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Monza IMG 20170309 WA0015 620x349Sarà forse l’Italia il paese dove verrà infranto il muro delle due ore sulla maratona. Dopo un ballottaggio con altri circuiti, tra cui Silverstone e Hockenheim, l’ha spuntata Monza che a maggio ospiterà questo tentativo. Nel frattempo, sulla pista brianzola, si sono già svolte le prove generali, con Eliud Kipchoge, Lelisa Desisa e Zersenay Tadese impegnati nei giorni scorsi in una mezza maratona. Il test ha visto il keniano Kipchoge, l’atleta col miglior personale sui 42 km (2h03’05”), chiudere con un 59’17” peraltro disturbato dal vento.

In attesa di conoscere tutti i dettagli di “Breaking 2”, questo il nome dato dallo sponsor all’operazione, si sa già che si correrà ancora sull’anello più piccolo della pista, pari a 2,4 chilometri circa, da ripetersi  per 17 volte e mezza. Insomma, permetteteci la battuta, una specie di riedizione della Maratona sul Brembo, gara che si correva su una ciclabile di circa due chilometri all’interno di un parco.

Tornando seri, non è ancora dato di sapere come saranno organizzati tutti quegli aspetti normati dai regolamenti: giudici, cronometraggio, controlli antidoping per elencare i primi elementi che ci vengono in mente. Tanto per capirci, al momento la gara non è ancora inserita in nessun calendario, quindi dubitiamo si possa stabilire un record tra amici. Con buona pace di quelle società medio/piccole che col cappello in mano si presentano in federazione mesi e mesi prima per domandare per favore d’inserire una gara a calendario. Non parliamo poi se si cerca di organizzare un evento a livello nazionale/internazionale già alla prima edizione. Apriti cielo. Solitamente si viene respinti con perdite. Poi bisognerà omologare il tracciato, sempre per non fare a spanne. La presenza di un misuratore IAAF è un buon inizio, ma crediamo non sufficiente. Serve una omologazione ufficiale.

Per non parlare dei rifornimenti, che non possono essere volanti e delle lepri. Nella prova generale entravano ed uscivano a loro piacimento. Va bene che quando si parla di lepri, specialmente al femminile, se ne vedono di tutti i colori, però a tutto c’è un limite.

Last but not least, la presenza dell’auto con il cronometro. Nella prova era molto vicina agli atleti, come si vede in alcune foto. Ed oltre ad essere vicina, la vettura montava sul tetto un enorme cronometro, largo quasi due metri per due. Va bene che non è ciclismo, ma correndo a più di venti all’ora, stare dietro a questo enorme paravento è sicuramente un vantaggio. Ammettiamo di non conoscere come sia normata la faccenda, tuttavia dubitiamo che ciò che abbiamo visto sia completamente lecito, ma forse ci sbagliamo.

Insomma vedremo se questo record, sotto le due ore, sarà solo frutto di materiali altamente tecnologici e di una cura dei particolari oppure se sfrutterà anche qualche “buco” regolamentare. Rammentiamo che ai tempi del record dell’ora di Moser, il ciclista, peraltro emotrasfuso, ma ai tempi la pratica era ancora lecita, sfruttò anche materiali solo successivamente non autorizzati dall’UCI. Considerazioni morali a parte, il primato del ciclista trentino, seppure borderline era valido. Ci auguriamo quindi che l’eventuale record lo sia altrettanto e non venga favorito da qualche “illecito aiutino” che lo renda irregolare, ma comunque spendibile a livello comunicativo. Ma di sicuro ci stiamo sbagliando anche se pare che qualcuno abbia già dichiarato che: “L'obiettivo di correre una maratona sotto le 2 ore è più importante delle regole”… Ah beh!

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