I due ristori con bottigliette d’acqua fresca sul percorso rimarranno impressi nella memoria di chi fa corso domenica scorsa ad Adelfia, in provincia di Bari.
Giornata calda, caldissima, come tradizione vuole per la Correndo tra i Vigneti, il caldo e l’afa che, nonostante la partenza avvenuta alle 19.00, tormentano gli atleti, ma ecco apparire gli angeli freschi del ristoro…
Ma sono davvero tanti gli aspetti positivi di questa manifestazione giunta alla dodicesima edizione, la prima senza – o quasi – Antonio Torres, il simpatico folletto inventore della manifestazione.
Non è riuscito comunque a stare lontano, tanti devono essere gli stati d’animo avvertiti in quei momenti, dall’amore alla rabbia, dalla soddisfazione alla depressione, ma il buon Antonio deve essere contento di quanto realizzato, di aver lasciato in buone mani, nelle mani di chi comunque gli vuol bene, lo rispetta e lo vuole nella “famiglia”.
E, francamente, Antonio Nicassio, maratoneta e presidente dell’Atletica Adelfia, colui che ha ereditato il comando da Torres, fatto tesoro di quanto di buono messo in atto dal predecessore, ha avviato un processo di crescita dell’evento, sempre più gara di rango nazionale e meno sagra locale.
Gara di grandi atleti con la presenza del più amato dai podisti semplici, l’ottimo Giorgio Calcaterra, miliardi di chilometri nelle sue gambe, titoli mondiali di ultramaratona e la solita umiltà; Alberico Di Cecco, l’abruzzese giunto fino alla nazionale, la vittoria di numerose maratone a cominciare da Roma, uscito pulito dall’accuse di doping; Dario Santoro, giovane sipontino, grandi capacità e un titolo di campione italiano assoluto di maratona nel suo palmares; Luigino Zullo, demonio e santità, passando in tre settimane dalle stalle alle stelle su alcune pagine di giornale; l’eterno Vito Sardella, una carriera di grandi prestazioni alle spalle ma la forza di mettersi sempre in gioco; il buon Rodolfo Guastamacchia, vincitore più volte della mai dimenticata Maratona di Bari e maestro di sport; notevole, poi, la presenza di atleti provenienti da altre regioni, a cominciare dagli amici bergamaschi, Antonia Netti e Carlo Magni, de La Recastello Radici Group.
Ritrovo fissato nella centralissima Piazza Roma, dove rapidamente - presso un unico punto - si ritirano pettorale, chip e pacco gara. Due le possibilità d’iscrizione previste, ma tutti preferiscono pagare 7 euro, due in più rispetto alla tassa base, e ricevere il ricco pacco gara, comprensivo della maglia tecnica.
Numerosi gli stand presenti in piazza, dall’abbigliamento tecnico agli integratori, è un piacere vedere tanto movimento… Apprezzatissima anche la fontanina, l’acqua è troppo importante nella vita dell’uomo! Presi d’assalto anche i bar attigui, il podismo muove sempre più gente e porta soldi, gli amministratori locali dovrebbero essere sempre disponibili con chi organizza tali eventi…
La presenza di Calcaterra ipnotizza gli atleti: la stragrande maggioranza dei presenti scalpita per ottenere ed ottiene uno scatto con Re Giorgio; va forte anche Luigi Zullo, i suoi tatuaggi e la sua cresta attirano selfie e foto… Qualcuno mi chiede in due parole chi sia Alberigo, si spaventano al solo sentire 2ore e 8 minuti in maratona…
Vola il tempo, vola letteralmente e i Giudici (bentornato Luigi de Lillo!) invitano gli atleti ad andarsi a schiarare dietro la linea di partenza, sita nell’attigua piazza Cimmarrusti, contrassegnata dal tappeto di rilevazione elettronica gestita da Tempogara di Vito Candela.
Predisposta la griglia pole position riservata agli atleti meglio classificatisi (primi cinquanta uomini e prime dieci donne più, speciali wild card attribuite dagli organizzatori) nella precedente tappa del Circuito provinciale Terra di Bari (di cui Adelfia costituisce la nona tappa), con pettorale contrassegnato da speciale bollini distintivo, alcuno si preoccupa di gestirne l’ingresso e il tutto si annulla…
Per fortuna, la larga sede stradale, nonostante l’inguardabile e quasi inutile pista ciclabile la restringa, è ampia, i più veloci sono comunque nelle prime posizioni.
Prima della partenza, la simpatica liberazione di palloncini giallo e azzurri, i colori della società organizzatrice, e la presenza del parroco corridore, dinamico e allegro, che non disdegna una bella foto con i fedeli… in corsa.
Ottenuto l’ok dai vigili dal percorso, che a loro volta attendevano il lasciapassare dell’organizzatore, finalmente il Giudice può lasciar partire lo sparo che allunga subito il plotone dei corridori.
Un chilometro circa e gli atleti ripassano sul punto di partenza, in testa si è ancora tattici, in coda già si respira affannosamente.
9300 metri, percorso veloce, con qualche piccola difficoltà altimetrica, ben chiuso al traffico (qualche problemino solo nel finale per le retrovie, perché gli automobilisti hanno notoriamente sempre fretta e devono passare, ma niente di trascendentale), un misto tra urbano ed extraurbano, tra cittadino e rurale, con speciale incursione tra i vigneti, dove l’aria è più calda, il sole è più cattivo e picchia forte, ma l’ambiente è naturale… Poi il graduale ritorno verso la città, il piccolo cavalcavia, il lungo viale, la curva a sinistra, il ponticello e il lungo corso che porta al traguardo, teatro di epici duelli e sprint.
Peccato che la sede stradale sia notevolmente ridotta a causa della (già citata) pista ciclabile, gli spettatori man mano la restringono ancor più con la loro presenza, per le prossime edizioni sarà d’uopo transennare il corso il più possibile, costringendo la gente a stare dietro, assicurando sicurezza per i corridori e maggiore visibilità agli spettatori corretti e, soprattutto, ai Giudici e ai fotografi.
L’avevo dato per favorito sin dall’avvio, Dario Santoro (Daunia Running San Severo), talento che conosco e apprezzo sin da quando era un ragazzino, conclude in netta solitudine in 28:10, meritandosi il forte applauso degli astanti. Positivissimo secondo posto in 29:03 per Luigino Zullo (Running Team D’Angela Sport), che ritrova certezze, “relegando” Alberico Di Cecco (Fantini Vini), reduce dalla vittoria nella gara di Rapino in Abruzzo, la sera prima), al terzo posto in 29:55.
Sempre lucido, Rodolfo Guastamacchia (Running Team D’Angela Sport), gestisce il quarto posto in 30:10, precedendo il generoso Gianpiero Bianco (Dof Amatori Turi), quinto in 30:57, e l’eterno Vito Sardella (Montedoro Noci), sesto in 30:57. Troppo breve per le sue abitudini, Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport Asd) chiude in settima posizione in 31:19 (quasi deluso il pubblico, poco informato, che credeva vincesse…), con l’esuberante Angelo Didonna (Amatori Atl. Acquaviva), ottavo in 31:38, davanti al compagno di squadra, Antonio Esposito, nono in 31:44. Lista top maschile chiusa da Dino Masciale (Bitonto Runners) in 31:50, sempre brillante.
Atleta e allenatrice, semplice ma decisa, Viola Giustino (Giovani Atleti Bari) coglie il meritato successo giungendo solitaria in 33:26, 16^ assoluta, a precedere l’amica-rivale di tante battaglie, Francesca Labianca (Alteratletica Locorotondo), seconda in 35:02: è bello notare quanto stima, amicizia, rispetto ci sia tra queste due splendide atlete! Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) ha il vizio di essere sempre sul podio, o, al limite, a ridosso: è, infatti, terza in 37:39, con l’energica Raffaella Filannino (Atletica Disfida di Barletta), quarta in 38:16. Ottima prestazione per Filomena Casaluce (Bitonto Sportiva), quinta in 39:24, con l’immancabile Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), sesta in 39:42. Sempre elegante, Valeria Cirielli (Amatori Atletica Acquaviva) è settima in 40:48, a precedere la determinatissima Alessia Santonastaso (Free Runners Molfetta), ottava in 40:53, seguita dalla compagna di squadra, la mai doma Antonia Patierno, nona in 41:10. Il suo presidente, Gianfranco Fabiano, la definisce la “nostra tigre”: lo scatto felino di Teresa Landriscina (Trani Marathon) la porta in decima posizione in 41:18.
530 i finisher (più due squalificati) Fidal, cica centocinquanta i liberi partecipanti; chiude gli arrivi il buon Eligio Lomuscio (Barletta Sportiva) in 1:17:50, accompagnato, come già avvenuto alla Maratona di Roma, da Giorgio Calcaterra, tornato indietro a prenderlo, per poi lasciarsi andare ad un sincero abbraccio, toccante e significativo.
Ma il meglio deve ancora venire: il mega ristoro finale è roba pantagruelica, non manca nulla, dal dolcetto al salato, dal gelato allo yogurt, dall’anguria all’acqua fresca, per completare con una lattina di birra, il tutto consegnato a iosa e a ripetizione, con… alcuni pronti a far la spesa.
Intanto è tempo di cerimonia di premiazione, occorre muoversi, gli atleti devono rientrare, in piazza è a breve previsto un concerto. Tutta l’abilità di Paolo Liuzzi, lo speaker di Puglia, ricaricato da birra e onde, per cominciare subito e chiamare, alla presenza del locale Sindaco, Giovanni Cosola, e dell’intera Giunta, nonché del presidente provinciale Fidal, Francesco De Mattia, le prime cinque donne arrivate, per proseguire con i primi cinque uomini: questi dieci atleti ricevono – meritatamente - tanti, ma tanti premi, oltre ai trofei di varia grandezza. Particolare, come tradizione, quello per i vincitori, con una vigna in corsa con tanto di scarpette!
A seguire, la consegna del giusto riconoscimento per i primi tre di ciascuna categoria di età (tutti ben… premiati), per i primi liberi (uomo e donna), per i primi adelfiesi (uomo e donna), per finire con il premio per le prime cinque società per numero complessivo di arrivati: vince la Dof Turi su, nell’ordine, Amici del Tesoro Bari, Bio Ambra New Age Capurso, La Fenice Casamassima e Bitonto Sportiva.
I ringraziamenti del presidente Nicassio, insieme ai saluti di uno scatenato Paolo Liuzzi, concludono definitivamente la manifestazione.
E anche questa settimana posso chiudere facilmente facendo i complimenti agli organizzatori per la riuscita di questa splendida manifestazione che, peraltro, conferma il positivo trend; ulteriore conferma che il movimento pugliese funziona ed è all’avanguardia…