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dickensLa storia dell'atletica italiana degli ultimi anni sembra uscita da un romanzo di dikenziana memoria ambientato nella Londra post-industriale, eppure siamo distanti anni luce da quell'epoca con i processi tecnologici, evolutivi e scientifici che sono avvenuti in questi 200 anni e che ci hanno portato nell'era della cibernetica e dell'informatica. I nostri novelli Oliver Twist vengono principalmente da famiglie iperprotettive e benestanti che li tirano su a merendine, bibite gassate, videogiochi e ipod di ultima generazione per poi consegnarli obesetti ed imbambolati nelle mani dei moderni "Fagin-Bill Sikes" che in quattro e quattrotto li trasformano, attraverso l'ausilio di sempre più sofisticati metodi d'allenamento e di pratiche di laboratorio, in piccoli globe-trotter nostrani che girano in largo e lungo nei vari meeting regionali, pronti a qualsiasi pratica legale e non pur di primeggiare nelle liste nazionali per entrare nell'Olimpo dei gruppi sportivi militari. Mentre nel romanzo di Dickens, grazie all'intervento di nobili gentlemen, i cattivi e gli imbroglioni venivano severamente puniti dal caso o dalla giustizia, oggi vengono addirittura esclusi dalle inchieste, nelle conferenze stampa e nelle interviste li vediamo cadere letteralmente dalle nuvole mentre si mostrano stupiti dell'accaduto in un copione precedentemente scritto. Tutto ricade sui novelli Oliver Twist che vengono sottoposti ad indagine, processi mediatici e giudiziari ed infine condannati a sospensioni e squalifiche diventando gli unici capri espiatori di un sistema del quale sono vittime e non carnefici. Non lasciamoli soli perchè a cose fatte i moderni "Fagin-Bill Sikes", che si mettono in tasca anche contributi di Stato, ricominciano il loro subdolo lavoro di reclutamento e formazione di nuovi fenomeni, un circolo vizioso che sembra non avere mai fine... non è forse arrivata l'ora di voltar pagina e di far piazza pulita definitivamente?