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Dalla saggia e laboriosa civiltà contadina della mia terra ho imparato che bisogna lavorare duro per raccogliere i frutti del podere, ma il solo lavoro non basta, oggi il contadino deve continuamente aggiornarsi, seguire il progresso biologico e tecnologico ma anche saper presentare il suo prodotto. Ed ecco allora il buon lavoratore della terra pronto a navigare tra i segreti del marketing pubblicitario e quelli del look appropriato quando nelle fiere espositive presenta i suoi prodotti. Insomma il contadino non può più essere scarpe grosse sotto il cervello fino. Questa cultura ha fatto sì che ciò che è buono deve essere anche bello, come i fiori di zucca dell'orto con cui mia nonna farciva delle ghiotte frittelle. Purtroppo i due fattori - bello e buono - non sono spesso concilianti ed ecco che quando al supermercato compriamo frutta sovradimensionata e polposa essa una volta degustata si rivela insapore ed inodore, quasi immangiabile. Quando compriamo bottiglie di vino dal design accattivante poi una volta aperte il nostro palato ha la sensazione che il vino, a volte, si può fare anche con l'uva. Come somiglia quest'agricoltura all'atletica moderna! Alleviamo, selezioniamo, coltiviamo talenti accuratamente, seguiamo con minuziosa attenzione ogni loro passo nella vita e nello sport. Alla fine del percorso di crescita, dopo la trafila nelle categorie giovanili, sembrano meravigliosamente belli, forti, nelle loro divise sponsorizzate... poi nei momenti più importanti si defilano, si sgonfiano, diventano minuscoli nel panorama internazionale (la spiga eretta verso il cielo fornì meno chicchi di grano di quella ingobbita e piegata verso il basso ). Chapeau per l' ex-commesso Ruggero Pertile, gallina vecchia di uno sparuto pollaio da cui è uscito l'unico brodino.