You are now being logged in using your Facebook credentials

Un’altra grande edizione della maratona più importante e (fino a ieri) più veloce d’Italia, a cui partecipo per la terza volta consecutiva.

 

Ancora una volta si rivelerà, in piena primavera, un’edizione “bagnata”, che penso abbia fatto ritirare parecchia gente, dato che gli iscritti risultavano 16107, e gli arrivati quasi 3000 in meno.

 

Obiettivo di questa gara, è cercare di migliorare le 3 ore 43min e 45sec dello scorso anno, nonostante abbia fatto una preparazione con distanze non superiori ai 29 km.

 

Arrivo poco prima delle 7 e 30, e facendo un giro di ricognizione vedo che rispetto allo scorso anno, i camion deposito-borse sono direttamente dopo l’arrivo, così non si dovranno spostare dopo la partenza.

 

Dopo l’incontro con amici runner e le foto di rito, lasciamo le borse ai camion, e ci incanaliamo verso la zona partenza dove ci sarà la suddivisione delle “onde” in base al colore del pettorale; questa operazione mi sembra un po’ più complicata e lenta rispetto allo scorso anno.

 

Avviene prima la partenza delle handbike, poi, a circa 5 minuti l’una dall’altra, le tre onde; la colonna sonora è del film “Il gladiatore”, che (nonostante l’esperienza degli scorsi anni) mi fa venire i brividi.

 

Il passo che vorrei tenere è sui 5:10, 5:15 min/km, ma con la morfologia del percorso, il mare di runners, e la storia che mi circonderà per tutto il percorso, so già che non sarà facile.

 

Il primo km va via “controllato” a 5:20, la difficoltà maggiore è guardare in terra e cercare di non scontrarsi tra runners; inizia a piovere, e nei tratti coi sampietrini si deve fare ancora più attenzione, cosi come per le buche e le pozzanghere che si creano.

 

La mia andatura è tranquilla, e riesco a tenere abbastanza facilmente un ritmo di poco inferiore all’andatura prevista, anche con una leggera progressione fino alla distanza della mezza (5:08 ai 5, 5:09 ai 10, 5:06 ai 21km), nonostante la pioggia, anche forte con improvvisi scrosci, mi accompagni fino al 17esimo km.

 

Al 18° km, c’è il passaggio in uno dei posti più belli ed emozionanti, Viale della Conciliazione, fino ad arrivare alla Basilica di San Pietro; ci sono fotografi dovunque per immortalare questi emozionanti momenti.

 

Al 28° km, c’è un altro punto che temevo, la salita della Moschea, ma quei 4-500 metri riesco a farli con il mio passo.

 

Dopo che ha smesso di piovere, la difficoltà più grande è l’acqua entrata nelle scarpe, che mi dà un po’ fastidio, ma non voglio fermarmi se non ai ristori ed agli spugnaggi, più che altro per asciugarmi. Qui il personale ci incita, tutti sono ipergentili, ed anche gente dai palazzi batte le mani o fa rumore con le pentole; non ho notato né automobilisti, né pedoni che volessero passare per forza.

 

Tanti runners si fermano per fare stretching, o camminano; io, nonostante l’andatura rimanga leggermente sotto a quella prevista, so che pagherò i pochi “lunghi” che ho fatto.

 

Questo momento arriva dopo Piazza Navona, all’incirca al 37esimo km, in cui cammino per una ventina di secondi per bere da una bottiglietta presa al ristoro precedente. Riprendo a correre, ed imbocchiamo Via del Corso, piena di gente sui marciapiedi che ci incita; riesco a mantenere il mio passo, e a superare parecchi runners.

 

Alla fine di Via del Corso, è posizionato il 39esimo km, e poi dopo Piazza del Popolo, imbocchiamo Via del Babuino che ci porterà al 40esimo km, posizionato appena dopo la “barcaccia” di Piazza di Spagna; qui effettuo un’altra camminata di 20-30 secondi, e non vedo l’ora di arrivare all’ultimo ristoro, posto appena dentro al traforo di Via Milano.

 

Qui approfitto per abbeverarmi e mangiare un po’ di solidi, mentre cammino per circa trenta secondi; alla fine del tunnel cade il 41° km, poi una lunga discesa con un paio di tornanti ci porta alla maestosa Piazza Venezia, e da qui al traguardo su Viale dei Fori Imperiali, con vista Colosseo: ho il solito groppo alla gola, e a pochi metri dal traguardo indico il cielo per ricordare chi non c’è più; al momento di tagliare il traguardo grido il nome del mio piccolino che è a casa e a cui ho pensato nei momenti di difficoltà. Concludo la mia fatica in 3 ore 40 minuti ed 11 secondi, ad una media di 5:13 min/km, mio PB in questa maratona, migliorando di oltre tre minuti e mezzo il tempo del 2016.

 

Appena arrivo, scoppia un nubifragio che mi fa affrettare a prendere lo zaino, in cui avevo lasciato l’ombrello, e cambiarmi in macchina.