
L’ipotesi del neo vaticanista Lollini non mi convinceva. Me la sarei aspettata da Nazareno per evidenti e più corposi meta-collegamenti. E allora ho fatto due chiacchiere con mio cugino monsignore (ora in pensione ma….) e devo confermare che il Lollo la sa lunga. Infatti i colleghi tapascioni di mio cugino si sono organizzati in una sorta di Montecitorio Running Club (il neo costituito Concilium Vaticani Cursores), hanno aperto un fascicolo e formato una commissione per studiare il fenomeno della strepitosa crescita degli arrivati alla Maratona di Roma. Per ora il “fenomeno” è ancora rubricato come tale ma già hanno raccolto dati per cui potrebbe trattarsi di “miracolo”. Se saranno raccolti molteplici indizi validi per considerare “miracoloso” tale exploit, la pratica passerà ad altra commissione e la Maratona di Roma 2014 potrà essere considerata come il primo miracolo di Francesco. Il pontificato di Francesco è partito bene. Se supererà la crisi del 35°, arriverà con un personale di tutto rispetto al traguardo della santità ultraterrena.
Questi ameni pensieri fanno parte della “metafisica dello sport”. I pensieri terreni, quelli concreti come i crampi ed il sudore a noi familiari, ci dicono (invece e ancora una volta) che una rondine non fa primavera. E se una rondine non fa primavera, può un risultato positivo in una sola maratona concederci il lusso di ipotizzare - per l’intero mondo maratona - lo sblocco di uno stallo negativo? O di un’inversione di tendenza di una situazione che fingiamo di non vedere? E che qualcuno “vuole” addirittura non vedere? Io credo proprio di no. I numeri e le loro statistiche sono inconfutabili come - nel secolo passato - lo era il pollo a testa sulla tavola di ogni italiano. Però c’era sempre chi saltava il pasto e chi tirava la cinghia.
La qualità del dibattito sulla bontà (o meno) dei passaggi statistici mi pare sia stato corretto e profondo. Ma siamo sicuri che i numeri oggetto del contendere siano a loro volta così seri, corretti e profondi? Credo proprio di no. Perché le classifiche emendate dai risultati da annoverare a pieno titolo tra i non competitivi, sono pochissime. Sarebbe un lavoro difficile da fare, però ci potrebbe aiutare un sistema empirico con il quale dare un valore ai tempi oltre i quali il risultato della maratona è da considerarsi n-c. Giochiamo i dadi e scriviamo: 5, 6 o 7 ore ? Oppure, insieme alla quantità analizziamo anche la qualità e utilizziamo il cancello delle 4 ore, tempo massimo certificato per iscriversi alla mitica (e purtroppo defunta) maratona di Cesano Boscone? Ma anche il godimento acustico della Danza delle Ore non ci consentirà di aver risposta alla domanda: siamo (ancora) in caduta libera, siamo in stallo, oppure stiamo uscendo “…a riveder le stelle”?
Ne vedremo comunque delle belle, con un grafico in (presunta) caduta libera. Non uno ma dieci miracoli di papa Francesco serviranno per fermarlo. Per completare il grafico, si dovrà prendere in seria considerazione l’eventualità dell’assenza dei maratoneti stranieri che regole assurde vorrebbero fermare alle frontiere. E vedremo quali scenari ci svelerà la continuazione del lavoro di Nazareno. Se non ho capito male, dal titolo di PN si intuiva un seguito.
A proposito di stranieri e di frontiere: in Tedeschia (non fa figo nominare la Germania di questi tempi), per una gara con 3/4000 partecipanti la Federazione incassa 600 euro (seicento, non mancano zeri). La nostra invece ne incassa dai 7 ai 9.000.
Non so a voi, ma a me viene un po’ d’amaro in bocca.
Comunque, buone sudate a tutti. Maratoneti e non.