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Cremona 2017

 

SERVIZIO FOTOGRAFICOCLASSIFICHE

Sono 1890 i classificati della XVI^ Cremona Half Marathon, un buon dato, sia pure in lieve calo, che ormai si può considerare fisiologico e presente in tante gare, se ci rendiamo conto delle  difficoltà del 2017 (e il 2018 si prospetta ancora più complicato….).  Cresce invece la staffetta, con 143 team classificati.

Piace evidenziare subito alcuni miglioramenti, dal servizio dei pacer all’assistenza sul percorso, alla logistica. In particolare quest’ultimo aspetto è stato messo a dura prova per le nuove normative sulla sicurezza e…promosso senza riserve.

Anche la qualità tecnica della gara è risultata di buon livello: i tempi al maschile non sono lontani dai migliori di sempre e comunque continuo a pensare che il vecchio percorso fosse più veloce dell’attuale, peraltro complessivamente più bello. Al femminile, invece,  la giovane atleta (classe 1996) Moseti Winfridah Moraa, realizza il suo personal best con un ottimo 1:09:50, secondo miglior tempo di sempre della manifestazione (record della gara di Nadia Ejjafini, 2011, 1:08:27).

 

Buone notizie sul fronte italiano: Claudia Gelsomino con 1:18:59 migliora il record personale, guarda caso realizzato proprio qui a Cremona, nel 2013. E ora sotto con la maratona di Valencia. Forse ancora più bello ritrovare un’atleta davvero promettente e che si era un po’ perso per strada: bentornato a Michele Palamini, al rientro alle gare chiude in 1:07:11 e primo degli italiani.

 

Il percorso: come già detto in precedenza non è velocissimo, però migliore del precedente, a mio giudizio, certamente un po’ più tecnico. Sul fronte pacer netto il miglioramento rispetto ad alcune criticità viste nel 2016. Posizionati correttamente alla partenza e bravi nel condurre il ritmo, anche a detta di molti podisti all’arrivo; io ho corso per i primi chilometri tra quelli da 1h40’ e 1h45’, molto opportunamente ripetevano che il ritmo tenuto era in base al tempo di sparo (segnalazione quanto mai corretta), da qui la necessità di recuperare, sia pure gradualmente, il gap di qualche decina di secondi, sfruttando al meglio il tracciato, ad esempio i primi 1500-2000 metri erano in leggera discesa.  

 

Ristori decisamente all’altezza, personalmente non ho mai dovuto prendermi il bicchiere da solo, perché mi è sempre stato dato. Dettagli? Forse. A proposito di bicchieri: ho sentito qualche critica sull’indisponibilità delle bottigliette, da podista dico che effettivamente sono più comode ed agevoli, però è anche una scelta di civiltà e rispetto e, in fondo, non è poi così difficile con i bicchieri (tre dita, si crea un beccuccio ed è fatta).

 

La bella giornata, con la nebbia che è scomparsa rapidamente già alla partenza, ha certamente reso tutto più facile, ma l’organizzazione curata dal Cremona Runners Club aveva predisposto tutto con la consueta efficienza e precisione: logistica ben raccolta, tutto a portata di mano, nel bellissimo centro di Cremona.  

 

Infine, un pacco gara all’altezza dei più esigenti, difficile fare di meglio. A proposito, un amico straniero rilevava che la maglietta nelle gare della sua nazione si paga a parte, immaginatevi il suo stupore quando ha notato che alla riconsegna del chip veniva dato anche il pacco gara! Ecco, quando, magari anche giustamente, critichiamo le gare nostrane facciamo caso anche a queste cose.

 

Si può migliorare ulteriormente? Certo, ma dobbiamo andare molto nei dettagli, mi sforzo e dico che qualche centimetro in più nella sacca gara non guastava, ma davvero ……bisogna cercare il pelo nell’uovo. Così come, sempre alla ricerca del pelo, suggerirei alle ragazze addette alla consegna delle medaglie all’arrivo ….mettetele al collo dei podisti, non datele in mano. Per qualcuno questa “cosa” ha ancora un senso.  

 

Cremona Runners 2017