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Quando gli organizzatori, i volontari, il pubblico e la città intera ti hanno fatto sentire come se fossi tra i primi 20 atleti in gara allora stai pur certo che hai preso parte ad una maratona perfetta. Domenica 10 aprile, per le vie della Capitale, la gara è passata come un flusso assoluto di elementi.

 

Ci sono voluti 22 anni di esperienza, una macchina organizzativa enorme, uomini che nel tempo hanno imparato dagli errori passati. Dal primo all’ultimo atleta non dovevamo accorgerci di nulla, se non della nostra fatica. La zona partenza, con la fermata della metro Circo Massimo. I camion per il deposito borse in via di san Gregorio all’ombra del Colosseo, le entrate nelle gabbie, perfette con il doppio controllo pettorale e bracciale dello stesso colore, così che nessuno poteva “provarci”. Il nuovo sistema di attraversamento dei pedoni nelle zone di maggior afflusso di pubblico. Per la prima volta la partenza a onde che ha evitato il collo di bottiglia delle curve iniziali, i ristori gestiti come da manuale da volontari impagabili. In fine la zona arrivo e deflusso, unica.

 

Tutto ha funzionato alla perfezione, gli organizzatori hanno fatto tesoro dei consigli dei runners che corrono in tutto il mondo. Hanno ascoltato e si sono messi in discussione, portando piccole grandi novità, che per oltre 7 ore, si sono viste o forse no, ma questo doveva essere.

 

maratona di roma partenzaDomenica mattina la città era di una bellezza imbarazzante, non si riusciva a correre senza restare rapiti da tutto. Da romano, che litiga ogni giorno con la Capitale, ho fatto pace con questa signora vecchia di oltre 2700 anni.

 

Da anni nel podismo Italiano si è avviato un processo che si è alimentato con lo scambio di informazioni ed esperienze reciproche. A Roma, i due maggiori avvenimenti in termini di partecipazione e distanza, la Maratona di Roma e la Roma-Ostia, hanno ormai, in termini organizzativi, la certezza di essere a livelli mondiali.

 

Allora la domanda è obbligatoria. Se tutto ha funzionato con precisione teutonica o a questo punto direi italica, se gli organizzatori, durante l’anno, coinvolgono promoters della Maratona di Roma con la loro presenza in tutti gli expo delle maratone, perché non saremo mai una gara da 40 mila arrivati?

 

Perché il problema è Roma. Secondo un famoso portale per l'acquisto di viaggi online, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino sarebbero i peggiori al mondo in quanto a servizi, e allora perché devo venire a correre Roma? Il problema va oltre i 42 km di gara. Roma è una città in cui le regole di vita civica sono calpestate da poca cura: dagli spazi verdi, ai monumenti, ai trasporti, fino allo sport pubblico.

 

Noi romani siamo vaccinati e abbiamo gli anticorpi per tutto. Siamo, di fatto, innamorati e come un grande amore rispettiamo i limiti dell’amata, un po’ per necessità e un po’ per tolleranza; e per fortuna ne vediamo anche la sua Grande Bellezza. Ma se uno straniero deve scegliere tra Parigi, Roma e Londra quale preferirà?

 

Allora adesso è il momento di far sentire la nostra voce, di dire a chi ci rappresenterà al Campidoglio dopo le elezioni di giugno, “ehi noi adesso siamo grandi”. Vogliamo una grande città, per tutti, da chi la vive correndo per lavoro a chi la vive correndo per abbattere il suo miglior tempo o solo per fare 42195 passi.”

 

Roma non ci lasciare soli, domenica eravamo due perfetti innamorati, priviamoci ancora, sei nata grande e grandi vogliamo diventare, correndo!