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 Partecipo per la terza volta, la seconda consecutiva, alla mezza più partecipata d’Italia.

La tensione pre-gara inizia il venerdì precedente quando vado al Village, ubicato all’Eur, a ritirare il pettorale e il pacco gara per me e per un mio amico novarese che verrà a Roma per l’occasione.

Il village è quasi identico allo scorso anno e, stando poca gente, approfitto per fare un bel giro, con massaggio incluso.

La domenica parto da casa e, dopo aver caricato il mio amico, parcheggio l’auto in zona Eur e verso le 8,00 siamo già in zona partenza.

Dopo le foto di rito, ci cambiamo e lasciamo le borse ai camion predisposti.

Dopo un breve riscaldamento con annessa sosta wc, ci posizioniamo nelle griglie della nostra seconda onda.

Il nostro obiettivo per questa gara è cercare di correrla a 5’/km di media, ma non sarà facile per i vari saliscendi e la marea di runners che ci trascinano.

Difatti, fino al 5° km, stiamo di qualche secondo sotto la media voluta; dopo il ristoro poco pronto ad accoglierci, decidiamo di alzare leggermente il ritmo.

Quasi al decimo km, inizia la temuta ”salita del camping” che ricordavo più corta: alla fine è lunga quasi un km, riusciamo a passare al rilevamento del 10° km ancora qualche secondo sotto la media stabilita, e in questa salita riusciamo a non perdere molto.

Poco dopo ci sono 2-3 km in leggera discesa per rifiatare; faccio fatica a rallentare e, guardando il mio gps, vedo che il passo è intorno ai 4’40”; il mio amico si perde un po’ e, dopo essermi guardato intorno, decido di proseguire col mio passo, cercando di non esagerare.

Al ristoro del 15° km bevo acqua e sali minerali, noto che, intorno a me, parecchi atleti che camminano o si fermano, aiutati prontamente dai volontari di Croce Rossa e Protezione civile.

Tanta gente, me compreso, accusa il caldo inaspettato, dato che verso l’arrivo avremo quasi 15 gradi.

Verso il 17° km, e per un paio di km, faccio brevi tratti camminando per un bruciore intenso al mignolo del piede sinistro, che piano piano si affievolisce; in questi due km la media si alza.

Mi riprendo e chiudo in crescendo, grazie anche alla folla e alla visione del mare, concludo facendo l’ultimo km a 4’20”, realizzando il real time di 1h44’35”….

Dopo l’arrivo c’è un percorso obbligatorio con scambio chip-medaglia, ritiro pacco ristoro e impermeabile, ristoro finale e consegna borse, dove mi ritrovo col mio amico che, rallentando un po’, ha concluso in 4 minuti più di me.

I primi tre atleti hanno concluso sotto l’ora di gara, con il primo italiano Ahmed El Mazoury (Fiamme Gialle), che arriva nono assoluto, siglando il suo personale in 1h02’39”; la prima italiana è Fatna Maroui (C.S. Esercito), 8^ assoluta in 1h12’15”.

Alla fine quasi 11000 arrivati.

La RomaOstia è sempre una gara organizzata ad elevati livelli, d’altronde è un evento IAAF Gold Label, da consigliare a tutti di correrla almeno una volta nella vita; le uniche due piccole pecche che ho riscontrato sono state il ristoro del 5° km, al quale non c’erano bicchieri d’acqua pronti, e lo spugnaggio dopo il 15° km, dove vi erano poche spugne e catini d’acqua vuoti.