You are now being logged in using your Facebook credentials

CLASSIFICA GENERALE -  Ancora una volta baciata dal sole, la Collemarathon si è riconfermata manifestazione dal successo crescente malgrado il suo ostico percorso, con repentini strappi ed improvvisi saliscendi che, dagli antichi borghi fortificati della collina, giunge fino al litorale di Fano.

 

Ma la gara continua a sedurre i partecipanti per l'unicità e la spettacolarità del tracciato, a cominciare dalla partenza in discesa, di oltre 1.100 atleti innescati da un colpo di bombarda medioevale, sul lastricato appena dentro le mura della "Porta Nova" di Barchi; un lungo serpentone che, tra musica e coriandoli piovuti dal cielo, si è dipanato sull'antica strada che porta al mare, per poi inoltrarsi attraverso strade secondarie (come quella a chiocciola che si inerpica verso la Rocca Roverasca di Mondavio, dove ad attendere i corridori vi sono armi storiche, araldi, cavalieri e dame in costume d' epoca); e, poi ancora, gli altri splendidi piccoli centri abitati di Orciano, San Giorgio, Piagge, Cerasa, San Costanzo, fino a raggiungere - su di una lunga passerella - il porto turistico Marina dei Cesari. 

 

Quel che più colpisce di questa maratona è l'atmosfera generale, gestita con abilità dai registi Annibale Montanari e Claudio Patregnani, che hanno creato un evento diverso dagli altri, dove l'amatore si sente desiderato e coccolato al pari del campione.

 

La cosa è resa possibile dal numero ancora gestibile di maratoneti e dall'estrema selezione che il percorso causa: si calcola che su un tracciato del genere un atleta possa impiegare anche una quindicina di minuti in più rispetto al suo personale per via dei continui saliscendi che non lasciano respiro.

 

Ne sanno qualcosa gli agguerriti marocchini giunti come al solito a caccia di premi che hanno via, via, alzato bandiera bianca. L'ultimo ad arrendersi, stremato dalla fatica e dal caldo, è stato il vincitore dello scorso anno, Jaouad Zain, che in vista dell' ultimo chilometro è stato definitivamente sorpassato dall' atleta di casa (è di Mondavio), Andrea Gargamelli, che andava a vincere - dopo otto anni di dominio africano - a braccia alzate tra il tripudio di tifosi in 2h33'39".

 

Zain giungeva alle sue spalle, barcollando ed al passo, in 2h35'14", per poi affidarsi alle cure dello staff medico su di una barella. Conquistava, invece, caparbiamente, il terzo gradino del podio, osteggiando un'incolta barba, il piccolo "calabrese de Roma", Giuseppe Minici in 2h38'27".

 

Vittoria italiana anche in campo femminile con la bionda reggiana Ilaria Aicardi, brava ad imporsi, per il secondo anno consecutivo, in 2h58'24" nettamente davanti all' esperta trailer trentina Simonetta Menestrina (3h04' 02") e all'umbra Federica Poesini (3h08'44").

 

Segnaliamo, infine, per onor di cronaca, che - per via del gran caldo - molti atleti, specialmente tra i primi arrivati, sono ricorsi alle cure del presidio sanitario per una pronta e necessaria reidratazione.