Da qualche anno puntavo a questa gara, poi ho sempre rimandato per altri impegni. Invece stavolta sono riuscito a correrla, beh, quasi tutta, in realtà mi sono concesso delle (necessarie) pause ai ristori.
Ne è valsa la pena arrivare fin qui, sull’appennino emiliano, un’esperienza decisamente positiva.
Si corre per (quasi) 17 chilometri attorno alla pietra di Bismantova, un montagna dalla forma e dalla storia un po’ particolare, difficile da “decifrare”; un percorso molto panoramico, se non ti tiri troppo il collo riesci anche ad apprezzarlo.
Si lascia il caldo della pianura per correre in condizioni accettabili, su un percorso sostanzialmente senza un metro in piano, si sale e si scende in continuo. Un po’ ridotti gli spazi in zona partenza, dopo la spunta si dovrebbe stare all’interno del recinto, che non è proporzionato al numero dei partenti. Pronti, via e subito un primo mille cattivo, in questo modo è dura carburare al meglio, poi per alcuni chilometri le pendenze positive e negative sono accettabili, salvo qualche strappo. Dai cartelli, ogni chilometro, noto curiosamente che sono da leggersi al contrario, vanno a decrementare piuttosto che aumentare, dal punto di vista psicologico la trovo una buona idea, ma si tratta di un’impressione personale. Al km 8 si arriva al punto più basso del percorso (668 metri) e da qui parte il tratto che ho trovato più difficile: sono un paio di chilometri con pendenze talvolta toste ed esposti al sole, non è poco dignitoso camminare per qualche metro. Si continua a girare attorno alla Pietra di Bismantova, si trova sempre alla sinistra rispetto alla nostra direzione di marcia; il percorso è generalmente esposto al sole, anche se non mancano alcuni tratti alberati.
Notevole la picchiata finale verso l’arrivo, anche se a -2 chilometri c’è un breve tratto assassino che ti porta al punto più alto del percorso (778 metri). Qui, se ti sono rimaste le gambe, riesci a recuperare parecchio tempo. Si arriva dentro la pista del Centro Coni.
Organizzazione e logistica vicine alla perfezione: parcheggi, spogliatoi e docce, costi di iscrizione bassi (13 euro) e controvalore più che adeguato, a beneficio di chi fa i conti su questo. Invece io penso sia più importante la sicurezza, abbiamo corso senza incontrare una macchina (pur correndo sempre su asfalto), abbiamo avuto tre ristori invece che i due annunciati nel regolamento, una decisione saggia degli organizzatori e utile per i partecipanti. Premiati i primi 100 uomini e le prime 40 donne, niente categorie. Una scelta diversa dalle consuetudini, qualcuno potrebbe storcere il naso ma in realtà la trovo una scelta corretta; intanto da considerare che c’è una base di premiati davvero ampia, nei dintorni del 40% (140 su 373 classificati) e poi, insomma, il principio dovrebbe essere sempre lo stesso, se vuoi vincere qualcosa devi andare forte, non confidare che siano pochi quelli della tua categoria.
Interessante il contorno delle gare giovanili, un bel completamento della manifestazione.
Animatore della manifestazione Stefano Morselli, speaker prima e dopo la gara , e fotografo durante.
Articolo di cronaca, classifiche e gallery fotografica di Stefano Morselli
http://magazine.podisti.it/2013/index.php/component/content/article/30469-castelnovo-ne-montii-re-17-giro-della-pietra.html