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Tiberti Tito Pavia 091011Dopo un primo assaggio su Facebook, con l’articolo pubblicato da Podisti.Net è diventato di dominio pubblico quanto accaduto domenica alla Deejay Ten di Milano.          
Mentre sul sito web della Fedarazione e sul sito ufficiale del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, fa ancora capolino l’immagine del podio occupato da atleti Top che, a termini di regolamento, non potevano occupare, per cercare di fare chiarezza abbiamo intervistato Tito Tiberti, personaggio già noto come atleta della corsa su strada, oggi in veste di collaboratore del Settore Tecnico Nazionale FIDAL e membro del Nucleo di Monitoraggio Manifestazioni.
Tito, iniziamo con una domanda retorica, cosa è successo a Milano alla Deejay Ten?

La prima sensazione è che a Milano sia andata in scena una grande festa della corsa, senz’altro l’evento di massa ha profili molto interessanti e meritori nella direzione della promozione della corsa; parlo di fenomeno sociale e non di mero riscontro agonistico.
Insomma… 17.000 e rotti runner sono un bel mucchietto di sportivi e cittadini sani, no?
Però Deejay Ten è anche competizione ”vera”, con una storia breve ma densa di performance e nomi importanti. Ricordo per esempio che nelle prime edizioni si tentarono attacchi alla miglior prestazione mondiale sui 10km su strada… Domenica scorsa si sono visti Lalli, Floriani ed El Mazoury sul podio maschile; c’erano Incerti, Inglese e Magnani su quello femminile; erano in gara ragazze di ottima qualità come Viola, Epis, Stefani; si è salutato con gioia il rientro alle competizioni (dopo infortuni, NdR) di due ragazze patrimonio dell’atletica italiana come Weissteiner e Martinelli… Tutto bello: atleti/e su cui un grosso brand legittimamente investe direttamente o tramite le società.

Il problema di domenica scorsa a Milano, come avete evidenziato su Podisti.Net
(Ndr.: i primi ed unici ad averlo fatto) è che – a termini regolamentari – questi atleti non potevano correre, o meglio, non potevano competere: in quanto in gara regionale gli atleti elite (e loro lo sono senza ombra di dubbio!) non possono partecipare (NdR: articolo 9 delle Norme per l'Organizzazione delle Manifestazioni: divieto per gli atleti élite di partecipare a competizioni di livello regionale al di fuori della propria regione di tesseramento)…
Una loro presenza in veste di testimonial, non competitiva, sarebbe stata l’optimum, invece sono stati premiati come vincitori e medagliati sul podio, a discapito dei legittimi vincitori della gara regionale, i bravi Salvatore Gambino e Simona Baraccetti.
L’errore credo sia stato fondamentalmente negare ai protagonisti della gara classificata come regionale, la giusta vetrina del podio e del riconoscimento protocollare. Esprimo un’opinione personale, una gara di tale importanza e risonanza non dovrebbe essere regionale, ha respiro nazionale se non internazionale. Son certo che Salvatore e Simona siano stati entusiasti di correre insieme ai campioni, ora immagino verrà tributato loro “ex-post” l’onore della vittoria.

Non mi risulta proprio che qualcuno abbia intenzione di tributare loro Ex –post l’onore della vittoria, mi risulta, invece, una certa insofferenza da parte degli organizzatori rispetto alle richieste di Gambino. Intanto la FIDAL latita, fa orecchie da mercante rispetto a quanto abbiamo scritto, oppure si sta muovendo?

No, FIDAL non latita affatto. Certo, che la gara fosse regionale ha spiazzato gli addetti ai lavori. Come fatto molte altre volte nel corso dell’anno, il Gruppo Monitoraggio Manifestazioni nei giorni precedenti la gara avrebbe stoppato la partecipazione degli élite alla prova competitiva… Ingenuamente forse si è dato per scontato che Deejay Ten fosse – come sempre nel passato – gara nazionale o internazionale. Mi pare ci siano responsabilità a diversi livelli, non sono cose gravi giacché stiamo parlando di una corsa e non di strategie per risolvere emergenze umanitarie…
Tuttavia c’è una cosa che sta sopra chiunque di noi: la LEGGE. Sta sopra atleti, organizzatori, FIDAL nazionale e regionale, monitor della corsa su strada, sponsor, manager. Sta sopra i giudici stessi, deputati a far rispettare le regole (in senso lato, dalla Legge Costituzionale al regolamento del torneo di briscola…). Però la Legge non ha voce, gliela diamo noi uomini, rispettandola e facendola rispettare.
I tempi di FIDAL non possono essere quelli del battage su Podisti.Net e social network: è un’istituzione e deve operare con trasparenza e in presenza di tutti gli elementi di fatto e di diritto necessari. Ad ogni modo, il Segretario Federale – che da qualche mese è al servizio dell’atletica provenendo da altra disciplina – ha perfettamente colto le esigenze di contrasto alle irregolarità e con una CIRCOLARE ODIERNA circolare odierna ha messo un “punto e a capo” per il livello di attenzione e tolleranza rispetto alle irregolarità. Ripeto, il caso Deejay Ten non mi pare grave in senso assoluto, ma è di dominio pubblico e ci invita a ricordare che tutti siamo chiamati a conoscere e rispettare le regole. E in uno sport in cui il merito è misurabile con cronometro e centimetro, a maggior ragione occorre essere rigorosi, non trovi?

Il segretario Federale però non fa nomi e cognomi, pare voler fare un richiamo generale, due pesi e due misure tra Deejay Ten e altre manifestazioni meno frequentate o pubblicizzate?

No, la ricostruzione di cui sopra dimostra che l’attenzione federale c’è ed è pari a quella esercitata in altre occasioni, solo che altri casi erano meno “popolari”. Dopo un gennaio disordinato e i cui disordini comunque sono stati esaminati e giudicati dalla procura dello sport (quindi niente affatto ignorati), abbiamo avuto nel corso dell’anno solo due casi di élite indebitamente in gara, mentre molte violazioni (spessissimo in buona fede) sono state evitate con azioni preventive.
Per completezza d’informazione, ad approfondimenti terminati, verranno proclamati i vincitori della gara e le prestazioni cronometriche di chi non poteva partecipare non verranno riconosciute ai fini delle graduatorie.

C'è dell’altro?

Permettimi un’ultima nota, da tifoso e tecnico, a Milano si è visto un Lalli molto reattivo e tra due mesetti lo rivediamo nel cross agli Europei. Stay Hungry!!!