Veemente la reazione di Alfio Giomi, il presidente delle Federazione Italiana di Atletica leggera, nell’odierna conferenza stampa nel difendere i suoi atleti dopo la richiesta della procura antidoping che ha chiesto 26 condanne a due anni di squalifica per "eluso controllo": “Nessun atleta dell'atletica italiana è stato trovato positivo ad un controllo antidoping: di cosa parliamo?”
Poi la difesa della sua Fidal, pronta a combattere il doping: “L'immagine di un'atletica italiana travolta dal doping è inaccettabile. Noi non siamo questo. Questa Federazione, di cui sono presidente dal 2 dicembre 2012, è in prima linea nella lotta al doping. Pensate alla carta etica che dal 2013 devono sottoscrivere tutti gli atleti che vestono la maglia azzurra; pensate alla norma che abbiamo varato per escludere da qualsiasi supporto federale un atleta al secondo controllo mancato. Stiamo, inoltre, promovuendo un apposito progetto nazionale per sensibilizzare i giovani su questa importante tematica".
Ancora la difesa degli atleti quasi vittime di un sistema antidoping che prima non funzionava: “Non ero io alla guida della Federazione nel periodo (2011-2012, ndr) a cui si riferiscono i fatti, ma ho ribadito più volte che ci fosse un sistema che non funzionava. Non ci sto che gli atleti siano vittime di tutto quello che si è scatenato. Ora è importante che la giustizia sportiva faccia il suo corso.”
Ed è pronto ad aiutare concretamente gli atleti: “La Federazione, metterà a disposizione degli atleti deferiti la consulenza legale dell'avvocato Guido Valori. Tutti gli azzurri coinvolti per noi restano nella nostra "Road to Rio 2016" perchè non ci sfiora nemmeno l'idea che possano essere condannati. Ho parlato con molti dei deferiti, in particolare con Silvia Salis, e mi porto dietro il dramma e la rabbia di ognuno di loro: molti di loro mi hanno detto di voler smettere. Alcuni saranno stati colpevoli di negligenza e superficialità nell’aver preso sotto gamba le comunicazioni, ma con il doping non c’entrano niente. L'atletica italiana è insieme ai suoi atleti ai quali non verrà mai resa giustizia perché fra due mesi quando verranno assolti sui media ci sarà forse un decimo dello spazio di oggi".