Tra le varie proposte del sempre folto calendario podistico laziale, decido di partecipare per la seconda volta consecutiva a questa manifestazione, dato che è la più vicina al mio domicilio.
Il ritrovo è fissato presso lo stadio Paolo Rosi, nella zona Acqua Acetosa, all’interno del quale sono posti arrivo della gara e ristoro finale.
Giungo allo stadio a poco meno di un’ora dalla partenza e faccio fatica a trovare parcheggio anche in zone limitrofe.
Dato che il pettorale l’ho ritirato il giorno prima, usufruisco degli spogliatoi e dei bagni dello stadio Rosi, che ci ospita.
Ho passato una vigilia travagliata, a causa di un virus intestinale che mi ha indebolito, quindi penso che migliorare il 56 minuti e 38 secondi dello scorso anno sia impossibile.
La temperatura è piacevole in una splendida giornata primaverile, quindi decido di correre solo con la canotta sociale.
La partenza avviene con qualche minuto di ritardo, ed è una partenza in salita, per i larghi stradoni dell’Acqua Acetosa, con la strada che quasi prevalentemente sale, fino al primo km.
Da qui la strada s’impenna, affrontando un’ascesa bella ripida per qualche centinaio di metri, che ci porta nella zona Monte Mario, attraversiamo il parco delle Antenne, dove la strada rimane asfaltata, ma si stringe in larghezza e vi è un susseguirsi di saliscendi: si fa, quindi, fatica a tenere un ritmo uniforme.
Nonostante ciò, il ritmo dei primi due km è di 4’41”; intorno ai 2,5 km, si entra in villa Ada, dove il percorso si fa più difficoltoso per lo sterrato, per i vari saliscendi, per il restringimento del percorso e, addirittura, per un tratto in discesa su sanpietrini male livellati.
In questo tratto mi fermo due-tre volte, avendo qualche problema intestinale, ma riparto dopo qualche secondo.
Dopo circa 4 km di “trail” e un ristoro, si esce dalla villa e si fa un pezzo di strada dell’andata, che ci riporta in zona Acqua Acetosa, costeggiando il Foro Italico e calpestando un tratto del percorso della maratona. Qui alterno dei chilometri corsi in oltre 5 minuti/km, a chilometri percorsi leggermente sotto i 4’30”.
Appena dopo il 9° km, si entra in villa Glori: praticamente il primo km è tutto in leggera ascesa, mentre si incontrano i primi, che scendono verso l’arrivo; azzecatissimo il posizionamento del secondo ristoro appena la strada spiana in questo tratto;anche qui mi fermo un paio di volte, per i suddetti problemi, ma ho la forza di ripartire per arrivare il prima possibile e quindi cerco di recuperare in discesa ciò che perdo in salita, che non è il mio forte.
Uscendo da Villa Glori, siamo appena oltre l’11esimo km e la strada è tutta in leggera discesa, fino ad arrivare all’interno dello stadio Paolo Rosi, di cui calpestiamo circa 300 metri di pista, per tagliare l’arco di arrivo. Faccio gli ultimi 2 km, intorno ai 4min/km, concludendo la mia fatica in 58’42” di real time.
I vincitori risultano essere Elias Embaye (LBM Sport) , in 42’45”, e Paola Salvatori (US Roma 83), 23^assoluta, in i 48’51”,
Una bella manifestazione, con un percorso allenante, ma un dubbio enorme sulla distanza effettiva, dato che fino al cartello del 5° km, la differenza con il mio gps era di poco superiore ai 200 metri per poi divenire, intorno ai 5,5 km, di 500metri (alla fine, leggerò 12,4km rispetto ai 13 previsti dagli organizzatori). Molto carente il ristoro di Villa Glori. Infine, ci vorrebbe un tappetino rilevatore anche sotto l’arco di partenza, per avere anche una classifica con il real time.