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Luigi Ocone, il podista deceduto durante l’ultima edizione della Firenze Marathon non morì per doping: questi i risultati della perizia, come pubblicato lo scorso 8 febbraio dal Corriere Fiorentino. I risultati degli esami tossicologici, disposti dal pm Filippo Focardi, hanno stabilito che il 38enne atleta - campano d'origine e fucecchiese di adozione, muratore nella vita di ogni giorno, tesserato per la società “Il Ponte” di San Miniato (PI), non aveva assunto farmaci per migliorare le sue prestazioni; l’autopsia ha invece escluso che Ocone sia stato colto da infarto o aneurisma. A questo punto si dovranno attendere gli ultimi accertamenti per capire perché il cuore del podista si sia di colpo fermato; non sono da escludere patologie congenite. L'avvocato Carlo Giugno, legale della famiglia del maratoneta, ha dichiarato: “È stato fugato il terribile sospetto del doping. Probabilmente Ocone non ha retto allo sforzo della gara”.