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Con circa 1.300 iscritti, di cui 1.134 arrivati, la prima edizione della Rimini Marathon si può considerare un vero e proprio successo se si pensa anche alla contemporaneità di addirittura altre due maratone (Padova e Messina) e di due gare a livello nazionale (Sarnico Lovere e Chia Laguna Half Marathon), posizionandola direttamente nella top ten delle maratone italiane per quanto riguarda il numero dei partecipanti. Quello che però non possono raccontare i numeri e le statistiche è la passione e l’allegria che ci hanno messo gli organizzatori, capitanati dal Presidentissimo Gelo Rusin, che ha contagiato una marea di podisti facendogli scegliere questa maratona “a scatola chiusa”, sicuri della ben riuscita di questa manifestazione. Fin dall’apertura delle iscrizioni a settembre, il “lavoro mediatico” ed informativo sui vari social network è stato fatto veramente bene lasciando immaginare a chiunque che sarebbe stata una maratona divertente e un ritrovo tra vecchi amici senza eguali nelle altre varie maratone italiane. Tutte sensazioni pienamente confermate fin dal sabato dove, con un marathon village fatto senza tanti fronzoli con due gazebo, due tensostrutture, ma tantissima allegria, tutti i podisti arrivati per ritirare il pettorale si sono trovati ben presto con un bicchiere di birra o con una piadina in mano a fare due chiacchiere e due risate come se fosse una festa di compleanno o un aperitivo pomeridiano. Domenica mattina, con una logistica stile Reggio Emilia, cioè con palazzetto dello sport adibito a spogliatoio, deposito borse e docce, la zona della partenza adiacente all’ Arco di Augusto si è riempita ben presto di colori, di musica e di quel piacevole casino fatto dai fischietti e dalle trombe degli spingitori di carrozzine (ben 11 carrozzine al via con relativi team). Sicuramente da migliorare la partenza perché per inquadrarsi bisognava andare contro il senso di marcia della maratona e disporsi dietro alle carrozzine, io stesso mi sono prodigato a mo’ di vigile urbano per agevolare questa complicata operazione dato l’elevato numero di podisti ancora in arrivo e l’avvicinarsi inesorabile dell’orario di partenza. Una volta partiti i team degli spingitori di carrozzine, è stato simpatico vedere il sindaco di Rimini, l’assessore allo sport e i tre organizzatori della maratona simulare una corsa sui 200 metri che dividevano l’arco di partenza all’Arco di Augusto. Il percorso per i primi 15 km costeggia il lungomare arrivando fino a Igea Marina, per poi salire fino a Santarcangelo di Romagna (bellissimo il passaggio per il centro storico, passando in mezzo a figuranti vestiti da antichi romani) e scendere dolcemente fino a Rimini, passando al 41esimo km sul Ponte di Tiberio, attraversando Piazza Tre Martiri ed arrivando all’arrivo proprio sotto all’Arco di Augusto, un arrivo davvero bello e suggestivo. Veramente simpatici (proprio come solo i romagnoli sanno fare) i km segnati con delle sdraio da spiaggia, migliorabili i ristori specialmente in funzione del caldo, magari aumentando gli spugnaggi, ma nel complesso una bella maratona organizzata bene specialmente considerando che era la prima edizione. In campo maschile il vincitore è stato il polacco Bartosz Olszewski che ha fatto letteralmente il vuoto dietro di sé chiudendo nel tempo di 02.29.09, al secondo posto Francesco Tornati dell’Atl. Banca di Pesaro in 02.42.44 e al terzo posto il campionissimo di ultramaratona, Ivan Cudin, del G.M. Udinesi Uoei in 02.43.47. In campo femminile vittoria della bravissima Ilaria Aicardi dell’Atl. Reggio che ha chiuso in 02.57.54, al secondo posto - con una gara in rimonta- Alessandra Fortin della Sportiamo in 03.10.24 e al terzo posto Fausta Borghini del G.P.A. San Marino in 03.12.48. Per quanto mi riguarda, svestito dai panni o meglio dalle piume del Passo Capponi, ho provato a fare una maratona il più possibile vicino alle tre ore, partendo insieme al mio “socio” Sandro Tosi ai 4,15 al km; già dopo due km, tra il caldo e l’umidità, ho iniziato a capire che sarebbe stata veramente dura, poi km dopo km mi sono stabilizzato sui 4,20 al km ed ho iniziato “picchiare lì” in modo costante, perdendo la compagnia di Sandro poco dopo il decimo km. Così facendo,, sono passato al 14esimo km in 01.00.18, alla mezza in 1.31.30, al 28esimo in 2.01.50 e al 32esimo in 2.20.15 a questo punto ho iniziato ad accusare un po’ di stanchezza, quindi mi sono messo in difesa e con la tattica della palla lunga e pedalare ho fatto gli ultimi 10,2 km in poco più di 45 minuti chiudendo inaspettatamente in 03.05.38 con una felicità immensa e correndo gli ultimi 50 metri insieme a mia figlia. Vi voglio raccontare gli ultimi 200 metri perché è successa una cosa che mi è veramente piaciuta, gasato dalla mia bella prestazione e con ancora un po’ di spinta nelle gambe ho superato a 200 metri dall’arrivo un ragazzo, poi ho iniziato a mulinare le braccia per scaldare il pubblico e fare un po’ di show time com’è ormai mia tradizione, arrivato a 50 metri dall’arrivo finalmente vedo mia moglie e mia figlia attaccate alla transenna sulla mia destra, tiro il freno a mano, prendo mia figlia dentro al percorso e con lei corro gli ultimi metri a braccia alzate contento ed emozionato più che mai (anche perché indossavo la maglietta con su scritto “FORZA WAINER” e gli avevo promesso una prestazione maiuscola). Poco prima di tagliare il traguardo, ho visto che il ragazzo che avevo superato: ha deliberatamente rallentato per non superarmi e, dato che non sono riuscito a farlo subito dopo il traguardo, vorrei fare i complimenti a Martino Venerandi dell’Asd Misano Podismo per questo bellissimo gesto e dirgli pubblicamente che è una gran bella persona! E’ questo il podismo che piace a me. Concludo dicendo che non vedo l’ora di iscrivermi alla seconda edizione della Rimini Marathon e torno a fare i complimenti agli organizzatori per la bella giornata di sport, amicizia e aggregazione che ci hanno regalato.