
MF60 |
Buzzi |
Nives |
1953 |
Maratonina Udinese |
03:44:20 |
MM65 |
Faugere |
Pierre |
1945 |
FRA |
03:23:37 |
MF65 |
Cenni |
Paola |
1947 |
G.S. Lital |
04:11:59 |
MM70 |
Pravisani |
Ezio |
1939 |
Mario Tosi Tarvisio |
03:44:26 |
MF70 |
Gatti |
Mariangela |
1939 |
Avis Pavia |
05:11:06 |
MM75 |
Wolfensberger |
Arno |
1938 |
SUI |
04:23:57 |
MM80 |
Papcke |
Gerd |
1933 |
GER Startpass |
05:38:24 |
TM |
Martelletti |
Paul |
1979 |
GBR UK Athletics |
02:18:51 |
TF |
Tirelli |
Cecilia |
1980 |
Modenese Cittadella |
02:56:20 |