Un sole tutto siciliano ha brillato sull’ottava edizione della Maratona di Messina, lo scorso anno annullata per le proibitive condizioni atmosferiche. Ha reso più verde i monti Peloritani che la cingono, più azzurro il mare dello Stretto, più aurea la statua della Madonna della Lettera che accoglie benedicente chi giunge in città dal porto. Secondo alcune promesse, avrebbe dovuto brillare anche sul Ponte dello Stretto, gioiello del made in Italy; ma chi vuole arrivare nell’isola dovrà rivolgersi a “Caronte” chissà per quanti altri secoli.
Gran parte del percorso si svolge lungo una sola arteria, l’antica Consolare Pompea, aperta da Gneo Pompeo nel 72 a. C., bella, rettilinea, piatta e con vista sul mare che divide l’ultimo lembo della Penisola dalla Sicilia. L’unica difficoltà altimetrica è un cavalcaferrovia, che quelli della mezza maratona affrontano due volte e quelli della maratona quattro volte. Il tratto, poi, che si corre lungo i binari del tram non è per niente angusto ed insicuro, come potrebbe sembrare dalla lettura della descrizione ufficiale. Il vero problema è il tempo limite di cinque ore, che dovrebbe essere allungato per aspirare ad una partecipazione di massa.
Per ben distribuire le energie, i partecipanti alla Maratona di Messina non hanno a disposizione soltanto i riferimenti chilometrici. Due strutture architettoniche visibili da lontano sono poste ad un capo e all’altro del tracciato e corrispondono ai giri di boa del controllo chip: la statua della Madonna della Lettera e la chiesa di Santa Maria della Grotta. Messina, una volta chiamata Zancle e poi Messana, è una città fortunata non solo per la fulgida posizione geografica, ma anche per essere stata benedetta dalla Madonna quand’era ancora in vita. All’estremità del suo porto falciforme, un’alta stele regge la statua della Madonna della Lettera e la scritta con la quale benediceva i Messinesi con una lettera inviata nel 42 d.C. : “Vos et ipsam civitatem benedicimus”. Al polo opposto del percorso è situata la chiesa di Santa Maria della Grotta con la sua cupola “similmichelangiolesca”, la più sospirata dai maratoneti perché, quando vi si passa per la seconda volta, soltanto sei chilometri li dividono dalla conclusione della fatica, posta al davanti dello scenografico palazzo del Comune, luogo dell’arrivo.
Ovviamente, pur con l’occhio attento a questi due punti di riferimento, lo sguardo può rilassarsi e distendersi sul Santuario di Montalto e sul tempio votivo di Cristo Re posti sulle prime alture della città, commuoversi al cospetto della fontana del Nettuno e stupirsi per lo svettante Campanile del Duomo che racconta per quadranti dinamici i fatti salienti della storia cittadina. Ma è il mare a non abbandonare mai i maratoneti, la cui brezza deterge il loro sudore in una giornata in cui il sole splende come a primavera.
Due giri speculari devono ripetere quelli della 42 km, uno solo quelli della 21 km. Un percorso rettilineo nella maglia ordinata e regolare della città che si prolunga nel luminoso lungomare fino a Paradiso, Contemplazione e Pace, per diventare arcuato nella parte in cui segue la falce naturale del porto.
E’ dedicata ad Antonello da Messina, e mai maratona ebbe nome più appropriato, essendo stato questo percorso disegnato per la prima volta dal grande pittore rinascimentale. La sua “Crocifissione di Sibiu” ha come sfondo proprio il tracciato che ho corso domenica 24 gennaio, in cui, grazie ai colori luminosi e purissimi, assume netto risalto la falce del porto e la ridente riviera.
Se a ristorare l’anima ha provveduto il paesaggio, ai bisogni corporali ci hanno pensato i ristori provvisti di acqua liscia, sali, arance, banane e biscotti; un po’ di acqua gassata, thè, coca cola e qualcos’altro avrebbe potuto soddisfare i podisti più esigenti. In compenso, il ristoro finale ha gratificato tutti.
Percorso ben segnalato e chiuso al traffico. Arco gonfiabile e tappeto chip rimossi dopo l’arrivo dell’ultimo concorrente (5:19), accompagnato al traguardo dal frastuono delle sirene spiegate di una decina di vigili centauri.
168 i classificati della maratona, di cui 14 donne.
1) Antonino Recupero 2:41:30, 2) Massimo Buccafusca 2:41:42, 3) Sebastiano Foti 2:45:25.
1) Lara La Pera 3:23:44, 2) Cinzia Sonsogno 3:24:10, 3) Maria Pistone 3:31:52.
371 i classificati della mezza maratona, di cui 64 donne.
1) Mark Brendan Dooley 1:10:54, 2) Massimo Lisitano 1:11:06, 3) Mustapha Habchi 1:13:10.
1) Graziella Bonanno 1:29:11, 2) Rosaria Puglisi 1:29:28, 3) Maria Virginia Salemi 1:32:45.
Hanno completato la giornata di sport la Shakespeare Run di 9,550 km e la Fitwalking di 9,550 km.