Via degli Abati: basta una
Si è svolta nel fine settimana dal 23 al 24 aprile, con partenza da piazza S. Francesco a Bobbio alle sei di sabato mattina, e arrivo dopo meno di 15 ore del vincitore Allan Spangler a Pontremoli In terra toscana, la nona edizione della Abbot's way, organizzata dai "Lupi dell'Appennino" che fortunatamente si sono palesati solamente nelle persone di Elio, Armando e company, e non nella veste di quadrupedi selvatici.
La direzione in senso inverso rispetto alle prime edizioni ha fatto dire a qualcuno, al briefing di venerdì sera, che la gara sarebbe risultata meno dura: personalmente mi è stata sufficiente, e la quarta tappa da Borgotaro a Pontremoli, dove ho riconosciuto parte dei sentieri percorsi l'anno scorso con il Quadrifoglio Trail, mi è sembrata impegnativa almeno nella parte montana, vuoi per i tanti km già fatti, vuoi per il secondo violento temporale che ci ha colto poco dopo aver lasciato Borgotaro, e che ci ha accompagnato con i suoi scrosci e le sue raffiche di vento fin oltre il Borgallo e la ‘crestina’ successiva. Così almeno l'ha definita il gentilissimo e giovane addetto del soccorso alpino presente, con tanto di igloo, al vertice di un sentiero che mi è sembrata una rampa per missili tanto era ripido: evidentemente l'età e l'essere un alpinista rendono le sue valutazioni dei sentieri assai diverse dalle mie, uomo di pianura con i capelli bianchi; ma forse l'ha detto per rincuorarci.
La cosa che penso abbia colpito tutti i corridori è stata la visione di quanti e quali danni abbiano provocato le recenti alluvioni, con lunghi tratti di strada inghiottiti dal fiume, case crollate e argini spariti, non dimenticando ovviamente chi ha perso la vita travolto dall'acqua.
Come ci hanno spiegato al briefing, tali avvenimenti hanno costretto a deviazioni di percorso su tratti asfaltati anziché off road; mi è sembrato però che, deviazioni escluse, i km percorsi su strada non siano stati pochi: non sono in grado di quantificarli, ma ad occhio direi sicuramente più di un 10%. Forse erano inevitabili in un percorso così lungo.
Il balisaggio sia diurno che notturno è stato curato e puntuale, e anche in mezzo alla nebbia notturna non ci sono stati problemi; punti di ristoro di buon livello e base vita di Bardi ottimamente allestita. Personalmente non ho capito perché mettere due ristori "solido/liquido" sei km prima e sei km dopo Borgotaro, e lasciare quest'ultimo assai sguarnito: mi sembra più facile gestire un ricovero strutturato in un paese, tanto più che il ristoro prima di Borgo era piuttosto sacrificato come location e per di più all'esterno del percorso, con la necessità di rientrare sulla statale già percorsa per raggiungerlo e riprendere la gara. Ovviamente ci saranno motivazioni a me ignote.
Sull'assistenza in gara ho pensato più volte che i tratti nei quali non abbiamo incontrato volontari sono stati numerosi e piuttosto lunghi; certo non chiedo come in una gara trentina (“certa” Vigolana), di avere più di 60 punti di controllo in 70 km, ma in caso di infortunio i km da fare per avere soccorso non sarebbero stati pochissimi. Anche gli incroci stradali presidiati non mi sono sembrati tanti ma questo, visto il basso numero di corridori e lo scarsissimo traffico, non è stato un problema.
La giornata meteorologicamente non perfetta, ma comunque meglio delle previsioni, con un solo temporale (oltre a quello notturno) che ci ha accompagnato simpaticamente nel passaggio sul monte Lama, non ci ha concesso molto dal punto di vista panoramico e i lunghi tratti boscosi hanno completato l'opera di rendere la gara un pelo monotona; ma questa è comunque una caratteristica dei percorsi appenninici a quote non elevate.
Un'ultima considerazione: ma gli Abati erano masochisti o babbei, se per passare da Bobbio a Pontremoli non trovavano di meglio che salire sul monte Lama che non mi è sembrato proprio il più agevole dei percorsi?
Ai posteri...