
Nel primo pezzo, a firma Michelangelo Ferrara, Soumiya Labani, trentanovenne atleta marocchina, da 14 anni residente nella città dei Sassi, dichiara di essere stata aggredita verbalmente e fisicamente mentre si stava allenando nel campo scuola materano. In particolare, Labani racconta: “Erano circa le 12 di ieri, quando dopo il giornaliero allenamento sono stata aggredita dapprima verbalmente con frasi offensive del tipo "sei dopata", "siete una famiglia di delinquenti", "voi stranieri vincete le gare perché vi dopate", e poi fisicamente. Sono stata strattonata verso la sede della Fidal e colpita con un pugno all'addome, un calcio al ginocchio destro e tirata dai capelli. Oltre ad una tuta strappata. Protagonisti del fatto dirigenti e addetti ai lavori di una società sportiva del posto”. Aggressione che sarebbe finita solo per la chiamata del 118 da parte di una signora e conseguente trasferimento della Labani con un'ambulanza al pronto soccorso del “Madonna delle Grazie” dove l’atleta marocchina è stata giudicata guaribile in dieci giorni di prognosi”. L’articolo prosegue: “Un'aggressione gravissima e da stigmatizzare al solo pensiero che solo due anni fa erano in tanti i materani che tifavano per l'atleta marocchina che partecipava alle Olimpiadi e nel villaggio olimpico indossava la maglia di Matera 2019 a dimostrazione anche della buona integrazione nel tessuto sociale materano in cui vive da tempo. Pare che all'origine del gesto ci sia il fatto che Soumiya domenica scorsa (il 2 novembre) abbia vinto la mezza maratona di Bari ai danni di società materane visto che l'atleta corre per la società AlterAtletica di Locorontondo. Infatti, gli insulti gratuiti erano iniziati già domenica scorsa quando l'atleta a cento metri dal traguardo si è sentita offesa da un dirigente di Matera che l'accusava di aver fatto un altro risultato falso. Un episodio vergognoso ed ignobile che nulla ha a che fare con una città che prima di diventare Capitale Europea della Cultura 2019 è stata definita anche Capitale Europea dell'ospitalità”.
L’indomani, il secondo articolo o, meglio, una nota del presidente della Fidal Basilicata: “Il presidente del Comitato regionale della Fidal, Emanuele Vizziello, attraverso il suo legale l'avvocato Franoesca Notaro, ha inviato una nota di risposta a quanto affermato ieri dall'atleta Soumiya Labani circa un'aggressione da lei subita nella giornata di mercoledì scorso. Vizziello interviene sulla questione ufficialmente “per contestare la fondatezza e la veridicità di quanto riportato nell'articolo. Invero, giammai dei "dirigenti e addetti ai lavori di una società sportiva del posto" hanno "insidiato" e tantomeno "picchiato" la sig.ra Soumiya Labani, come ingiustamente riportato. In realtà, le persone presenti ai fatti de quo hanno riferito al Presidente della Fidal quanto segue: "alle ore 11,20 circa del giorno 5/11 la sig.ra Labani, al termine del suo allenamento presso il Campo Scuola di Matera, si dirigeva verso alcuni tesserati della Fidal che sostavano nei pressi del piazzale antistante gli uffici della federazione, ed iniziava ad inveire veementemente nei loro confronti. Immediatamente uno di essi allertava le forze dell'ordine. Nonostante ciò, la Labani perseverava nel comportamento aggressivo, al che un addetto della Fidal Basilicata la invitava a calmarsi e ad allontanarsi dalla struttura, anche perché non aveva ancora regolarizzato il pagamento della quota dovuta per accedere all'uso dei detti impianti sportivi, così come avviene per qualsiasi altro utente che ne faccia uso. A seguito di tanto, la Sig.ra Labani, che probabilmente nutriva anche altri motivi pregressi di risentimento per questioni di carattere personale, ha continuato in maniera ancora più intensa ad inveire e ad ingiuriare i presenti e, subito dopo, ha iniziato a colpirsi violentemente e ripetutamente sul viso e sul corpo, fino ad arrivare a strapparsi i capelli e la giacca che indossava, nonché a minacciare di gravi conseguenze gli stessi presenti”, continua Vizziello. “A questo punto, alcuni tesserati Fidal, sconvolti dal comportamento della Labani, chiamavano anche i sanitari del 118, affinché valutassero le condizioni di salute della stessa Labani, che appariva decisamente esagitata". “Il Presidente della Fidal Basilicata ha conferito mandato a questo studio legale» si conclude la nota, «per tutelare presso tutte le competenti autorità giudiziarie e di giustizia sportiva l'onorabilità dei propri tesserati».
Dopo l’esposizione dei fatti, una personale considerazione conoscendo benissimo Soumiya Labani e la sua maniacale ossessione per la perfezione del suo stato fisico: possibile che una professionista possa procurarsi da sola dei danni fisici, soprattutto in un momento di ritrovata forma e in preparazione di una maratona?
E, infine, nello sport, e soprattutto in uno sport come l’atletica, ricordiamoci che violenza, razzismo, offese e botte non devono mai, e ribadisco mai, esistere…