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Asolo 100Km 2016 Federica Verno collage RM

SERVIZIO FOTOGRAFICO

Nella storia e tra le emozioni

 

Sapevo che mi avrebbe atteso un qualcosa di bello. Ma non pensavo così tanto. E te ne accorgi più a cose fatte che non durante. Perché, durante, pensi ad altro. A ciò che ti attende sopra questa interminabile salita. Alle mie spalle ho solo una 100 chilometri, il Passatore. E arrivo ad Asolo con qualche timore ma con molte aspettative.

 

La partenza è il pomeriggio del sabato, alle due, sotto un sole infuocato che ti chiude gli occhi.  Asolo è uno dei borghi più belli d'Italia - e me ne accorgo subito -, raccolta entro le antiche mura che si diramano dalla Rocca, fortezza del  dodicesimo secolo. E anche noi (poco più di 260 gli iscritti) siamo  lì raccolti.

 

Si parte fra i dolci colli asolani, meta di poeti e scrittori, di artisti e viaggiatori. Tocchiamo, tra gli altri, i comuni di Maser, Monfumo, Cavaso, Possagno, Paderno, Borso del Grappa, Pove, Solagna, Castelcuccio e Crespano.  Arriva un tratto duro nei pressi del “Salto della Capra”. Lungo il percorso trovi pochi o nessuno. Ai ristori ti accoglie un clima familiare, che sa di bello e antico.

 

Arrivata al “cambio” del quarantesimo, punto al cinquantesimo: diventa una  corsa nella memoria e nellastoria attraverso quei luoghi che sono stati teatro della Prima Guerra Mondiale. Raggiungiamo il Monte Grappa, faccia a faccia con ciò che è stato, davanti al Sacrario dei caduti che ti toglie il fiato, un enorme monumento, un luogo commovente, in quegli straordinari scenari che la montagna dagli infiniti orizzonti sa offrire. Poi si scende, per dieci, venti chilometri.

 

E’ sera. E, ormai, correre è rivolgermi a ciò che mi attende. Passato il novantesimo chilometro, si risale verso Asolo, illuminato per la notte. E allora correre vuol dire amare quella parte di me troppo impegnata a non mollare.

 

Alle 2 e 48 del mattino arrivo a Casale d’Asolo, taglio il traguardo dopo 12 ore e 48 di corsa e cammino su un saliscendi in cui gli occhi si alzano dalla terra e vanno verso il cielo per capire dove finisce questa strada.

 

All'arrivo, davanti a me, c'è il mio amico Giovanni, che mi ha seguito in bicicletta, e mi attende al di là per scattarmi una fotografia.