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Il caso Schwazer sembra non finire mai: il marciatore ha infatti presentato nelle settimane scorse un memoriale ai magistrati di Bolzano, confermato poi in un interrogatorio, dove dichiara di aver assunto testosterone sin dall’estate del 2011 per poi passare all’eritropoietina dal 20 febbraio del 2012, prima dei successi di Lugano e Dudince. E, fatto ancor più grave, confessa di aver, già nell’aprile 2012, un incontro avvenuto a Parma, dichiarato al dottor Pierluigi Fiorella, uno dei medici rinviati a giudizio, di far uso di prodotti dopanti. Fiorella si sarebbe dapprima meravigliato del doping “in proprio”, per poi ricordargli di aver vinto in maniera pulita a Pechino e, infine, di smettere, pur tranquillizzandolo, sapendo che la Iaaf sarebbe stata lenta e prudente nell’analizzare i dati. Per Schwazer, Fiorella sarebbe anche colpevole per non avergli impedito la fuga e di stare da solo a Oberstdorf prima dell’Olimpiade”.

Un richiamo anche per l’altro medico chiamato a giudizio (il processo comincerà il 29 aprile), Giuseppe Fischetto, il quale gli avrebbe quasi imposto l’uso di uno spray per l’asma, pur non soffrendo di questo problema.

Per completare, Schwazer aggiunge che la Fidal ed il gruppo sportivo dei Carabinieri erano a conoscenza dei suoi rapporti illeciti con il dottor Ferrari.  

Intanto, mentre Schwazer ha effettuato i primi dati ematici, come previsto dal progetto Donati, e che a breve saranno pubblicati su internet, è stato convocato dalla Procura Antidoping per il 24 aprile, alle 10, in relazione all'istanza di sospensione della squalifica.