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Ferrara 2017 arte mangiar bene ed esser trattati meglio collage

 

Già il sabato prima della maratona mi trovo catapultato nel bellissimo centro storico di Ferrara: l'imponente castello Estense, la statua del Savonarola, la bellissima Cattedrale e tutto l'intreccio di viuzze su cui si affacciano numerosissimi edifici storici.

 

E mi accorgo che una gran quantità di locali fanno sfoggio di svariate qualità di manicaretti, ma d’altronde, siamo in Emilia e si sa, la cucina è una delle cose per cui vanno fieri.

 

E per me? Nulla di tutto questo ben di Dio? E come Pinocchio, non sto a sentire il Grillo Parlante che rappresenta la voce della coscienza e mi ripete: ‘’Sei un runner ed hai un obiettivo da raggiungere’’ e mi invoglia a non farsi incantare dalle distrazioni gastronomiche…; ma il grillo è pure così fragile da poter essere subito zittito. Così è pure la voce della coscienza, che si propone, ma non si impone. Siamo liberi di decidere anche contro di essa e contro il nostro bene.

 

Con questo "mantra" in testa mi infilo nell’ ‘’Hostaria Savonarola’’, proprio all’entrata del cortile del Castello; è un trionfo di ogni ben di Dio, cappellacci di zucca al ragù, pasticcio ferrarese, salama e torta di tagliatelle. L’interesse culinario verso le prelibatezze culinarie di Ferrara è soddisfatto.

 

Ed arriva velocemente la mattina, esco dalla camera a tastare l'aria e guardare il cielo, mi dicono che farà caldo: si correrà con abbigliamento leggero.

 

Mi preparo e mi avvio nella centralissima zona della partenza: il solito fantastico mondo multicolore di noi runners. Dopo le note dell’ormai consolidata ‘’We are the Campions’’, BANG, si parte!

 

Il percorso si snoda tra le vie cittadine per avviarsi poi verso il parco delle mura. Il ritmo è buono e in proiezione mi illudo di poter fare il personale, ma così non sarà, in quanto, già dopo esser passato alla mezza in meno di 2 ore avverto una certa stanchezza a gambe e polpacci, complice forse la velocità un po' più sostenuta del solito, il caldo, ma soprattutto la fatica accumulata nelle ultime tre ultra corse a marzo.

 

Tra paesaggi piatti di campagna aperta e qualche chilometro su un argine in riva al Po, si torna verso Ferrara, si costeggiano di nuovo le mura rinascimentali della città e si arriva all'ultimo chilometro sul Corso della Giovecca; giriamo a sinistra verso il Castello ed eccoci arrivati.

 

La fatica è tanta, le gambe sono doloranti, ma, la mente è lucida e gode del fatto di portare a termine un’ulteriore maratona; finalmente taglio il traguardo e guadagno anche questa medaglia.

 

Giornata e risultati da incorniciare: in primis unottima organizzazione da parte dellASD Corriferrara, che ha avuto complimenti e ringraziamenti da un numero enorme di partecipanti, soprattutto da quella parte che chiude la propria prova senza velleità agonistiche o di cronometro, ovvero coloro che - nonostante in molti li definiscano “tapascioni” – qui vengono trattati alla pari di tutti gli altri in ogni frangente.

 

Poi la giornata è stata gratificata dal record discritti nella Maratonina, circa 1700, per poi chiudere con 1519 classificati, cifra che migliora i 1414 del 2016.

 

Altro record della giornata quello della maratona femminile grazie alla croata Bojana Bjeljac con il crono di 2h4112”. 

In campo maschile bella prova sui 42 km del veneto, Michael Casolin del G.S. Gabbi Bologna che, ha vinto con una gara quasi tutta solitaria in 2h3024”, suo personale, anche se sperava di chiudere sotto il limite delle due ore e trenta, ma nel finale le forze gli sono mancate.

 

Ristori in gara e all’arrivo molto generosi, con acqua, succhi, dolci, piadine e via dicendo. Forse avrei preferito correre di più all’interno della città e del centro storico per poter ammirare tutti gli aspetti architettonici che questa meravigliosa città offre.