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Torna domenica Vivicittà, la corsa organizzata dalla Uisp, Unione Italiana Sport per Tutti, in45 città italiane e 9 straniere, oltre a tre istituti di pena.

A Roma, nel carcere di Rebibbia, in qualità di testimonial ci sarà anche Alex Schwazer: il marciatore altoatesino, squalificato per doping fino al 29 aprile 2016, con la sua presenza confermerà il percorso di “redenzione” avviato con il professor Sandro Donati.

Il presidente della Uisp, Vincenzo Manco ha dichiarato che l’invito è partito proprio dall’ Unione Italiana Sport per tutti “perché abbiamo firmato il documento di Libera che parla di perdono e di opportunità di ricostruzione sociale. E anche noi siamo dentro questa sfida".

A Rebibbia, era presente anche Giorgio Calcaterra, che oltre ad evidenziare le virtù del correre (“Se tutti corressero, il mondo sarebbe migliore"), non ha potuto evitare la domanda su Schwazer e il doping, proprio lui protagonista di accese battaglie contro Roberto Barbi e Alberigo Di Cecco.

“Il suo ritorno con Donati? Mi devo fare ancora un’idea… Io penso che tutti debbano avere una possibilità di riabilitazione, sempreché siano davvero disponibili a compiere questo percorso. E non so in che modo possa avvenire. In ogni caso, servono punizioni severe, perché si deve far capire quanto sia grave il reato compiuto. Secondo me chi si è dopato non deve più vestire la maglia azzurra o percepire premi in denaro. Naturalmente può tornare a correre, certo, dimostrando di essersi pentito e di aver cambiato strada”. Detto questo, i casi di Schwazer e Di Cecco mi sembrano diversi: nel primo caso, c’è stato un pentimento con relative ammissioni di colpa; cosa che non è mai avvenuta per Di Cecco, che continua a prenderci in giro negando ogni responsabilità. Staremo a vedere".