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E' stato emozionante arrivare qui nel versante sud dell'alveo del Fucino, in questa linda cittadina, formata in gran parte da casupole di un piano, abitate dai discendenti dei "cafoni", quei poveri contadini di Fontamara, descritti da Ignazio Silone nel suo romanzo, uscito dalla sua penna quasi cent'anni fa agli inizi del ventennio fascista.

 

“In capo a tutti c'è Dio, padrone del cielo, questo ognuno lo sa. Poi viene il Principe Torlonia, padrone della terra, poi vengono le guardie del principe, poi vengono i cani delle guardie del Principe, poi nulla, poi ancora nulla, poi vengono i cafoni e si può dire che è finito”.

 

Invece, qui a Trasacco, il cui territorio è compreso tra l'ex lago del Fucino ed il Parco Nazionale D'Abruzzo, nulla è finito, anche se la maggior parte dei suoi abitanti lavora ancora gli ex latifondi della piana, non con gli asini ed i muli di una volta, ma con moderni ed attrezzati trattori agricoli.

 

"Fanno il Fucino" anche gran parte degli iscritti della titolata società Plus Ultra, organizzatrice dell'evento, ottimamente diretta da più di vent'anni dall' infaticabile Alvise Di Salvatore, che con dedizione e passione l'ha resa particolarmente attiva, anche nel sociale, in questo territorio da parecchi anni. 

 

Infatti, per questa quinta edizione del Winter Trail del Monte Labbrone è riuscito a radunare nel piazzale di fronte alla Madonna del Soccorso, in periferia del paese, circa trecento trailer che in una mattinata nuvolosa, ma dalla temperatura accettabile, si sono sfidati sui 13,7 chilometri del percorso con 550m+ di dislivello, e dopo i primi  metri sull'asfalto hanno iniziato  la larga salita calcarea che porta allo "svalico" distante 4 chilometri, zigzagando all'interno di una rada pineta, passando davanti al Monumento in ferro della Madonna Pellegrina con in alto una stella a 6 punte, sotto il quale un folto gruppo di atleti della Podistica Luco dei Marsi, con le loro inconfondibili canotte rosse, si è fermato in preghiera, in barba al tempo di gara, per ricordare il loro compagno di squadra Antonio Bianchi, morto nel pomeriggio della scorsa domenica.

 

Dopo un lungo giro sui sentieri di questa montagna dai contorni arrotondati, in gran parte erbosi, con tratti di pineta sicuramente non originaria, ma trapiantata nelle passate epoche, intorno all’8° chilometro hanno raggiunto la "Terrazza sul Fucino", con una vista “aerea” mozzafiato sui cromatici terrazzamenti della Piana, fino a raggiungere la Crocetta, attraverso il tratto più irto e pericoloso del percorso. Da qui è stato poi facile raggiungere il traguardo attraverso lunghi tratti in forte discesa.

 

Dopo un anno di digiuno, lo stagionato marocchino Mohammed Lamiri, ormai di casa qui a Trasacco, si è ripreso la vittoria in 1h02'30" dopo una lunga battaglia con il giovane terracinese Vincenzo Di Girolamo (1h03'09"), transitato in vantaggio sulla cima. Terzo, più staccato, è giunto il piccolo e muscolare scalatore cassinate Mario Capuani (1h04'16").

 

In campo femminile, la marchigiana Rossella Cerretani bissa il successo dello scorso anno in 1h23'17" contenendo a fatica l'avezzanese Annalisa Cipollone (1h24'01"), mentre alle loro spalle è giunta con più di 5 minuti di ritardo la locale Cesira Paponetti.

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