La trentatreesima edizione della Half Marathon Firenze è andata in archivio con un bilancio certamente positivo. Una gara ospitata in una città che domenica si è presentata in tutto il suo splendore e leggermente soleggiata, come meglio non sarebbe potuto avvenire nel più proficuo compromesso tra le condizioni ideale per correre e quelle per godere dell'arte e della cultura che si respirano in ogni via. A parte lo spettacolo offerto dai vincitori, il keniano Jonathan Kosgei Kanda e la ruandese Claudette Mukasakindi, ma il vero fascino è stato offerto dal grande flusso di podisti che sono arrivati alle loro spalle. Coloro che anche tagliando al traguardo ben oltre un'ora dopo i vincitori non sono stati privati di quel giusto riconoscimento, sia da parte dello speaker ed anche dal pubblico sempre festante lungo gli oltre 21 chilometri del percorso. É stata una gran bella festa dello sport e gli oltre cinque mila che si sono presentati al via hanno rappresentato un motivo di orgoglio per gli organizzatori, nel vero spirito che anima le manifestazioni promosse della Uisp. Dicevamo dell'organizzazione. Praticamente tutto ha funzionato, a conferma di una struttura rodata e collaudata. Ma si può fare ancora meglio. Come e dove? Qualche accorgimento sarebbe probabilmente gradito. Ad esempio, visto che la manifestazione ha assunto ormai queste dimensioni (e tutto lascia pensare che aumenterà ulteriormente il numero dei partecipanti), il luogo della partenza andrebbe individuato in uno spazio (via o piazza che sia) più ampio, per garantire un'adeguata snellità all'avvio. Anche se va capita la scelta dei responsabili, in quanto iniziare a correre lungo l'Arno rappresenta comunque un valore aggiunto. E poi, rendere più fornito il ristoro finale garantirebbe non solo un servizio più accogliente, ma ne gioverebbe indubbiamente anche l'immagine. Come pure, lungo il percorso avere dei punti di rifornimento più lunghi agevolerebbe la corsa di molti, soprattutto nella pancia del gruppo. Ma si tratta solo di suggerimenti che rappresenterebbero segnali di ulteriore crescita, ma già nelle condizioni attuali, rimanendo tali, la gara merita di essere inserite tra le Mezze maratone italiane di maggior fascino.