La notizia era nell’aria, ed ora è stata confermata anche dalla Gazzetta dello Sport, in un articolo firmato dai “colleghi” Galdi e Piccioni. Sabato scorso a Molfetta, in occasione dei Campionati Italiani 10 km su strada, un atleta sorteggiato per il controllo antidoping ha cercato di cavarsela con un trucco già noto al Dopato di Neanderthal, ovvero un pene finto, nel quale era contenuta urina “pulita”. Giochetto in gran voga anche nel ciclismo non appena si è cominciato ad effettuare questo genere di verifiche.
L’escamotage non è sfuggito all’occhio attento del funzionario federale incaricato della supervisione in occasione della falsa minzione ed ora il corridore, di cui non si conoscono ancora le generalità, rischia il deferimento ed un paio d’anni di squalifica. Di certo si è trattata di una bruttissima giornata per il diretto interessato che peraltro risultava nella lista dei ritirati e che quindi supponiamo fosse già sotto la lente d’ingrandimento federale ed ora anche della magistratura essendo stata presentata una denuncia ai carabinieri.
Il pene finto è stato sequestrato. Non siamo a conoscenza di altri dettagli sulla vicenda ma per chiunque volesse porre domande sull’argomento v’informiamo che il co-redattore Maurizio Lorenzini è giudice FIDAL ed ha già svolto numerosi controlli del genere anche in occasione dei recenti Campionati Assoluti all’Arena di Milano. Nell’occasione il buon Maurizio doveva controllare un nerboruto pesista…
Quindi chi meglio di lui può rispondervi su come distinguere tra peni veri e peni finti nonchè sul relativo controllo e sequestro degli stessi?
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