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tokio2014Quello che colpisce il turista occidentale della maratona di Tokyo è la perfetta organizzazione che prevede e pensa a tutto al punto da apparire quasi indisponente. Nessuna sbavatura, nessun punto debole, l'atleta si sente parte di un ingranaggio talmente oliato che deve solo lasciarsi andare. Se provi a ribellarti, se provi ad uscire dallo schema pensato ed attuato per offrirti il servizio migliore, ecco che un addetto ti ricorda che stai sbagliando, che devi rientrare nei ranghi e seguire quanto ti è stato indicato. Specialmente per noi Italiani sono sbalorditive la precisione e la puntualità con cui gli eventi si susseguono. Nessun ritardo, nessuna improvvisazione, tutto scivola via come se si trattasse della cosa più normale di questo mondo.
La partenza della maratona è stata data con precisione assoluta, due colpi di cannone sparati alle 9.15 spaccate hanno liberato oltre 35000 iscritti lungo il percorso. La gara, trasmessa in diretta dalla televisione, ha calamitato l'attenzione di migliaia di persone che hanno vissuto l'evento con un partecipazione emotiva intensa. La giornata era nuvolosa, ma meno fredda del giorno precedente. Il percorso molto filante, nonostante alcuni ponti da superare nella parte finale del percorso che hanno aggravato la fatica dei podisti meno allenati. Tutti gli arrivati hanno trovato, nei punto di raccolta prestabilito, dei bus che li hanno trasportati in vari angoli della metropoli, essendo il traguardo decisamente molto lontano rispetto alla partenza, evitandogli di viaggiare in metropolitana o in treno. Per il turista occidentale è stata una esperienza decisamente interessante, il confronto con una coltura decisamente diversa della nostra, in cui l'aspetto del bene collettivo prevale decisamente sul bene del singolo individuo. Il sacrifico personale a favore della comunità è vissuto come un pregio. Certo l'aspetto agonistico ha avuto un riquadro importante, ma ritengo che in questa occasione si possa anche sorvolare perché l'esperienza di partecipare ad un evento concepito e creato in una terra così lontana, in un ambiente tanto diverso dal nostro, abbia il diritto di prevalere. E non dimentichiamoci che nel 2020 il Giappone sarà terra di Olimpiadi.