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“Omnia vincit amor cursus, et nos cedamus amori genus", solo questo particolare motto latino può giustificare la partecipazione di poco più di duecento runners ad una gara podistica di 15 chilometri, su un durissimo ed ardito percorso stradale, composto da sfiancanti salite e impressionanti discese, creato per onorare la memoria di quattro piloti, capitani dell'Aeronautica Militare, periti in un terribile incidente aereo sulle impervie colline poste tra la città di Ascoli Piceno e Venarotta.

 

E così dopo 41 anni la mitica "Maratonina Cento Torri" ha lasciato, in un fresco giorno di primavera, il suo caratteristico tracciato cittadino, tra le antiche vie ascolane, per lanciarsi in un'autentica sfida sulle “montagne russe", che, dal campo sportivo di Venarotta, hanno portato gli atleti nei piccoli paesini di Castello, Olibra Incinesca, Poggio Anzù e Gimigliano, per arrivare - attraverso una lunghissima e massacrante discesa - ad Ascoli Piceno, sfiorando le mura del Cimitero ed entrando dal quartiere di Porta Solestà, per percorrere gli ultimi 2 chilometri all'interno della città.

 

E' stato un temerario trentacinquenne della Val Vomano, Francesco Raia, ad accendere da subito le polveri della gara agonistica, attaccando sulle prime rampe, ma nel corso dell'interminabile salita veniva raggiunto prima dal recanatese Federico Cariddi, poi dall' inesauribile Denis Curzi, che, con la nuova maglia amatoriale del Centobuchi, giocava un po' a rincorrere le farfalle.

 

Solo all' interno delle mura cittadine, sull' acciottolata salitina di "Rrete lì mierghie", il piccolo e leggero Cariddi giocava il jolly e riusciva a guadagnare un leggero vantaggio che lo portava solitario al traguardo della splendida Piazza del Popolo in 50'54", con 16 secondi di vantaggio sull'abruzzese Francesco Raia e 26 su Denis Curzi.

 

Tra le donne, la rinnovata ostinatezza di Marcella Mancini aveva la meglio sulla freschezza atletica di Alessandra Carlini, regalandole la vittoria in 58'55" con quasi quaranta secondi di vantaggio sulla padrona di casa, mentre giungeva alle loro spalle, in 1h02'45", un'appannata Ilaria Mancini, ancora non al top dopo la preparazione invernale.