SERVIZIO FOTOGRAFICO - La Milano21 Half Marathon ha debuttato col boom di partecipanti: 6.500, suddivisi tra la mezza maratona e la 10 chilometri, tutti concentrati nell'area logistica allestita sotto i grattacieli di Porta Garibaldi che si è presto trasformata in una prigione a imbuto. Troppo piccola per accogliere tanta gente. Due i varchi di controllo da oltrepassare per raggiungere il deposito borse adiacenti ai gazebo-spogliatoio e 20 bagni chimici.
La partenza delle due gare, prevista per le 9:15, è avvenuta con 15 minuti di ritardo per permettere alla grande mole di partecipanti di affluire nei box di partenza, allestiti lungo viale della Liberazione alle spalle dell'area logistica. L'attesa del via è stata un mezzo dramma, dato che la bella mattinata soleggiata è stata sferzata dal vento gelido.
Subito dopo la partenza, in via Vittor Pisani, la strada a doppia carreggiata di fronte alla stazione centrale, diversi furbetti hanno invertito ad U il senso di corsa almeno 50 metri prima del giro di boa previsto ai semafori di piazza Duca d'Aosta, in quanto non c'erano controlli e nemmeno le transenne a delimitare il percorso.
Per quelli come il sottoscritto, che hanno corso a 5 minuti a chilometro, non è stato agevole gestire il ritmo di corsa fino almeno al sesto chilometro, dato che anche Corso Venezia, interessato in andata e ritorno durante le prime battute di gara, straboccava di podisti al punto di impedire una corsa fluida. Dal sesto chilometro in poi, lungo la circonvallazione dei Navigli di Milano, la situazione è andata via via migliorando e la corsa si è fatta più uniforme sul tracciato piatto e veloce. Da quel punto le strade erano ben presidiate dagli addetti al servizio di gara, che tenevano a bada i numerosi brontolii dei milanesi nel vano tentativo di attraversare.
I ristori e i punti di spugnaggio erano ben dislocati e ben forniti. Suggestivo il passaggio nel parco Sempione nell'ultimo tratto di gara, prima dell'ultimo chilometro, in leggera discesa verso via Melchiorre Gioia e quindi al traguardo di viale della Liberazione. Dopo la finish-line (ho chiuso in 1h47'), il ristoro troppo piccolo che straboccava di podisti assetati mi ha fatto desistere. Stanco e fradicio com'ero, mi sono limitato a ritirare gli ultimi gadget e ho cercato di raggiungere velocemente l'area del ritiro borse, che nel frattempo si era già ri-trasformata in un imbuto-bolgia. Ho dovuto pregare le forze dell'ordine di farmi passare sui vialetti oltre la zona di sicurezza dato che era impossibile percorrere quei 50 metri maledetti che mi separavano dal deposito-borse allestito in diversi gazebo numerati. Raggiunto l'agognato deposito, si è reso necessario munirsi di pazienza con gli addetti intenti a cercare le sacche buttate alla rinfusa, tra le sgomitate e le sfuriate verbali di qualcuno che perdeva la pazienza. Una domanda sorge spontanea: possibile che in un'ora e passa di tempo di gara non ci sia stato modo di ordinare per numero quelle sacche suddivise di 600 in 600, per due-tre addetti ad ogni gazebo?
Per concludere, la gara è interessante sia per la collocazione geografica che per il periodo. Va solo migliorata nella gestione degli spazi logistici, mentre il percorso andrebbe rivisto almeno nella prima parte se non c'è la possibilità di attrezzarlo contro i furbetti; pare ovvio che, se si ha intenzione di far iscrivere 6 mila persone e passa, bisogna escludere i giri a U tra le corsie di una stessa strada.
La Milano21 odierna è stata una numero zero, che ha patito qualche pecca tipica delle prove generali. Il sottoscritto - cavia, alla fine, promuove l'evento. Speriamo bene per l'anno prossimo.