Podismo in lutto per la morte di Giuliano Scesa, classe 1934. Era uno dei pochi veterani rimasti sulla breccia, un "sempre presente" per mezzo secolo di corse, gran parte delle quali nella sua amata Ossola. Si è spento a Cuzzego, frazione di Beura Cardezza, dove abitava da sempre, accanto alla moglie Maria, al figlio Roberto e ai nipoti Serena e Luca, che pure avevano provato per diversi anni ad emulare le sue gesta, frutto di grande passione sportiva e di un innegabile talento. Era stato dipendente della Rhodiatoce di Villadossola, ora Mapei, riservando gran parte del suo tempo libero alla pratica sportiva nella quale eccelleva per velocità e grande resistenza alla fatica. Aggregato al team borgomanerese della Cecca, aveva disputato anche tre Maratone di New York nel 1988, 1990 e 1992, i suoi anni migliori, ottenendo, all'età di 58 anni, un personale di 3 ore e 15 minuti sui 42 km. Giuliano era un esempio, un punto di riferimento per quanti si avvicinavano con qualche titubanza al variegato mondo dello sport, dalle corse su pista alle campestri, dalle classiche delle sue montagne ai vari circuiti delle kermesse amatoriali. Una passione autentica, senza peraltro mai dimenticare famiglia e attività lavorativa, negli ultimi anni limitata ai campi e ai frutteti di casa sua. Agonisticamente aveva messo nel "mirino" i suoi rivali più forti, due in particolare: il ticinese Luigi Pezza e l'ossolano Umberto Andorno, entrambi fortissimi, deceduti qualche anno fa. I primi sintomi del male una sera, dopo una corsa in notturna, quando dovette penare per ritrovare la sua auto parcheggiata poco lontano dal traguardo d'arrivo. Ci riuscì, aiutato da alcuni colleghi, dopo un faticoso girovagare. Le ultime corse le aveva disputate sempre accompagnato da amici e parenti, ma lo stato di salute aveva continuato a peggiorare fino alle estreme conseguenze. I funerali, svoltisi nel suo paese, sono stati celebrati da don Paolo Cavagna, presenti molti podisti e rappresentanti di vari gruppi sportivi. Addio Giuliano, ti ricorderemo.