Sgamelàa d'Vigezz numero 43, la parola ai numeri: 316 uomini e 109 donne per il percorso dei (circa) 24 km, ai quali vanno aggiunte le staffette per squadre di tre partecipanti e, volendo, anche un discreto numero di giovanissimi (la forza del domani) impegnati nel minigiro. In totale, diciamo 500 concorrenti. E non sono pochi considerando le oggettive difficoltà di una corsa dove non inventi nulla e tieni nel mirino soltanto il traguardo finale, sempre lontanissimo. Quella di quest'anno, a detta di molti e soprattutto di quanti solo tre ne hanno perdute e 40 condotte in porto, dovrebbe essere stata la più faticosa. E il motivo è presto detto: il dover 'scalare' dal solito itinerario un paese dopo l'altro ha portato quest'anno il finale sul tratto più impegnativo, quello che dopo Santa Maria Maggiore, Druogno e Crana conduce alla salita di Toceno al termine della quale era stato collocato il traguardo. Esclusi i "mostri sacri" (pochissimi per la verità, vista la concomitanza di altre corse in montagna), tutti arrivano ormai sfiniti nei chilometri finali, un autentico calvario. Più gradevole, invece, la prima parte della corsa, che nelle passate edizioni affrontavi dopo aver superato molti chilometri e quindi con i primi segnali di stanchezza.
Il prossimo anno la partenza sarà data da Craveggia, con Re e Malesco a seguire. Prima dei concorrenti, gli organizzatori: ai quali va riconosciuto il grande impegno per aver allestito una manifestazione difficile e comunque perfetta in ogni particolare.
Col tempo di un'ora 42 minuti e 47 secondi ha vinto Fabio Cominato, 28 anni, residente a Briga Novarese, che con Marco Rossi di Soriso secondo e Istvan Mattachini di Mezzomerico terzo ha dato scacco matto ai podisti ossolani, il primo dei quali è stato Giovanni Latella, piazzatosi al quarto posto. Poi nell'ordine: Fabio Polloni, Christian Mattachini (fratello di Istvan), Maurizio Muraro (il bancario aronese, già nono lo scorso anno, ha guadagnato quest'anno due posizioni), Giuseppe Duchini, Massimo Brunelli e buon decimo Maurizio Oioli.
Alla partenza si è notata anche la presenza dell'ex campione di discesa libera Kristian Ghedina, 47 anni, di Madonna di Campiglio, simpatico guascone, che alla premiazione ha anche deliziato i presenti raccontando barzellette. La sua partecipazione alla corsa è stata però solo "spirituale". Grande bagarre, invece, in campo femminile dove Romina Caretti ha preceduto Simona Locane e Alessandra Betteo, poi nell'ordine Raffaella Leonardi, Francesca Colombo, Sara Marconi, Lucia Vellata, Elisabetta Robotti, Elena Miotello e Maria Muraro: quest'ultima, residente a Gozzano ed insegnante a Novara, è la sorella di Maurizio (e se ne veda il resoconto in questo stesso sito); un vero exploit quello dei due fratelli, entrambi entrati nelle rispettive top ten. Nella classifica della staffetta per squadre, senza rivali il terzetto composto da Francesco, Claudio e Isaia Guglielmetti, tre fratelli di Prato Sesia. Tra le squadre femminili al primo posto quella composta da Veronica Bona, Erica Dinetti e Giovanna Selva. Ma ben piazzata anche quella delle sorelle Giulia, Giorgia e Monica Guglielmetti che - da non crederci - sono sorelle anche dei tre Guglielmetti di cui sopra. In sintesi: sei fratelli Guglielmetti, tre maschi ed altrettante femmine, a formare le due squadre. Qualcuno sta pensando di portarli in trionfo tutti e sei a Prato Sesia, sotto un baldacchino, in una delle tante processioni di questo religioso paese alle porte della Valsesia.