Chiedete ad un bambino se gli piacciono le caramelle,vi risponderà sicuramente di sì. Domandate ad un podista qual'é una delle maratone meglio organizzate in Italia e vi dirà senz'altro Reggio Emilia. Scrivere anche il mio consenso non fa altro che accrescere, meritatamente e giustamente, la fama di questa gara. Abbondanza, calore, allegria e qualità dei ristori fanno parte del dna e sono una caratteristica della manifestazione. Aggiungiamo anche che vengono a prenderti nella tua città, che ti fanno sentire a casa una volta arrivati a Reggio Emilia ed il cerchio si chiude. Qui non interessa avere la foto del vincitore col timer ufficiale che segna 2h07'00" e poi di tutti gli altri: "Chissenefrega!", importa avere la foto di tutti al traguardo che sorridono, distrutti dalla fatica ma felici di essere stati al centro dell'attenzione, eroi per un giorno. Altri Organizzatori non si sentano offesi se al cospetto degli emiliani escono perdenti, cerchino di essere pungolati a fare meglio e pensino un po’ meno al profitto. La mancanza di sponsor e la crisi abbracciano, purtroppo, tutt'Italia e come scuse reggono fino ad un certo punto. Siate lungimiranti,usate la fantasia. Una cosa però all'amico Paolo Manelli, l'organizzatore, voglio chiederla: "Perché hai cambiato il percorso?" Va bene la prima parte con i lavori in piazza del Teatro che ti hanno costretto a rivedere il giro in centro, ma togliere il sottopasso del bowling per farci passare in una zona piena di curve secche, zeppa di capannoni e poi bruttissima, non credo sia stata un'idea brillante. Certo, quei duecento metri di salita erano scomodi e a quel punto del percorso potevano dar fastidio, però potevano anche rimanere. Nel cambio penso c'abbiamo perso, secondo me.
Concludo dando l'arrivederci a tutti alla prossima edizione, perché a Reggio Emilia, maratona Città del Tricolore, non si può dire di no.