Dopo aver letto l’articolo “Diktat FIDAL su cani ed umani” vorrei rispondere a Mario Liccardi punto per punto. Quindi riporto qui di seguito il testo, con i miei commenti in grassetto.
Dopo aver letto i commenti di Marri (che non si schiera), dello schierato giudice Fidal e valido collaboratore di Podisti.Net Lorenzini, e di un Morselli schieratissimo, il quale ipotizza addirittura che Alina vada in giro col cane per trarne vantaggi in termini di risultato cronometrico, vorrei fare (dal mio punto di vista) un po' di chiarezza.
E’ un vero peccato Lei non abbia cominciato l’articolo con una doverosa premessa/ammissione, ovvero che la runner in questione e tutti coloro che corrono gare FIDAL con un cane infrangono il regolamento. Quindi sono in difetto. Punto.
Le interpretazioni lasciamole ad altri aspetti della nostra vita. E meno male che un giudice FIDAL Le scrive che le regole vanno applicate. Adesso scopro che un giudice che le applica è “schierato”. Ed io che credevo facesse il suo lavoro.
1) Alina è una socia del Club Super Marathon Italia con oltre 50 maratone/ultra in saccoccia. Non ha bisogno di nessun aiuto in quanto è maratoneta "veloce". E' stata più volte pacemaker delle 4 ore e 4 ore e mezza. Oltre agli esseri umani, ama gli animali, in particolare cani e gatti. E' una bella persona profondamente onesta. Mai le verrebbe in mente di costringere il proprio cane a fare qualcosa che potrebbe nuocergli.
Ecco che partiamo con l’interpretazione… Se io passo col rosso, posso essere un guidatore bravissimo, arrivare comunque in orario, aver percorso 18 milioni di chilometri, fare volontariato ed essere addirittura in odore di santità, ma il vigile “schieratissimo” deve darmi la multa.
Interessante poi il concetto di maratoneta “veloce” anche perchè scopro di esserlo anch'io. Ci sono altri vantaggi? Seguendo il suo ragionamento Baldini potrebbe farsi accompagnare (non tirare, sia ben inteso ;-) da un quartetto di husky.
2) Detto questo, vanno benissimo le regole. Ma senza esagerare. La diatriba è sorta per il cane Pepito in prima fila alla Verdiana insieme alle ‘gazzelle’ africane, situazione che anch'io ho trovato un tantino esasperata. Il suo padrone Giancarlo, che noi pure conosciamo bene, se lo porta sempre dietro e mai in situazioni di pericolo. E' un piacere veder correre Pepito dietro Giancarlo, comunica un senso di gioia e libertà.
“Vanno benissimo le regole, ma senza esagerare”. Attendiamo la sua proposta di circolare esplicativa su come comportarsi. Sappiamo già che Giancarlo non porta mai il cane “in situazioni di pericolo”, grazie anche per degli esempi di "situazioni di pericolo", perché abbiamo le idee abbastanza confuse. Se mettersi in prima fila con un cane che può fare inciampare i partenti, fare male e farsi male è ammissibile (vedi foto/articolo), prima dal buon senso e poi anche dai regolamenti…
Ah, immagino poi che Giancarlo viaggi a 3’ al km per mettersi davanti, e ovviamente anche Pepito.
La regola di non accettare "tout court" cani nelle corse podistiche è perlomeno sbrigativa. Occorrerebbe meglio regolamentare la questione (ad es. consentendone la partenza nelle retrovie) oppure distinguendo gara per gara. In quelle non affollate, perché no? Il pericolo (per il cane) di essere calpestato e per il podista (di inciampare nel cane) è inesistente. Nelle gare a circuito, la presenza del cane comunica solo tanta allegria. Sopravvalutando le regole, si sottovaluta il lato ludico e di divertimento della corsa domenicale.
Non vorrei darle una delusione, ma io ho visto compagni di allenamento cadere a causa di cani… Esistente, non inesistente.
Per il lato ludico suggerisco centinaia di non competitive organizzate in ogni weekend in tutto il paese.
Sulla "sopravvalutazione delle regole" sono curioso di conoscere esempi concreti, ovviamente su diversi aspetti, non solo sulla Reg 144/2.
La realtà è che certe categorie di corridori, accompagnatori di cani, staffettisti, tagliatori, ecc ecc, quindi gente che sta fuori del regolamento per condotte fraudolente (con dolo premeditato), pericolose o anche semplicemente irregolari, quindi con “colpa incosciente”, secondo Lei nei casi in questione, dovrebbero poter partecipare solo fuori classifica e partendo dal fondo del gruppo.
Sono certo che anche senza il bollino FIDAL, il “Club Super Marathon Italia” inserirebbe la prestazione nel computo delle gare disputate. Credo che in questo caso l’interpretazione del regolamento sarebbe di pertinenza del suddetto club. Le prometto che non farò storie.
Sugli altri argomenti non mi soffermo in quanto concordo con Lei che potranno essere toccati in altri articoli, come peraltro già fatto da questa redazione.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Articoli correlati:
Cani maratoneti? Il GGG Fidal chiarisce che sono fuorilegge (Stefano Morselli - Redazione Podisti.Net)
Questi cani troppo umanizzati…(Vittorio Camacci)
Diktat Fidal per cani e per umani (Mario Liccardi)