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Un trail fatto in casa, ma da non perdere

Lo scorso 28 agosto ho preso parte, per la quinta o sesta volta, a una manifestazione che credo meriti di essere segnalata e consigliata agli amanti della corsa in natura senza pretese. Si tratta della “25^ Nuova quater passi en tel bosc de Tres, 4° memorial Franco Brida”, una marcia non competitiva che si svolge ogni anno sull’altopiano della Predaia, nella trentina Val di Non. Fino a due o tre anni fa la marcia di Tres attirava folle di camminatori e di podisti provenienti da molte regioni dell’Italia settentrionale. Poi, dopo la scomparsa del suo bravo e conosciutissimo ideatore, l’amico Franco Brida, questa bella non competitiva si è un po’ ridimensionata, senza peraltro perdere il suo fascino. Ora, eleminata l’indimenticabile “maratona della Val di Non” (che raggiungeva il celebre santuario di San Romedio), il percorso più lungo è quello dei 28 km. Oltre a questo, la partecipazione in termini quantitativi si è notevolmente ridotta; tanto è vero che, per il secondo anno consecutivo, non ho avuto problemi a parcheggiare l’auto nella piazza centrale nel paese, al contrario di quanto avveniva nelle precedenti edizioni della marcia, quando era difficile trovare un posto libero.

Il tracciato resta, comunque, sempre vario e suggestivo. In gran parte si corre su sentieri e strade forestali in mezzo a prati e a boschi profumati di ciclamino, ma nella parte iniziale si attraversano anche alcuni meleti, che rappresentano quasi la monocultura della Val di Non. Il punto più impegnativo è una breve ma ripidissima salita all’interno di una pineta non lontana da un laghetto artificiale e dal ristoro del decimo km. I ristori, a proposito, sono tutti ben forniti e presidiati da volontari sempre allegri e cortesi. Tre i paesini attraversati: Còredo, Sfruz e Vervò (oltre a Tres, naturalmente), borghi tranquilli, circondati dalle montagne e sovrastati da un cielo limpido e terso.
Quanto alla segnaletica, essa è ben posizionata ma in alcuni punti non particolarmente visibile, nel senso che, talvolta, non è facile individuare le minuscole freccette direzionali tracciate sulla strada. Ma con un minimo di attenzione è davvero difficile smarrirsi. Più che economica la quota d’iscrizione (otto euro), considerati gli abbondanti ristori e il pacco gara, che quest’anno consisteva in una confezione di spremuta di mele, sidro e birra, sempre di mele.

Come si diceva, il clima festoso che fino a qualche anno fa caratterizzava la marcia si è un po’ attenuato e anche al ristoro-pranzo finale, allestito nei pressi dell’arrivo, non ho trovato le lunghe file di marciatori e le affollate tavolate tipiche di precedenti, memorabili edizioni. Nonostante questo e nonostante il rammarico per la cancellazione della “maratona”, la marcia popolare di Tres, resta uno degli appuntamenti fissi del mio personale calendario podistico. Il suo percorso, disegnato con amore autentico per la sua terra da Franco Brida, è alla portata di chiunque sia un po’ allenato; e quanto a bellezza e fascino credo abbia poco da invidiare a quello di tanti altri trail più rinomati (ma forse un po’ più costosi e “selettivi”, quanto a requisiti di partecipazione) in programma, nella stessa stagione, su tutto l’arco alpino, dal Monte Bianco alle Dolomiti.