
La vicenda degli stranieri-sì stranieri-no interessa pochissimi dei lettori di PN per la maggioranza dei quali, in quanto abbuffaggio di km, è Natale tutto l’anno. A proposito, auguri! Agli altri (per fortuna in crescita), che seguono con un po’ più d’attenzione il mondo nel quale corrono, non sfuggirà certo un acuto odor di cacca che aleggia nell’aria da quando la lettera del Presidente del CONI Malagò (pubblicata recentemente anche su questo portale), ha trasmesso all’universo mondo in corsa il suo autorevole pensiero circa la possibilità che dovrebbero avere i cittadini stranieri di correre in Italia con la certificazione medica dei Paesi d’origine.
Stante la norma in vigore emanata dalla Federazione, attualmente non è permesso. Invece, secondo il Coni questo sarebbe (si, sarebbe) fattibile e lo dice a tutti i tesserati, alle Società Sportive, ai Territoriali Fidal, alla Federazione Medici Sportivi e pure alla Fidal centrale. Ed è proprio da lì che giunge “le parfum”. E’ lì che qualcuno l’ha fatta ed è lì che qualcuno l’ha pestata. Perché è evidente che qualcuno l’ha pestata. E’ molto discreta, la cacca: non la vedi e non la “senti” fintanto che la lasci in pace ma, se la schiacci, ti si rivolta contro. Come quando schiacci la coda al gatto di casa.
Il profumo che aleggia, ancora una volta (ma ce n’era bisogno?) ci fa capire il pressapochismo con il quale lavorano certi uffici ed il militarismo con il quale ci impongono le loro conclusioni che fanno a cazzotti anche con il semplice buon senso. L’argomento non tocca solo le grandi maratone cui partecipano migliaia di stranieri ma, potenzialmente, molte gare italiane, in quanto l’Italia tutta (dicono) sia un Paese ad elevata vocazione turistica. Viene da chiedersi se queste sono le norme (senza senso) emanate per incentivarlo, quanti km è in grado di correre questa nostra povera Italietta.
Ma è inutile che ce lo chiediamo noi se non se lo chiedono i nostri illustri legiferatori che, sotto la casacca del Runners Club Montecitorio, anziché correre in giro per l’Italia con i loro colleghi stranieri, corrono in giro per il mondo….
Ma rientriamo in casa nostra, cioè negli uffici romani della Federazione. E succcede che: a) un ufficio ha appena finito di farla. B) ancora non si è reso conto di averla fatta. c) ancora non si è reso conto di averla schiacciata. d) ancora il profumo non è tale e….. e) un altro ufficio (oppure il Consiglio Federale?) si inventa il progetto di Maratone Città d’Arte, una dozzina di maratone che si svolgono in città italiane ad elevata vocazione turistica, da far crescere attraverso lo strumento del turismo sportivo.
Turismo sportivo che, però, viene fermato alle nostre frontiere. In questo caso l’Italia, senza ombra di dubbio, può vantare i confini più profumati del mondo. La cacca come i guai: mai da soli, almeno in coppia.
Veniamo a conoscenza che la squadra delle pulizie è a pieno organico intenta a pulire pavimenti, passatoie e zerbini e nel contempo sta sulle tracce dello schiacciatore. Riuscissero ad acchiapparlo, non è il caso di provare a cederlo alla FIPAV?
Sorge spontanea la domanda: ma tutta questa diarrea serve a qualcuno? Certamente sì, a noi. Al popolo che, con la sua saggezza, da secoli l’ha trasformata in fortuna.
Ed è quella che, per il 2015 auguro a tutti, unitamente alle salutari buone sudate.