
A Tedeschi già in gran parte scappati verso le retrovie, le nostre Julia, Cuneense e Tridentina si sacrificarono nella retroguardia anche per consentire agli scaltri teutonici di ritirarsi più ordinatamente e, almeno percentualmente, con ben minori perdite.
Alla neve e alla bufera, che sommate al grande freddo seviziarono e decimarono i nostri fino alla tragica, risolutiva giornata di Nikolajewka e ancora dopo, fece da contraltare il tepore delle isbe e il buon cuore delle donne ukraine, che rifocillarono i soldati italiani e che diedero loro, a volte, anche più di quanto chiedevano.
Nella corsa a piedi nudi sulla neve in loc. Plà di Aprica, proposta per la quarta edizione da Maurizio Cavagna nell'intento di far ricordare con una (lievemente) traumatica esperienza sensoriale l'epopea della Ritirata, i cenci colorati distesi sulla neve lungo il percorso di un chilometro e mezzo erano proprio l'allegoria del dono che quel popolo fece ai nostri poveri, illusi e incolpevoli conquistatori in ripiegamento dell'impossibile impero.
Tutto molto icastico e commovente, pur nello spirito di un evento con risvolti curiosi e divertenti. Peccato solo - o forse è giusto così - per l'intimità, seppur solenne, del tutto.