Premessa autobiografica. Nato a Roma, mi chiamarono Mario. Come secondo nome Paolo che piaceva a mio padre, infine Ercole in ricordo del nonno paterno. Un frettoloso impiegato trascrisse sui registri dell’anagrafe Mario Paolo Ercole come fosse un nome solo.
Il riferimento ad Ercole è stato per certi versi positivo: fin da ragazzo, mi sono interessato alla lettura della mitologia greca e romana, ricca di storie intriganti sugli eroi e dei falsi e bugiardi.
Le complicazioni iniziavano quando firmavo un documento. Dovendo scrivere il mio nome per esteso, la spazio ove apporre la firma era sempre insufficiente. Una decina di anni fa mi sono quindi deciso a cancellare dalla carta d’identità Paolo e Ercole e sono diventato semplicemente Mario Liccardi, amen e così sia.
L’antefatto. A fine gennaio 2016 ho compreso che mi si offriva una grande opportunità. In onore dell’eroe mitologico e del nonno paterno, superate dieci “fatiche d’Ercole” avrei potuto tagliare a Roma, mia città natale, il traguardo delle 500 maratone/ultra. Per intercessione della gentile Lisa Magnago, socia del Club Super Marathon Italia e collaboratrice della Maratona di Roma, è arrivato il pettorale 500. A proposito, qualche giorno fa Lisa ha messo al mondo uno splendido pargoletto di nome Sebastian, auguroni!
Maratona. Proveniente da Prato, arrivo a Roma sabato. Pettorali all’Expo, giretto turistico, infine cena e pernottamento in un elegante hotel di Tivoli. Domenica mattina ritorno a Roma e stop al parcheggio delle Terme di Caracalla.
Della maratona di Roma conosciamo tutto. Colosseo, Campidoglio, Piazza Venezia, Lungotevere, San Pietro, Piazza del Popolo, Piazza Navona, Piazza di Spagna. Anche se il percorso attraversa spesso zone anonime e periferiche, bastano queste meraviglie per promuovere la maratona a pieni voti. Quest’anno si parte e si arriva in Via dei Fori Imperiali, ma niente Fontana di Trevi appena restaurata. Come nelle precedenti edizioni, tanti i tratti in sampietrini, delizia dei maratoneti perché causano storte, inciampi e rovinose cadute. Nella zona di consegna delle sacche davanti all’Arco di Costantino incontro Fausto Dellapiana, con uno striscione pro Giulio Regeni che sottoscrivo integralmente.
Il pettorale 500 dà diritto alla Start Area A delle 08:40. Vicino agli atleti africani e i migliori top-runners mi sento un po’ fuori posto. Saluti e baci a Marco Bonfiglio e Massimo Ciocchetti, con i suoi trent’anni (beato lui) il più giovane socio del nostro Club Super Marathon Italia. Una foto anche a Sandro Gozi, autorevole parlamentare europeo del PD, in quest’area anche per meriti atletici (finirà in 3h33).
Qualche minuto in ritardo rispetto all’orario previsto ha inizio la mia “decima fatica” (undicesima dell’anno). Al grido di battaglia “Lassatece passà, semo romani (ed Bulàggna)” al 25° km transito in 2h50. Accarezzo l’idea di fare il record stagionale per onorare il numero 500.
In un tratto del 27° km senza sampietrini, non ho capito come e perché, cado e batto violentemente la parte sinistra del corpo. Braccia pietose mi rimettono in piedi, ma sono completamente frastornato. Sopraggiungono alcuni amici. Con una spugnetta, Fausto Dellapiana mi deterge il gomito sinistro sanguinante. Dopo una provvidenziale bustina Oki di Enrico Di Gregorio, il dolore alla spalla, inizialmente forte, diventa sopportabile. Enrico mi tiene desto parlando delle meraviglie di Roma, in particolare del pavimento in San Pietro del Bernini, a suo parere sublime. Ecco un Enzo Funghi in forma strepitosa, finalmente libero dall’impegno di scortare madamigelle. Mi prende sotto l’ala protettrice e corricchiando mi trascina al traguardo.
Arrivato Mario Ferri che ha corso insieme ad Angelo Squadrone (menzionato sul Corriere dello Sport del lunedì), si parte per Prato. Durante il viaggio, una sosta all’autogrill per festeggiare con prosecco e torta Tenerina l’ottantasettenne Angelo “Campione Vero” e le mie 500. Infine ritorno a Bologna, guidando l’auto con la mano destra e il braccio sinistro penzoloni.
Lunedì mattina, pronto soccorso e radiografia: frattura composta del trochide omerale sinistro. Mi applicano un tutore che dovrò tenere, dicono, per un mese. Vedaremm.
Domenica a Rimini, tutti mascherati, saremo i pacemaker delle 7 ore. La mia maschera, molto veritiera, rappresenterà un infortunato con il braccio sinistro appeso al collo.
Riflessione finale. Per celebrare le 100 maratone/ultra, il 31 luglio 2005 ho scritto il raccontino: “Sono 100 ma non le dimostro (scusate se parlo di me)”. http://www.clubsupermarathon.it/rimembranze/2902-sono-100-ma-non-le-dimostro-scusate-se-parlo-di-me-31-luglio-2005.html. Undici anni dopo (un battito di ciglia, ahimè) l’amore della maratona (ma specialmente del punto-maratona) mi ha fatto raggiungere quota 500. Undici anni fa le portavo ancora bene, ora invece le dimostro tutte. La caduta odierna potrebbe essere un campanello di allarme. Si sta avvicinando il momento di appendere le scarpette al chiodo? Questa 500esima maratona la ricorderò per un bel pezzo.
Post scriptum. Non avrei mai immaginato quanto sia dura la vita con una mano sola. Le semplici operazioni quotidiane diventano faticose. Anche scrivere al computer è complicato assai. Provare ad esempio a fare il famoso copia-incolla e buon divertimento.
Per leggere l’articolo corredato di foto sul sito del Club Super Mararathon Italia: aprire il seguente link: http://www.clubsupermarathon.it/maratone/2944-roma-sono-500-e-le-dimostro-tutte-scusate-se-parlo-ancora-di-me.html.
Per aprire le due gallerie fotografiche:
Clicca qui per le foto della vigilia
Clicca qui per le foto della maratona