Edizione sontuosa la 20^ del Palio delle Porte che si è corsa venerdì 29 settembre a Martinengo e valida come 5^ e ultima prova del circuito Diamond Cup. Prima di arrivare al perché ho utilizzato questo aggettivo per questa manifestazione volevo spendere due righe sul Diamond Cup un circuito di gare che si svolgono nella bergamasca e che è iniziato lo scorso 28 luglio a Pontoglio e ha poi fatto tappa a Romeno di Lombardia, Castel Rozzone e Torre de Roveri prima di concludersi a Martinengo.
Ho partecipato a diverse edizioni di questa gara e nella mia memoria ho archiviato solo bei ricordi, però negli ultimi anni varie vicissitudini mi hanno tenuto lontano dal Palio, ma quest’anno non potevo mancare. Se Martinengo, almeno il centro, mi è sembrato uguale a come lo ricordavo, questo non si può certo dire per la gara che si è rinnovata.
Quando la correvo io, il percorso era un giro di 1 km circa, tutto in centro, da percorrere più volte in base all’età. Quest’anno invece il Palio delle Porte ha festeggiato i suoi 20 anni di vita regalandosi un nuovo percorso (positivi i commenti che ho raccolto nel post gara con un’unica segnalazione per un breve tratto poco illuminato) di poco meno di 3 chilometri da percorrere 2 volte per tutte le categorie femminili e 3 per quelle maschili.
Non c’è più, ormai da qualche anno, la gara a inviti dei top che noi, finita la nostra fatica, ci appostavamo sotto i porticati a vedere che si davano battaglia su 10 km.
Logistica ancora tutta concentrata nella funzionale piazza principale con il deposito borse, mentre “ai miei tempi”, le borse erano lasciate in custodia ai portici che circondano la piazza o, per i più fortunati, a qualche accompagnatore che non correva.
Ricco il pacco gara e ricco anche il ristoro con pasta party e poi numerosissime premiazioni con riconoscimenti per i primi 10 uomini e donne classificati e poi tantissimi premi di categoria (15 premiati fino alla categoria MM65!)
Può bastare questo per definire sontuosa la gara? Si, ma non è finita perché a impreziosire il tutto c’è da annotare la presenza di campioni del passato come Gelido Bordin, Genny Di Napoli e Marco Marchei e del presente con il campione italiano di maratona Ahmed Nasef, Dario Rognoni, Lachen Mokraji e il giovane e promettente Mustafà Belghiti, speranza dell’atletica lombarda. A loro bisogna aggiungere un discreto numero di personaggi dell’ambiente della corsa che hanno voluto, con la loro presenza, omaggiare Tiziano Lamera e il suo Marathon Team.
Alle 20,15 lo sparo ha dato il via alla gara femminile e le quasi 100 partecipanti (92 le arrivate) hanno iniziato subito a battagliare per le prime posizioni. Al passaggio del primo giro la prima è Federica Zanoni con un leggero vantaggio su un gruppetto composto da Francesca Olmi, Clara Faustini e Viola Taietti. Federica non rallenta e, anzi, nel secondo giro aumenta il ritmo e chiude la gara in 20:59 davanti a Clara Faustini (21:23) e Viola Taietti (21:51).
La gara maschile è iniziata poco prima delle 21,00 e in testa sono scattati subito Nasef, Belghiti e Mokraji seguiti dagli “italiani” primo fra tutti Dario Rognoni. Dopo 8:57 di gara il primo passaggio sotto il gonfiabile e a guidare il terzetto c’è il giovane Belghiti e così anche al secondo (chiuso in 18:01). I tre arrivano insieme anche sul rettilineo finale e la volata premia Ahmed Nasef che taglia per primo il traguardo davanti a Lachen Mokraji, ma per loro il crono finale è lo stesso 26:52 e terzo e Belghiti in 26:54. Assistendo all’arrivo mi è sembrato che il giovane talento ci sia rimasto male del risultato e che fosse un po’ arrabbiato, ma Lahcen ha smentito tutto.
Dopo 51:14 a chiudere la gara maschile, in 233^ posizione, è Pier Luigi Sammarchi che non avrei menzionato se non fosse il Gigi che, in coppia con Andrea, ha dato vita al famoso duo di cabaret che tanto ha divertito quelli della mia generazione.
La Diamond Cup si chiuderà con le premiazioni che si terranno a Castel Rozzone a fine ottobre mentre io spero di riuscire a tornare a Martinengo anche l’anno prossimo.