Per chi non avesse ancora deciso dove passare il Capodanno, ci permettiamo di suggerire una vacanza “intelligente”, nel segno dello sport, ma senza stressare troppo i famigliari. Eh si, sappiamo bene che molte consorti si sono rotte le scatole di quelle Vostre trasferte in tutto il mondo, con famiglia al seguito, che ormai da anni vendete come una vacanza mentre altro non sono che partecipazioni a maratone più o meno famose.
Qui si parla invece di vacanza al 100%, sempre insieme alla famiglia, al massimo con una breve assenza giornaliera per un allenamento nel bellissimo scenario dell’altopiano di Pokljuka, nel cuore del parco nazionale del Tricorno, a Goreljeck – Slovenia. L’hotel è una ex-villa storica, in quanto appartenuta a Tito che si dilettava nella caccia agli orsi. Non ne mancava uno il dittatore jugoslavo, anche perché quando faceva padella, ci pensava la guardia del corpo, che sparava in contemporanea, a centrare la preda…
Il proprietario suggerisce tanto relax nelle comode stanze dell’hotel. "Dodici ore al giorno per almeno undici giorni e la prestazione migliora. Dal cinque al quindici per cento" assicura Tadej Valjavec. Ma chi è costui? Di certo non l’ultimo stupido, ma un valente scalatore, spesso nella top ten ai grandi giri negli anni 2000. Un passaporto biologico più volte alterato secondo l’UCI e assidue frequentazioni di Michele Ferrari, si, proprio lui, il luminare del doping.
Come funziona il tutto ce lo spiega il quotidiano “La Repubblica”, che in un recente articolo a firma Giuliano Foschini e Marco Venturati, svelano le scoperte fatte dalla Procura di Padova. Con un investimento di 100mila euro, tutto l’hotel è diventato una gigantesca tenda ipobarica con regolazione personalizzata di ogni stanza dove è possibile respirare come se ci si trovasse fino a 5000 metri di altezza. “Posso regolare la percentuale di ossigeno di qualunque camera. In questo modo posso abbassare la saturazione del sangue per chi si trova all'interno e quindi procurare enormi benefici agli atleti. L'ho provato su me stesso e garantisco: funziona!" dice Valjavec. Riassumendo il concetto, simulando l’alta quota si stimola infatti la produzione dei globuli rossi che assicurano un maggior trasporto di ossigeno ai muscoli, aumentando la soglia della fatica e la produzione endogena dell'ormone della crescita.
Il servizio fornito allo sportivo è completo. Qui son gente seria. Non ci si limita al “condizionamento”, ma vengono anche effettuate puntuali misurazioni dell’ossigeno nel sangue per regolare a puntino la cura. Se la percentuale non scende bisogna darci dentro. Si pompa ancora più azoto, a detrimento dell’ossigeno = si sale di altitudine ed il gioco è fatto. Il tutto col vantaggio di trovarsi al di fuori dei confini italiani dove tale pratica è vietata da una legge dell'aprile 2000 che ha dichiarato tale pratica illegale in quanto dannosa per la salute ed alterante le prestazioni sportive.
Secondo Valjavec, sono in molti a “curarsi” così e non solo ciclisti e fondisti ma anche tennisti come Djokovic o squadre di calcio: Real Madrid, Barcellona per passare ai tennisti e chi più ne ha più ne metta. A casa loro hanno tutti fior di accoglienti camere predisposte per l’uso. Mica come quel “barbone” di Schwazer che si arrangiava con una mascherina assordando la povera fidanzata durante la notte. Anche al Grand Hotel Doping gli impianti son centralizzati ed i silenziosi bocchettoni nelle stanze, elegantemente mimetizzati tra le pietre a vista sulle pareti.
Vi è venuta voglia di una vacanza alternativa? Volete battere quel borioso compagno di squadra che vi precede sempre e poi ve la mena fino alla gara successiva? Affrettatevi, perché l’hotel dispone solo di 12 stanze e la lista di attesa tra professionisti e semplici dilettanti, lunghissima.
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